L’apparato digerente contiene milioni di cellule nervose in diretto contatto con quelle che abbiamo in testa
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E’ capitato a tutti: l’agitazione o un’emozione molto intensa si fanno sentire con la classica sensazione di farfalle nello stomaco o addirittura come una stretta dolorosa e disturbi intestinali. Perché questo accade? La ragione è semplice: il nostro apparato digerente contiene oltre cento milioni di cellule nervose, strettamente connesse con quelle che risiedono nel cervello: in termini scientifici, per descrivere questo apparato, si parla di sistema nervoso enterico o addirittura di “cervello addominale” o di “secondo cervello”. Scopriamo a cosa serve e come mantenerlo in armonia, visto che lui dipendono molti aspetti del nostro benessere, dall’umore alla possibilità di perdere peso, se decidiamo di metterci a dieta.
Le funzioni del cervello addominale sono molteplici: oltre a scambiare informazioni con l’organo presente nella testa, è in grado di produrre in modo autonomo ormoni e sostante psico-attive, in grado di influenzare il buon funzionamento dell’intero organismo, oltre che degli organi della digestione. La presenza di un “cervello nella pancia” è stata un'intuizione del neurobiologo Michael D.Gershon, il quale nel 1998 ha pubblicato i risultati di 30 anni di ricerca nel libro “Il secondo cervello”. Negli anni successivi gli studi scientifici hanno confermato che l’intestino è un organo con una propria "intelligenza", ovvero in grado di associazioni e coordinazione proprie.
Anche se contiene molte meno cellule nervose del cervello principale, i neuroni presenti nell’intestino lavorano in modo autonomo, contribuiscono a fissare i ricordi piacevoli e dolorosi come se fossero una sorta di memoria, e hanno un ruolo importante nel segnalare la gioia e il dolore. Il nostro secondo cervello può rilasciare, ad esempio, molecole come la serotonina e la dopamina, che influenzano l’umore. Al contrario, il cervello che abbiamo nel capo può, in alcuni casi di emicrania, scatenare dolore alla pancia invece che alla testa. E, sempre per questo motivo, lo stress, la paura o il dolore vengono spesso scaricati sotto forma di disturbi a livello gastro-intestinale come bruciore di stomaco o gastrite. I messaggi che arrivano dal cervello addominale sono soprattutto di tipo inconscio: ne diventiamo consapevoli solo quando si manifestano sotto forma di dolore o di malessere.
L’intestino ha un ruolo centrale anche nella produzione della serotonina, l’ormone della serenità, sintetizzata quasi integralmente nella pancia: questa sostanza regola i movimenti e la funzione digestiva, ma invia anche al cervello “centrale” la sensazioni di sazietà o, al contrario, quella di nausea. Quando siamo sotto stress, il nostro secondo cervello, per cercare di compensare le emozioni negative, libera maggiori quantità di serotonina e questo può determinare il classico gonfiore intestinale e vari altri disturbi come colon irritabile, stipsi o altro ancora.
Un altro esempio di interazione tra i due cervelli è offerto da quello che accade in presenza di stress prolungato: in questo caso, aumenta il livello di cortisolo, prodotto dalle ghiandole surrenali. Questo ormone, oltre a far ingrassare di per sé, ha anche l’effetto di stimolare il cervello a rilasciare dopamina, che a sua volta aumenta lo stress e spinge la persona stressata a cercare ancora più cibo, specie di tipo consolatorio, quindi particolarmente ricco di grassi e zuccheri. Per questo, se abbiamo desiderio di intraprendere una dieta dimagrante, è indispensabile innanzi tutto fare la pace con i nostri due cervelli: i momenti in cui siamo ansiosi e sotto pressione sono infatti i peggiori in assoluto per far scendere l’ago della bilancia. La serenità, la concentrazione e anche il giusto riposo sono indispensabili per far sì che il nostro peso rientri nei ranghi.
In tutto questo c’è anche una buona notizia. A differenza di quando accade per il cervello principale, sul quale è molto difficile entrare in interazione, quello addominale può in qualche modo essere “placato” e tranquillizzato in modo semplice e fai-da-te. Il modo più semplice è massaggiare dolcemente l’addome, stimolando con delicatezza i recettori fibro-muscolari e i corpuscoli tattili e aiutandoli a distendersi e a rilassarsi. Molto utile è la respirazione profonda e diaframmatica, come insegnano lo yoga e il pilates. Anche gli insegnamenti dell’alimentazione consapevole possono essere di grande aiuto.