Chiusi in casa

Maskne o Pandemic fatigue: come affrontare i disturbi da lockdown

Il periodo di confinamento porta con sé malanni grandi e piccoli: scopriamo i più comuni e i loro rimedi

19 Nov 2020 - 05:00
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© Istockphoto  | Il disturbo più comune è la stanchezza diffusa e la malinconia: si chiama propriamente "Pandemic fatigue": per contrastarla stringiamoci (virtualmente) a parenti e amici
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Ne sentiamo parlare in tv e sui giornali: a volte hanno nomi strani e un po’ misteriosi, come Pandemic fatigue o Maskne, ma in realtà sono disagi piccoli e grandi che conosciamo tutti piuttosto da vicino. Restare sempre (o quasi) chiusi in casa non è il meglio che si possa immaginare per la salute e per il benessere psicologico: visto che in questo momento non c’è scelta, non ci resta che imparare a gestire gli acciacchi e gli inconvenienti causati dallo stress di una permanenza forzata in casa. 

Le restrizioni alla mobilità nelle zone arancioni e rosse e l’invito ad evitare gli spostamenti non necessari esteso a tutto il Paese fanno aumentare inevitabilmente la propensione alla sedentarietà, con il conseguente rischio di sviluppare disturbi e patologie. Il fatto stesso di non poter evadere dalle quattro mura domestiche genera  un intenso stress, a cui si aggiungono le conseguenze di posture errate e un’alimentazione a volte troppo ricca. Si tratta di disturbi che vanno riconosciuti e affrontati subito, per evitare che si trasformino in problemi cronici di cui può diventare difficile liberarsi.  E’ questo il suggerimento del portale dottori.it, che ha elencato i disturbi più comuni legati al lockdown e ci spiega come gestirli senza spostarsi da casa.

La Pandemic fatigue – L’abbiamo sperimentata tutti: è quella sensazione di continua stanchezza, di sfinimento totale che si accompagna a stati di ansia, depressione e insonnia. La causa è il protrarsi nel tempo di questo stato di incertezza e di continuo timore per la nostra salute e per quella dei nostri cari. Tipico di questa seconda ondata pandemica è anche la crescente demotivazione delle persone nell’osservare le regole e i comportamenti protettivi raccomandati dalle autorità sanitarie. Occorre prendere atto della difficoltà e fare fronte comune con le persone che ci stanno più vicino per sostenersi a vicenda, tenere alta la motivazione e sollecitarsi reciprocamente al rispetto delle regole. Nei casi più gravi, si può chiedere un aiuto psicologico professionale, che si può ottenere anche in videoconferenza.  

Mal di schiena, dolori lombari e mal di collo sono la frequente conseguenza di posture scorrette assunte durante le lunghe passate al pc. Anche in questo caso possiamo aiutarci da soli, ricordando di fare pause frequenti per sgranchire le gambe e le spalle, imparare qualche esercizio di stretching o di ginnastica dolce e non rinunciare a un po’ di movimento, in casa o all’aria aperta, dato che lo sport outdoor è ancora consentito.  

La maskne Il nome può essere poco familiare, ma anche questo è un disturbo comune: l’uso continuo della mascherina, strumento fondamentale di protezione dal contagio, può avere degli effetti sgradevoli sulla pelle, tra cui la comparsa di brufoli, imperfezioni e irritazioni. E’ la cosiddetta maskne, ovvero l’acne da mascherina. Il problema si affronta curando al massimo l’igiene e la pulizia della pelle del viso senza utilizzare prodotti troppo aggressivi. E’ utile anche mantenere l’epidermide ben idratata e utilizzando un make up leggero. 

Occhio alla vista – Una delle conseguenze dello smartworking e della didattica a distanza è un aumento imponente delle ore trascorse davanti allo schermo di pc, tablet e cellulari. La vista può risultarne notevolmente affaticata: la soluzione è ricordare di fare delle pause almeno ogni due ore, distogliendo lo sguardo dagli schermi per una decina di minuti. Possono essere utili delle gocce di lacrima artificiale, per mantenere la corretta umidificazione e pulizia dell’occhio. Limitiamo anche l’uso “ludico” dei device, preferendo la lettura di un libro oppure qualche attività che conceda una pausa di relax al nostro sguardo. 

Sotto le lenzuola – Lo stress, l’ansia e le preoccupazioni possono incidere anche sulla sessualità: la frustrazione e l’emotività di questo momento possono determinare un calo del desiderio o altri disturbi sessuali. In questo caso la comprensione e il supporto del partner sono di importanza fondamentale.

 In ogni caso ricordiamo che, per ogni problema, esiste sempre la possibilità di consultare uno specialista anche a distanza, grazie alla telemedicina.  

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