PERCHÉ TRATTENIAMO I LIQUIDI - La ritenzione idrica è il ristagno patologico di fluidi nello spazio interstiziale extracellulare, ovvero tra una cellula e l’altra. Le cause possono essere numerose: in particolare può dipendere da un cattivo funzionamento della circolazione linfatica e del microcircolo sanguigno locale, oppure da diverse patologie, per esempio a carico dei reni, o da stati infiammatori. Soprattutto però pesano le abitudini sbagliate, a cominciare dalla sedentarietà, dall’alimentazione non adeguata, dal fumo di sigaretta e dall’uso eccessivo di sale. L’aumento del contenuto di sodio nei tessuti ha infatti l’effetto di richiamare acqua, favorendo l’accumulo di liquidi in eccesso. Il segnale più evidente della ritenzione idrica è la presenza di un edema, ovvero di uno stato di gonfiore. Per verificarne la presenza si può schiacciare con il dito pollice la parte anteriore della coscia per qualche secondo: se resta l’impronta del dito, c’è probabilmente ritenzione.
EFFETTI SUL PESO – Se siamo in sovrappeso, siamo portati a credere che il fatto di trattenere liquidi sia la causa dei nostri chili di troppo. In realtà di solito è vero il contrario, almeno se non sono presenti particolari patologie: è il grasso in eccesso a provocare o favorire l’accumulo di liquidi. Il grasso peggiora la circolazione locale e ostacola la diuresi, e acuisce gli stati infiammatori locali: non a caso i liquidi tendono ad accumularsi negli stessi luoghi in cui si formano i peggiori “cuscinetti”, ovvero sulle cosce, sui glutei e sulla pancia. Il gonfiore e il peso che, soprattutto quando fa caldo, si prova invece ai piedi e alle gambe è dovuto di solito alla cattiva circolazione linfatica e venosa.
I RIMEDI – Visto che molto dipende dallo stile di vita, la prima cosa da fare è correggere una serie di abitudini sbagliate. La prima accortezza da mettere in atto è legata al movimento fisico: stare sempre seduti, ma anche a lungo in piedi da fermi, fa ristagnare i liquidi. Se la nostra attività ci costringe a stare ferme in piedi per molto tempo, possiamo cercare di camminare avanti e indietro (anche solo di pochi passi), ogni volta che questo è possibile, oppure sollevarci sulla punta dei piedi e riappoggiare poi i talloni a terra più volte, per favorire la circolazione. Se lavoriamo sedute, invece, sgranchirsi il più possibile è d’obbligo: l’ideale è fare 200 passi ogni ora (basta percorrere su e giù il corridoio, o arrivare fino al distributore dell’acqua, o camminare mentre si parla a l telefono). Evitiamo poi i tacchi troppo alti e gli indumenti troppo attillati che ostacolano il microcircolo.
CONSERVARE IL PESO FORMA – Non appena cominceremo a bruciare i depositi di grasso, i liquidi saranno drenati con maggiore facilità, aiutando ulteriormente la perdita di peso. Seguiamo quindi un’alimentazione bilanciata, evitando gli eccessi di carboidrati e zuccheri, i troppi grassi le bevande alcoliche. Grandi amiche sono invece frutta e verdura, scelte tra quelle più ricche di vitamina C, che protegge i capillari sanguigni, tra cui ad esempio gli agrumi, l’ananas e i kiwi, ma anche l’ananas, l’anguria e i frutti rossi. Tra le verdure, non dobbiamo farci mancare cetrioli, lattuga, spinaci, cavolfiori e broccoli, pomodori e peperoni.
IL SALE – Come abbiamo detto sopra, è da limitare il più possibile, se non da eliminare del tutto. Evitiamo di aggiungerlo agli alimenti cotti e per insaporire i cibi, scegliamo erbe aromatiche e spezie. Attenzione anche al sale nascosto, contenuto negli insaccati, nel prosciutto e in alcuni formaggi.
IDRATAZIONE – Paradossalmente, per combattere i liquidi in eccesso la migliore alleata è l’acqua. Beviamone in abbondanza, almeno otto bicchieri al giorno, con piccole e frequenti quantità. Oltre alla semplice acqua oligominerale possiamo scegliere tè verde o tisane: particolarmente diuretici sono il carcadé e gli infusi a base di betulla o di frutti rossi. No invece alle bevande dolcificate, ai succhi di frutta confezionati, troppo zuccherini, e soprattutto ad alcolici e caffè.
QUALE GINNASTICA – Il movimento fisico deve diventare un’abitudine quotidiana e deve essere scelto con accortezza. Sì alle lunghe passeggiate a passo veloce, mentre sono meno indicate la corsa, il jogging e in generale le attività come basket e pallavolo, che prevedono un frequente impatto con il terreno. In alternativa si possono praticare il nuoto, le attività “bagnate” come l’aquagym o, quando siamo al mare, le passeggiate con l’acqua che arriva almeno a metà polpaccio: in questi casi ai benefici del movimento si assomma la resistenza offerta dall’acqua e il massaggio che il mezzo liquido effettua sull’estremità. In alternativa sono ottime anche la biciletta o la cyclette: in quest’ultimo caso però è meglio preferire quella “recline”, ovvero il modello in cui si pedala con le gambe allungate in avanti. Una buona idea è anche, a fine allenamento, fare qualche esercizio di respirazione, distesi sulla schiena con le gambe sollevate (ben appoggiate ad esempio a una sedia, alla maxi-palla o a un grande cuscino), per favorire il ritorno venoso.