Sentirsi bene

Skin Shaming: quanto bruciano i giudizi sulla tua pelle!

L’epidermide è sempre più presa di mira dai commenti malevoli, soprattutto sul Web 

06 Apr 2023 - 05:00
 © Istockphoto

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Si chiama Skin Shaming ed è parente stretto del più conosciuto Body Shaming: consiste nel burlarsi o, peggio ancora, offendere una persona per l’aspetto esteriore e per le imperfezioni della sua pelle. Secondo un’indagine, sono oltre sei su dieci i nostri connazionali presi di mira nella vita di tutti i giorni, ma soprattutto sui social, a causa di qualche inestetismo o imperfezione della sua epidermide. 

Il fenomeno, già osservato da qualche tempo negli Stati Uniti, oggi è presente in modo importante anche nel nostro Paese, come fa rilevare la ricerca “Dove Body Love 2023”. L’indagine, condotta con il metodo WOA (Web Opinion Analysis) ha preso in esame le opinioni e l’esperienza di circa 1.200 utenti web, uomini e donne, di età compresa tra i 20 e i 50 anni. Tra i dati principali emersi dallo studio risulta che il 62% del campione ha sperimentato che cosa significa essere presi di mira sui social o nella vita di tutti i giorni a causa di qualche imperfezione della pelle. Particolarmente esposti alle critiche malevole, soprattutto sui social network,  sono risultati le donne e i giovani, con commenti, post, story e persino con messaggi privati. Nulla sfugge a frecciate e a veri e propri attacchi: gli arrossamenti, l’acne, le cicatrici, le macchie. Per fortuna, i nostri connazionali sembrano reagire in modo piuttosto sereno: quasi 6 utenti web italiani su 10 si ritengono infatti complessivamente soddisfatti del proprio aspetto esteriore (58%), anche se il numero di chi si dichiara “abbastanza soddisfatto” (35%) è maggiore rispetto a quello dei “molto soddisfatti” (23%). Gli insoddisfatti sono la minoranza, anche se nutrita (42%),  con feedback riconducibili a “poco” (27%) e “per nulla” (15%).

Oltre alla pelle ((31%), la caratteristica del corpo che viene presa di mira più di frequente da hater e commenti malevoli sono il peso (25%) e le misure sproporzionate (20%): il risultato è una pressione sociale che genera in chi la subisce senso d’insicurezza (73%) e stati d’ansia (55%). I più colpiti dal Body Shaming sono i giovani tra i 18 e i 25 anni (59%), seguiti dagli over 45 (22%) e dalla fascia 33-45 anni (19%). A soffrire di più sono le donne: il 64% di loro si sente giudicato per la propria immagine, contro il 36% degli uomini.   

Per far cessare questi antipatici commenti, la soluzione individuata dalla maggior parte del campione è stata una maggiore attenzione alla cura di sé. Se il 67% degli intervistati dice di prendersi cura del proprio aspetto per piacere a se stesso, ben il 56% ammette di farlo per essere accettato dagli altri. Da sottolineare anche il fatto che ben il 64% degli intervistati dichiara di seguire per la propria beauty routine i consigli provenienti dal web e dagli influencer. 

Tra i rituali preferiti per sentirsi meglio e apparire al meglio di se stessi, il 50% ha sottolineato l’importanza di ritagliarsi un momento di silenzio tutto per sé. Questo momento di ascolto e di distacco dal rumore di fondo nel quale si collocano anche gli haters e i commenti malevoli sul proprio aspetto, secondo psicologi ed esperti, è un ottimo punto di partenza per costruire la propria autostima e per imparare ad amarsi anche per i propri piccoli difetti, riscrivendo la bellezza in modo che sia fonte di fiducia e non di ansia. Secondo la Dott.ssa Stefania Andreoli, psicoterapeuta e presidente dell’Associazione Alice ETS: “Chi cura il proprio aspetto lo fa principalmente per sé e per sentirsi bene. Infatti, concedersi le cure rivolte al corpo e alla pelle è un gesto che di per sé è accudente, prima ancora del suo risultato. Avere cura di sé produce sentimenti di benessere che indagati più a fondo rimandano ad un vero e proprio segreto di bellezza”. 

Un altro dato importante che emerge dall’indagine è che, finalmente, in controtendenza con i risultati raccolti da altre ricerche condotte post-pandemia, stiamo iniziando a relazionarci con la nostra immagine esteriore in modo più positivo, con oltre la metà degli italiani che esprime un giudizio molto o abbastanza positivo sul rapporto con la propria immagine. 

 

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