Oltre a offrire un ambiente fresco e salubre, l’ecosistema montano aiuta nella riabilitazione fisica, combatte lo stress e ha valenza curativa
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In un’estate dalle temperature roventi, la montagna si propone come un rifugio fresco più riposante rispetto al calore eccessivo di certe località marine. In effetti, la montagna è una destinazione vacanziera molto salutare, capace di apportare al nostro organismo tanti benefici quanti il mare, con il plus di temperature più gradevoli. Non tutti sanno però che, oltre a garantire aria pura, relax e un vero caleidoscopio di attività sportive, i monti sono in grado di offrirsi come una dimensione curativa in senso stretto, tanto da poter parlare di una vera e propria mountain-therapy.
La montagna è un meraviglioso simbolo dell'inestimabile patrimonio naturalistico italiano e offre molte opportunità di relax e di divertimento. Molte località offrono programmi di intrattenimento estivo di ogni genere per allietare il soggiorno dei vacanzieri, compresa musica, shopping e movida. Tra le ragioni per cui preferire una vacanza tra i monti ci sono le temperature più gradevoli, l'aria pura, la possibilità di immergersi in una natura incontaminata e di praticare numerosi sport all'aria aperta. Il semplice fatto di trovarsi a una quota più alta del consueto stimola la produzione di globuli rossi, favorisce l'ossigenazione dei tessuti e degli organi, e, dopo pochi giorni di acclimatamento, aumenta la soglia di resistenza alla fatica: tutti questi vantaggi sono ben noti agli sportivi, tanto che molti agonisti inseriscono gli allenamenti in montagna nella loro preparazione atletica. Soggiornare in montagna significa anche respirare un'aria meno inquinata e con meno allergeni, a tutto vantaggio di chi soffre di allergie o di malattie respiratorie. I ritmi più rilassati della vita ad alta quota e il contatto con la natura riducono inoltre i livelli di ansia e stress e favoriscono quindi il recupero delle energie mentali.
Il forest bathing prende nome dalla traduzione anglofona dell'espressione giapponese Shinrin yoku che alla lettera significa "Bagno nella foresta", e indica una pratica diffusa nel Paese del Sol Levante che prevede un’immersione totale nel bosco per svolgervi una serie di attività, come camminare, meditare, eseguire esercizi di respirazione e semplici movimenti di ginnastica. L'immersione nel verde, che per la cromoterapia è il colore della serenità e dell'ottimismo, e l'azione delle sostanze aromatiche sprigionate dagli alberi agiscono su tutti i sensi e aiutano a liberarsi di ansia e stress: alcuni studi hanno dimostrato che camminare nel verde riduce l’attività della corteccia prefrontale, l’area del cervello che presiede alla pianificazione e al ragionamento, mentre l'attività fisica favorisce la produzione di endorfine, gli ormoni del buon umore. In presenza di superfici adatte si può anche riscopre il bare footing, ovvero il piacere di camminare a piedi scalzi, stimolando le terminazioni nervose della pianta del piede e migliorando la postura. Dal punto di vista psicologico, l'ecosistema montano offre a tutti, ad esempio attraverso il cammino, la possibilità di focalizzarsi sui propri stati d’animo, sui cambiamenti che avvengono dentro se stessi contemporaneamente a quelli dell'ambiente circostante, nel terreno, nel panorama o nel meteo. Con le sue difficoltà porta anche a confrontarsi con una serie di emozioni negative, come la fatica, lo scoraggiamento o la paura di affrontare un tratto difficile, che però culminano con la gioia di aver raggiunto la meta e con la soddisfazione di essere riusciti nell'impresa, per una vera iniezione di autostima.
Al di là del benessere che si può vivere in ambiente montano, secondo alcune teorie, confermate da studi scientifici recenti, la montagna può essere utilizzata anche come una vera e propria metodologia di cura e di riabilitazione fisica o socio educativa per una serie di disturbi sia fisici sia psicologici, tanto che si può parlare di una vera e propria mountain- therapy, o montagnaterapia. In questo caso, la frequentazione della montagna e lo svolgimento di alcune attività si possono affiancano a trattamenti farmacologici, psicologici o educativi più tradizionali: il gesto di salire, tipico ad esempio del camminare sui monti, non è solo un'ascesa fisica, ma un progresso nel percorso della salute e dell’autonomia. La montagna entra a fare parte di un percorso di prevenzione, cura e riabilitazione per persone affette da problematiche di vario genere, patologie, disabilità e dipendenze. La montagna costituisce inoltre un ambiente ideale perché nel suo ecosistema è più facile sentirsi liberi, dimenticando i ritmi troppo serrati e gli spazi soffocanti della città; la meraviglia e l'imponenza di una natura davanti alla quale ci si sente piccoli invita a riconoscere i propri limiti, ma regala anche immense soddisfazioni nel momento in cui si arriva finalmente alla meta, magari dopo una lunga fatica.
Una vacanza in montagna è adatta a tutti e non ha controindicazioni. Qualche cautela è richiesta solo per i bambini nel primo anno di vita e per le persone affette da alcune patologie, tra cui diabete, ipertensione, problemi cardiovascolari e respiratori. In questi casi è opportuno scegliere località ad altitudine inferiore ai 1500 metri e in ogni caso è bene raggiungere le destinazioni salendo di quota lentamente: va bene ad esempio uno spostamento in auto, mentre non è indicata una salita in funivia, che copre grandi dislivelli in pochi minuti. Chi soffre delle patologie citate sopra dovrebbe consultare il medico prima di recarsi in alta montagna (sopra i 1600 metri) e soprattutto prima di praticare attività fisica intensa in quota: la minor pressione atmosferica che si registra a quell’altezza può infatti influire sulla frequenza cardio-respiratoria e sulla pressione sanguigna. Attenzione, inoltre, a proteggere la pelle dalle scottature solari: soprattutto in alta montagna, l’aria è più limpida e rarefatta e quindi filtra i raggi Uv in modo meno efficace. È quindi indispensabile proteggere la pelle con una buona crema protettiva e gli occhi con occhiali da sole adeguati: meglio ancora indossare un cappellino con la visiera che crei uno spazio di ombra sul volto.