Sembra un paradosso, ma anche i periodi lontani dal lavoro nascondono alcuni fattori che possono mettere in pericolo il nostro benessere
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Sembra una contraddizione di termini, eppure le cose stanno proprio così: lo stress da vacanza esiste realmente e può compromettere il buon andamento del nostro periodo di villeggiatura. Quando si è lontani da casa, si sa, non sempre le cose vanno come ci saremmo aspettati: la struttura prescelta può non corrispondere alle nostre aspettative, possono verificarsi contrattempi negli spostamenti, il cibo locale a volte non è di nostro gradimento. Del resto, il viaggio comporta sempre un pizzico di avventura e richiede un minimo di flessibilità e di capacità di adattamento: ci sono però alcune fonti di stress tipiche dei giorni nostri, legate a status symbol e ad atteggiamenti sbagliati, che possiamo (e dobbiamo) imparare a gestire perché dipendono… dalla nostra testa.
L’ANSIA DELLA PARTENZA – Predisporre i bagagli e chiudere casa prima di partire per le vacanze sono l’inevitabile scotto da pagare nei giorni che precedono la partenza: queste attività provocano ansia e stress a moltissime persone. Anche l’organizzazione del viaggio, le prenotazioni e gli inevitabili costi da sostenere possono creare agitazione e cattivo umore, come pure l’aggravio di lavoro in ufficio per compensare il periodo di assenza. La soluzione sta nel muoversi per tempo, in modo da spalmare gli impegni su più giorni ed evitare i tour de force dell’ultimo minuto. Se poi ci capita di prendere qualche giorno di ferie in più rispetto ai nostri colleghi o di partire in bassa stagione, quando gli altri lavorano ancora, può accadere che i nostri vicini di scrivania ci guardino storto. Dato che la situazione è senza rimedio, tanto vale non farci caso. Il senso di colpa, compreso quello che cercano di farci provare gli altri, è fuori luogo: se abbiamo più ferie, significa che non ne abbiamo goduto in passato, oppure se partiamo prima degli altri, significa che sarà anticipato anche il rientro. In ogni caso, inutile farsene un cruccio: facciamo il nostro dovere e partiamo sereni.
NON IDEALIZZARE LE VACANZE – Il periodo di ferie è una fase della vita, non il momento in cui deve essere assolutamente perfetto. Non aspettiamoci troppo dalla nostra vacanza e soprattutto non immaginiamola come il momento in cui recuperare TUTTO quello che non riusciamo a fare durante i mesi dell’anno. Ad esempio: inutile partire per un trekking super impegnativo se per i precedenti undici mesi non ci siamo mai alzati dalla scrivania e non abbiamo alcun allenamento, o portare con sé una libreria intera di classici della letteratura perché durante l’anno non abbiamo avuto tempo per leggere. Altro errore da evitare: considerare le vacanze come una sorta di indennizzo per le fatiche di tutto l‘anno. Limitiamoci a prenderle per quello che sono, ovvero un momento di pausa e di riposo, da occupare nel modo più piacevole possibile e in buona compagnia.
NON FACCIAMO I SUPEREROI – Inutile programmare ogni singolo istante della vacanza tra gite, sport, visite culturali o bagordi notturni a non finire. Concediamoci il tempo di abituarci al clima e alla nuova situazione, riposare per davvero e magari, annoiarci anche un po’. Lo sport va benissimo, ma commisurato alle nostre possibilità e alle nostre condizioni fisiche.
OBIETTIVO: DISCONNETTERSI – Il technostress è un altro nemico del riposo del Terzo Millennio. Se siamo in ferie ma continuiamo a restare sempre connessi, controllare continuamente le a-mail e rispondere al telefono come se fossimo in ufficio, la nostra vacanza sarà indubbiamente di poco riposo. Le soluzioni? Ce n’è una sola: disconnettersi dai vari device e liberare finalmente la mente. Se proprio non possiamo fare a meno di mantenerci reperibili, cerchiamo almeno di limitare la nostra attività a una fascia oraria precisa, raccogliendo magari i messaggi con una segreteria telefonica e un risponditore.
IL VIAGGIO DEL VICINO È SEMPRE… PIÙ VERDE – Come dice il proverbio, la vacanza dei nostri amici e conoscenti sembra sempre più interessante, più glam, più entusiasmante di quella che possiamo permetterci noi. Visto che ormai non si fa altro che postare selfie e fotografie che documentano i nostri spostamenti in tutti i loro particolari, il fatto di assistere virtualmente a tutto quello che fanno i nostri amici e conoscenti ci spinge inevitabilmente a fare confronti. E siccome ciascuno tende a mostrare soprattutto le cose più belle, ci troviamo a sfogliare una collezione di cartoline idilliache fatte di mare incontaminato, cieli azzurri, bambini sorridenti. Questo può farci sentire frustrati e ancora più insoddisfatti se invece ci troviamo su una spiaggia affollata o in un hotel non proprio a cinque stelle. Anche qui la soluzione è disconnettersi. Le Forze di Polizia, tra l’altro, sconsigliano di postare in tempo reale cronache e foto delle vacanze sui social network: mostrare noi stessi sorridenti ai Tropici equivale a segnalare a topi di appartamento e malintenzionati che casa nostra è disabitata e potenzialmente indifesa, invogliandoli magari a tentare un’effrazione. Meglio pubblicare a posteriori i diari di viaggio, al nostro rientro e a vacanza felicemente conclusa.