Quando il sole si fa più raro

Vitamina D: come farne il pieno anche in inverno

Con l’inverno in arrivo, le giornate si accorciano e il sole fatica a farsi vedere: ecco come aumentare i livelli di questa preziosissima vitamina

03 Dic 2024 - 05:00
 © Istockphoto

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La vitamina D è fondamentale per fissare il calcio alle ossa ed è strettamente legata all’esposizione solare. Infatti, questa vitamina viene sintetizzata dalla pelle quando la radiazione solare raggiunge una certa intensità. Quando i raggi ultravioletti B (UVB) colpiscono l'epidermide innescano la sintesi di vitamina D3, che poi viene trasformata in forma attiva dal fegato e dai reni. Tuttavia, quando le giornate si accorciano e l'irraggiamento solare è ridotto, la quantità di UVB che raggiunge la nostra pelle non basta a mantenere i livelli ottimali.

In inverno, o quando si trascorre molto tempo al chiuso, la carenza della "vitamina del sole" è dietro l'angolo: si verifica, infatti, quando il nostro organismo è privo dei livelli adeguati, che sono fondamentali per la buona salute delle ossa e dei denti, per la corretta funzionalità cardiovascolare, per ridurre la crescita delle cellule tumorali, per aiutare a controllare le infezioni e ridurre le infiammazioni e, ultimo ma non meno importante, per garantire il buon funzionamento della tiroide.

QUANDO MANCA LA VITAMINA D

 quando la vitamina D non è al livello necessario, la causa potrebbe essere ricercata nell’alimentazione, per un insufficiente apporto attraverso i cibi, o a un aumentato fabbisogno, a un alterato assorbimento intestinale, a una insufficiente esposizione al sole e in particolare ai raggi UVB o all’uso eccessivo di creme protettive (una crema solare con protezione 15 blocca circa il 99% della produzione cutanea di vitamina D) e anche una ridotta attività fisica all'aria aperta. Ma non solo, perché la carenza di questa vitamina può dipendere da fattori che impediscono la sua conversione nella forma attiva nell’organismo, come in caso di patologie renali ed epatiche o l’assunzione di farmaci particolari, di antimicotici e di farmaci per l’HIV.

COSA SUCCEDE QUANDO NON NE ABBIAMO ABBASTANZA

 tra le conseguenze più importanti della carenza di vitamina D vi sono patologie legate al metabolismo osseo, come rachitismo e osteoporosi, ed è un fattore favorente della parodontite, la patologia dentale conosciuta anche come piorrea, che è causata dell’indebolimento delle ossa mascellari. Non solo: il deficit di vitamina D parrebbe connesso anche ad altre patologie, tra cui diabete, ipertensione, cancro, patologie neurologiche (come la sclerosi multipla) e reumatiche (come la fibromialgia). Anche prurito, orticaria e allergie alimentari potrebbero essere indotti dalla carenza di vitamina D, almeno secondo quanto emerso dalle ultime ricerche. Infine, attenzione anche al periodo di gravidanza, perché una carenza di vitamina D durante la gestazione può impattare sulla quantità di vitamina D a disposizione del feto, che a sua volta ne avrà livelli ridotti.

COME FARE UN "RIFORNIMENTO" NATURALE

 il sole è in assoluto il toccasana per la nostra salute e goderne il più possibile il modo migliore per fare rifornimento della vitamina D. In inverno, non si corre il rischio di scottature, quindi è sufficiente evitare di stare sempre al chiuso. Tra lavoro, casa e famiglia non è sempre facile, ma dedicare un po’ di tempo ad attività all'aria aperta esponendo l'epidermide delle ossa lunghe, o comunque qualche parte del corpo (viso, mani, ecc) alla luce del sole è assolutamente necessario. Un motivo in più per svagarsi con passeggiate anche se fa freddo: si rendono le ossa più forti e si può perfino buttar giù qualche etto, il che non guasta in vista delle abbuffate natalizie.

AIUTARSI CON L'ALIMENTAZIONE

 è possibile fare una bella scorta di vitamina D anche mangiando alcuni alimenti amici sella salute di ossa e denti e non solo. Tra questi per esempio i pesci grassi, come il salmone e le aringhe ne sono particolarmente ricchi, ma anche il tuorlo delle uova, il fegato, le carni rosse e le verdure verdi sono ottimi per rifornirci di questa preziosa vitamina. L'alimentazione aiuta? In teoria sì, tuttavia l’apporto di vitamina D con la dieta permette di introdurre solo tra il 10 e 20% del nostro fabbisogno. Nell'elenco degli alimenti ricchi di vitamina D, il primo è l'olio di fegato di merluzzo. Ma la sostanza è presente anche nelle aringhe, nel tonno, negli sgombri, nel salmone e nelle uova, anche se in percentuali molto basse. Fra l'altro, questi alimenti con vitamina D andrebbero consumati tutti i giorni, cosa non facile da realizzare. Così può essere necessaria una supplementazione con farmaci con vitamina D. In questi casi è meglio lasciar perdere il fai dai te, bisogna rivolgersi a un medico che disegnerà una terapia personalizzata. È bene rivolgersi ad uno specialista per evitare il rischio di incorrere in un eccesso di vitamina D.

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