storie di moda

Christian Pellizzari e l'eleganza della sua moda easy-chic

Il giovane stilista veneto si racconta: dagli studi al Polimoda, passando attraverso le grandi maison parigine, fino al lancio del proprio brand.

di Elena Misericordia
29 Mar 2017 - 17:18

Incontro Christian Pellizzari in occasione della Milano Fashion Week. La collezione FW 2017 dello stilista trevigiano, classe 1981, sfila negli spazi di via Bergognone, nel centro nevralgico della città, cuore pulsante della moda e del lusso più ricercato. Pellizzari seduce con il suo stile ricco di contaminazioni, mettendo in scena un affascinante mix tra tradizione e modernità, tecniche sartoriali dal sapore artigianale e lavorazioni industriali d’avanguardia.

Il designer veneto è un cultore dei tessuti, maestro nel realizzare, con quel suo spirito ironico e metropolitano, gli accostamenti più inaspettati: shantung, jacquard, lana, cachemire, drappeggi e ricami spesso si mescolano ai materiai tecnici più eccentrici, ai pezzi sportswear in duchesse di nylon o alle stampe laser. La sua moda si veste di quella contemporanea eleganza che deriva dalla straordinaria abilità nel combinare tra di loro, in chiave easy-chic, stili, materiali ed occasioni d’uso differenti, in un perfetto equilibrio tra arte e portabilità. Gli abiti che Pellizzari esibisce in passerella sono l’espressione di un talento creativo scritto nei suoi cromosomi sin dalla nascita. Gli studi al Polimoda di Firenze, la formazione secondo i canoni della pura sartorialità italiana di Tonello, il successivo periodo parigino e l’esperienza presso le prestigiose maison d’haute couture del calibro di Vionnet e Jay Ahr, la sfilata come guest star al Teatro Armani nel 2014, sono soltanto alcuni passi lungo il cammino del giovane stilista nel mondo della moda.

Ricordi un episodio che ti abbia fatto capire che saresti diventato un fashion designer?
Non c’è un episodio in particolare, ho sempre saputo che avrei fatto questo nella vita, da quando ne ho ricordo. Sin da piccolo sono sempre stato attratto dai tessuti, dai vestiti, dai colori e dalla moda più in generale.

Qual è stato il tuo percorso formativo? Come riassumeresti le tappe decisive della tua carriera?
Il mio percorso non è stato sempre facile e a senso unico. Pur avendo ben chiaro sin dall’infanzia ciò che avrei fatto nella vita, ad un certo punto ho messo da parte il mio sogno e ho studiato ragioneria. Una volta conseguito il diploma, il mio desiderio è però riaffiorato in maniera prepotente e mi sono inscritto al Polimoda di Firenze. Terminata la scuola, dopo un po’ di esperienze in alcuni uffici stile italiani, mi sono trasferito a Parigi, città che mi ha dato molto, è stata infatti il luogo dove mi sono messo in gioco e sono diventato consapevole delle mie capacità. Parigi è stata anche la città dove ho maturato l’idea di costruire il mio brand: avevo il desiderio di creare qualcosa di nuovo, un guardaroba da uomo per tutte le ore della giornata. Ho iniziato nel 2011 con la linea uomo e, dopo 4 stagioni, ho affiancato anche la donna. Nel giugno 2014 sono stato scelto per sfilare nel teatro di Giorgio Armani; questa è stata indubbiamente un’altra tappa importante per la mia carriera.

Quali sono le caratteristiche che definiscono lo stile delle tue collezioni?
Uno degli elementi che caratterizzano le mie collezioni è sicuramente la ricerca di tessuti e forme nuove, tutto all’insegna di grande artigianalità e sartorialità. Mi diverte guardare le donne e gli uomini intorno a me e pensare a come vorrei si vestissero. Un altro aspetto importante è il glamour. Mi piace pensare alle mie clienti quando escono e si vanno a divertire, nelle loro occasioni speciali.

Quale importanza assumono per te i tessuti?
Possiamo affermare che costituiscono, in qualche modo, il tuo punto di forza? Sono fondamentali: per le mie collezioni parto sempre dai tessuti. Mi piace andare negli archivi delle aziende storiche, individuare vecchi tessuti e reinterpretarli in chiave contemporanea…oppure creare nuovi disegni e nuove stampe, traendo spunto da un’immagine o da un ricordo.

Cosa ti hanno trasmesso le tue importanti collaborazioni del passato?
Le esperienze mi hanno fatto diventare ciò che sono. In Italia, da un marchio come Tonello, ho appreso la costruzione delle giacche, un modo di lavorare più scientifico e aziendale, con attenzione ai prezzi, ai consumi e al posizionamento del prodotto sul mercato. A Parigi, invece, ho imparato a dare massimo sfogo alla mia creatività, senza curarmi dei dettagli tecnici. Negli atelier francesi realizzavo i capi drappeggiando il tessuto direttamente sulla modella o sul manichino, una tecnica poco usata in Italia, che ti permette di avere una visione a 360 gradi di quello che stai facendo e che ti consente di dare vita a forme nuove.

Cosa c’è di Christian Pellizzari negli abiti che disegni?
Nelle mie collezioni c’è tutto di me, ogni cosa che faccio, ogni dettaglio, è legato alle mie emozioni, ai miei viaggi, ai luoghi che ho visitato e a quelli in cui ho vissuto, alle persone che ho incontrato.

Come descriveresti la tua nuova collezione FW 2017?
La mia ultima collezione è un cocktail di ingredienti. Mi sono ispirato ad uno stile di design, che si chiama Hollywood Regency, nato a Los Angeles negli anni ’30. Questa corrente utilizzava gli elementi del decoro e della tradizione italiana e li remixava in chiave pop, estremizzandoli. Con questo metodo di approccio ho mescolato tra loro elementi sartoriali maschili, elementi barocchi ed elementi contemporanei, facendoli vivere insieme nelle mie nuove creazioni.

Qual è il capo più rappresentativo delle tue collezioni? E del tuo guardaroba personale?
Personalmente non sono abitudinario, anzi sono molto volubile e in continuo cambiamento. Tuttavia, i capi che più mi rappresentano e su cui mi concentro maggiormente per le mie collezioni sono quelli sartoriali, come le giacche e i cappotti. Ho una vera passione per i capospalla...

E’ corretto parlare della giacca come leitmotiv della tua moda? Qual è la tua personale interpretazione di questo indumento?
Assolutamente sì. Ritengo che le giacche, fatte in un certo modo, siano rassicuranti, quasi delle divise che, quando le indossi, ti trasmettono subito sicurezza e forza. Quest’anno le ho pensate, sia per l’uomo che per la donna, con volumi più morbidi e più lunghi rispetto alle scorse stagioni. Ma poco interessa. Credo davvero che una giacca importante, costruita con tecniche sartoriali, che evidenzi le spalle, incornici il volto con il rever e valorizzi il punto vita, sia un elemento fondamentale in qualsiasi guardaroba.

Cosa fai quando non vesti i panni dello stilista? Quali sono i tuoi interessi e le tue passioni?
In realtà non smetto mai di lavorare. Penso che, quando fai questo mestiere, la tua mente lavori continuamente, anche su una spiaggia in riva al mare o a casa sul divano. Amo in modo particolare trascorrere il mio tempo a Venezia: quando sono là mi sembra di vivere in un’altra dimensione, in cui tutto è più rallentato. La trovo inoltre una città super moderna. Venezia è uno dei posti che ha subito maggiormente l’influenza delle diverse culture, da quella nord-europea al patrimonio arabo e indiano. L’architettura poi è sorprendente, un melting pot di tutte le tradizioni. Sono comunque un appassionato di viaggi in generale. Mi piace molto andare in giro per l’Italia e adoro la California. Mi appassiona scoprire l’architettura dei vari luoghi, ma reputo altrettanto stimolante trovarmi su un’isola deserta o in un bosco incontaminato, facendomi sovrastare dalla bellezza della natura.

Cosa c’è nel futuro di Christian Pellizzari? E in quello del tuo brand?
Nel futuro mi auguro di sapermi circondare sempre più da collaboratori che mi aiutino a sviluppare il mio brand Christian Pellizzari e mi stimolino nel mio cammino di crescita personale. A livello pratico, insieme al mio team, sto cercando di espandere la distribuzione in vari Paesi, come gli Stati uniti e l’Asia. E poi spero di riuscire ad aprire molto presto la mia prima boutique-atelier a Milano.

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