I confronti, anche aspri, possono essere utili se si affrontano con spirito costruttivo
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I battibecchi sono il sale nella vita di una coppia. Confrontarsi e anche scontrarsi è inevitabile: sarebbe semmai strano, e preoccupante, se avvenisse il contrario. Esistono fasi in cui due persone vanno d’accordo su tutto, pensano e agiscono all’unisono, ma si tratta di solito di momenti di grazia, che per fortuna esistono ma che sono destinati ad alternarsi ad altri in cui le cose filano meno lisce. La vita a due è fatta di confronti, di negoziazioni e di compromessi: è normale quindi che talvolta ci si trovi in disaccordo. L’importante è che questi momenti non siano troppo frequenti e che non generino una tensione eccessiva. Per questo occorre imparare anche a litigare in modo sano e costruttivo, senza farsi male a vicenda.
AFFRONTARE UN PROBLEMA (UNO SOLO!) – Lo scopo di un confronto, anche aspro, deve avere sempre come obiettivo la risoluzione di un problema. Se le ragioni del litigio invece sono altre, come la ripicca, la volontà di fare del male o mettere in luce i “difetti” e le manchevolezze dell’altro, non si va da nessuna parte e si provoca solo un aumento della tensione, avvelenando ancora di più l’atmosfera. Inutile battibeccarsi perché “tu hai un brutto carattere” o perché “i tuoi non ti hanno insegnato proprio nulla!”: molto più utile è invitare con fermezza la gentile metà a non lasciare le scarpe in mezzo al soggiorno o a riordinare il bagno dopo aver fatto la doccia. Lasciamo stare i massimi sistemi e concentriamoci su un obiettivo più vicino a noi: la casa deve restare in ordine dopo che abbiamo passato due ore a pulire e lucidare tutto.
QUI E ORA – Soprattutto quando siamo stanchi e tesi, come accade spesso nei momenti difficili come quello che stiamo attraversando adesso, limitiamo la discussione all’argomento sul tappeto. È del tutto inutile tirare in ballo gli argomenti di litigio degli ultimi sei mesi, ritornando a quella volta che… Facciamo uno sforzo per controllare la nostra frustrazione e concentriamoci sul momento presente, lasciando il passato alle nostre spalle. Se però ci sono temi di scontro ricorrenti, può essere opportuno scegliere un momento in cui siamo entrambi ben disposti per affrontarli nel modo più sereno possibile. Chiediamo con sincerità e con gentilezza quello di cui abbiamo bisogno e cerchiamo di proporre sempre una soluzione al problema nel momento stesso in cui lo solleviamo: ad esempio, se avvertiamo come eccessivo il nostro carico di lavoro domestico, affrontiamo la questione in modo tranquillo e assertivo. Possiamo ad esempio studiare una soluzione per ripartire alcune mansioni, coinvolgendo anche i figli oltre al compagno, oppure valutare l’idea di stanziare un piccolo budget per qualche ora settimanale di aiuto domestico.
MODERARE I TONI – Un litigio, per essere costruttivo, deve contenersi entro certi toni senza mai degenerare nell’attacco personale o peggio ancora nell’insulto e nella violenza, anche solo verbale. Essere in disaccordo non autorizza le due parti a superare i limiti della buona creanza e del comportamento civile. Controlliamo anche i gesti: il linguaggio del corpo può ferire quanto le parole, e anche di più.
QUANDO L’AMOR DI PACE È UN ERRORE – Litigare in continuazione è logorante e inutile, ma anche non farlo mai è un segnale di cattiva salute del rapporto: significa che uno dei due (o anche entrambi) rinunciano a qualcosa di cui hanno bisogno per amor di pace. Se si tratta di cose di poco conto, può valerne la pena, ma se si tratta di reali necessità della persona non si può e non si deve passarci sopra. Lo spirito di sacrificio non può durare in eterno: il fatto che entrambi trovino spazio e soddisfazione all’interno della relazione è il primo ingrediente per la buona riuscita del rapporto. Meglio mettere la questione sul tappeto e confrontarsi nel modo più sereno possibile, ma anche senza venir meno a una parte di se stessi.
IMPARARE A MEDIARE – Nelle relazioni, che siano sentimentali, lavorative o tra amici, tutto è questione di compromessi. Non possiamo avere sempre e solo quello che vogliamo noi, anche se ci sembra di essere nel giusto. Non si tratta di cedere le armi fin dal principio: prepariamoci semmai, quando ci confrontiamo con un’altra persona, a una trattativa che ci porti ad incontrarci a metà strada. Se manifestiamo disponibilità e apertura verso una soluzione alternativa a quella che abbiamo in mente, trasmetteremo all’altro la sensazione di essere pronti a collaborare, magari in cambio di qualcosa d’altro: in questo modo la nostra controparte sarà più disposta a venirci incontro.
E ALLA FINE, FACCIAMO PACE - Ogni confronto, anche se animato, deve concludersi con il ritorno dell'armonia e del sorriso. Un vecchio proverbio esorta a non lasciar tramontare il sole sulla propria collera: l'invito è non far durare il malumore che segue una lite oltre la giornata. Se nel corso della discussione, o nella fase di riflessione successiva, ci rendiamo conto di aver avuto torto o di aver superato i limiti, chiediamo immediatamente scusa. E se proprio la tensione e la collera devono ancora scaricarsi, meglio uscire di casa per una corsa, una camminata o, al limite, per un urlo liberatorio.