Ecco perché vola su una scopa, porta dolci o carbone e lascia i suoi doni in una calza
Foto: Martino Sacchi © Tgcom24
La Befana, lo sanno tutti, è vecchia, viene di notte, cavalcando una scopa volante e con le scarpe rotte ai piedi. Nella sua gerla o in un sacco di iuta tutto rattoppato, porta dolci e caramelle ai bambini buoni, ma anche qualche pezzo di carbone a chi è stato monello: per assicurarsi la sua visita è necessario appendere una calza al camino o, in mancanza di questo, in un posto bene in vista. Inutile cercare di imbrogliarla con una calza gigante o addirittura con una calzamaglia: lei lascerà solo quello che ha già stabilito e a seconda del comportamento dei bambini di casa. È l’ultimo personaggio a presentarsi sulla scena delle feste natalizie e il suo arrivo, nella notte dell’Epifania, “tutte le feste si porta via”. È protagonista di molte storie e racconti, interessanti da conoscere.
Il suo nome, Befana, deriva da Epifania, che in greco significa “manifestazione”, e non a caso arriva proprio in occasione di questa festa, nella notte tra il 5 il 6 gennaio. Nella tradizione cristiana, rifiutata inizialmente, ma poi accettata gradualmente già dalla fine del Medioevo, la vecchietta volante è legata alla figura dei Re Magi. La leggenda racconta che i Tre Re, sulla loro strada verso Betlemme, a un certo momento persero la strada: si fermarono quindi a chiede informazioni finché una vecchietta non indicò loro la giusta via. Gaspare, Melchiorre e Baldassarre la invitarono allora a unirsi a loro per andare a portare doni a Gesù Bambino: l’anziana rifiutò, ma poi si pentì della sua pigrizia. Riempì allora un sacco con tutti i dolciumi che riuscì a trovare e si mise sulle tracce dei Magi, per unirsi a loro verso Betlemme. Non riuscì però a raggiungerli: cominciò allora a bussare a ogni porta, regalando dolcetti a ogni bambino che incontrava, nella speranza che uno di loro fosse Gesù Bambino. Ecco perché, ancora oggi i suoi doni sono soprattutto dolce e caramelle.