Home, sweet home

Casa: tra Dad e smartworking, come è vissuta da famiglia e bambini

Non solo cameretta: per i piccoli l’intera abitazione è sempre più il luogo di espressione e identità

14 Set 2021 - 05:00
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Abbaimo passato due inverni chiusi in casa per difenderci dal rischio di contagio da Coid-19: come hanno vissuto adulti e bambini il rapporto con la loro abitazione, ambiente sicuro e protetto ma nello stesso luogo di coabitazione forzata e di lavoro? Uno studio analizza il vissuto degli italiani, soprattutto dei più piccoli, nei confronti della loro casa con particolare rigardo alla cameretta dei piccoli. Con qualche risultato a sorpresa.

In questi ultimi mesi, in cui la casa ha dovuto sostituirsi in molti casi alla scuola, all’ufficio e agli altri spazi di attività di tutta la famiglia: si è perciò trasfromata in uno spazio multitasking in cui lavorare, giocare, studiare e stare insieme senza soluzione di continuità. Da qui la necessità di capire in che modo i bambini e le loro famiglie vivono oggi la loro abitazione con una indagine ad hoc. Lo studio, condotto da St. Louis School insieme ad AstraRicerche, ha coinvolto 800 genitori di bambini tra i 4 e i 12 anni. fotografando le caratteristiche e le abitudini delle famiglie italiane in termini di organizzazione degli spazi, con particolare riguardo all’ambiente per eccellenza riservato ai piccoli, ovvero la loro cameretta. Fin dai 4 anni di età, infatti, secondo i genitori, è questo il luogo ideale in cui il bambino può trascorrere il suo tempo ed esrimere liberamente la sua identità e le sue passioni.  

CASA LABORATORIO – Durante i mesi della pandemia da Covid-19 la grande maggioranza delle famiglie si è  adoperata per creare in casa degli spazi dedicati ai bambini: ha fatto eccezione appena una su dieci. Secondo la metà circa dei genitori intervistati, la casa è per i figli il luogo della relazione e degli affetti (52%), mentre per il 60% è un luogo di appartenenza e in cui regna la libertà di esprimere se stessi. Durante il lockdown, anche gli spazi dei più piccoli sono stati ripensati per una sorta di smartworking, in cui il bambino potesse giocare, ma anche seguire eventualmente le lezioni a distanza e fare i compiti. Il 35% delle famiglie ha preferito concentrare le attività dei piccoli in  luoghi riservati,a d esempio la cameretta; il 28% ha invece attrezzato ogni ambiente della casa affinché il figlio avesse i propri spazi ovunque e il 25% ha introdotto oggetti e arredi che conferissero maggiore comodità e accoglienza.

COLONIZZATORI O DOMINATORI - Analizzando le dinamiche e l’utilizzo degli spazi, lo studio ha evidenziato che circa il 51% dei bimbi delle famiglie intervistate può muoversi in tutti gli spazi della casa; il 40% li colonizza interamente, lasciando le proprie  cose ovunque; il 47% è stato definito” nomade”, libero di andare in tutti gli ambienti della casa e utilizzarli a propria discrezione. La cameretta come luogo di identità e di privacy acquista progresssivamente valore con l’aumentare dell’età del bambino e diventa davvero importante intorno ai 10-12 anni, età in cui i ragazzini sentono l’esigenza di uno spazio proprio, da dominare in esclusiva. In ogni caso, la propria stanza è lo spazio preferito dal 46% dei ragazzini delle famiglie campione, ma c’è anche un dato meno scontato: il 38%, infatti, dichiara che gli ambienti più amati sono il salotto e la sala da pranzo, luoghi in cui ci si ritrova spesso tutti insieme, all’insegna della convisione e della convivialità. 

CAMERETTA: UN LUOGO PRIVATO E DI IDENTITÀ – Analizzando il rapporto che i bambini hanno nei confronti della loro cameretta, l’80% dei genitori riferisce che questa stanza ha innanzi tutto il valore di  spazio “personale e privato”, importante per lo sviluppo dell’autostima del piccolo e fondamentale per la creazione e lo sviluppo della sua identità (79% delle risposte). Proprio per questo, secondo il 36% degli intervistati, è importante personalizzarla secondo i gusti del figlio fin dai primi anni di vita. Il 34% infatti, crede che questa stanza debba essere un ambiente pensato per crescere con il bambino e che gli dia libertà di fare (33%). La percentuale di chi vede la cameretta come una sorta di laboratorio creativo è più alta  tra i genitori di bimbi tra i 4-5 anni (38%), rispetto a quelli con figli tra i 10-12 (30%). 

Cosimo Finzi, Direttore di AstraRicerche, ha commentato: “In base ai risultati della ricerca definirei il rapporto tra i bambini e la casa come positivo, dinamico e sfaccettato: è positivo perché porta con sé forti aspetti relazionali, il legame con gli altri, il senso di appartenenza, ma anche un forte senso di protezione e tranquillità; dinamico perché la stanza del figlio è pensata per crescere insieme a lui/lei e per dare libertà di fare".

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