I consigli di sopravvivenza per avere stanze in ordine e vivere in buona armonia con il partner
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Il letto da rifare, la lavapiatti da caricare, le scarpe dimenticate in mezzo al soggiorno: l’incombenza di riordinare e pulire la casa è oggetto di liti senza fine tra i partner e di tensioni che alla lunga possono guastare l’atmosfera di serenità domestica e perfino minare il rapporto. Eppure spesso tutto si può risolvere con una corretta comunicazione, con un briciolo di buona volontà e di attenzione reciproca: ecco allora qualche dritta per avere la casa pulita e ordinata senza guastarsi i rapporti con il compagno (o la compagna).
PROBLEMI DI DELEGHE – Spesso tutto si riduce a un problema di corretta comunicazione e quindi di comprensione. Ad esempio, se abbiamo avuto una giornata difficile in ufficio e la cucina è rimasta da rigovernare, ci immaginiamo che questo lavoro spetti automaticamente alla nostra dolce metà. La nostra però è appunto una convinzione che non comunichiamo al nostro compagno: semplicemente ci aspettiamo che lui capisca da solo che il compito è suo. Il nostro lui, peraltro, in assenza di una esplicita richiesta da parte nostra, non si pone affatto il problema, ragion per cui, a tarda sera e con la cucina ancora sottosopra, scatta la lite. Chi ha ragione? Entrambi e nessuno: lui sosterrà che non può leggere nella nostra mente per sapere che deve rigovernare, noi replicheremo che queste non sono cose da dire, che il lavoro deve essere di squadra e che non si deve sempre puntualizzare tutto. Questo meccanismo, in realtà decisamente perverso, è stato persino studiato dagli esperti: si chiama “Delega immaginaria” e scatena una delle tipologie di lite dalle quali è più difficile uscire, quello in cui entrambi hanno ragione.
CHI FA COSA – Gli studi condotti sulle coppie con un lavoro extradomestico e che condividono i lavori di casa e la cura dei figli, mostrano che di solito sono le donne a compilare la lista delle cose da fare, mentre il partner sceglie da questo elenco le mansioni che gli pare di poter (o voler) sostenere. In ogni caso, in linea generale, il compito di tenere d’occhio la situazione generale e riconoscere quello che deve essere fatto, è un compito che le donne tendono ad accollarsi in misura maggiore rispetto ai loro partener maschi. Gli uomini, dal canto loro, si aspettano di essere ringraziati per la loro collaborazione.
LA TAGLIOLA DELLE DECISIONI – Il fatto di assumersi la responsabilità di mantenere la visione generale e di “preoccuparsi” di quel che c’è da fare implica anche l’onere di decidere quando una cosa deve essere fatta e in che modo. Se il nostro partner però ha una sua idea di quello che si deve intendere per “mettere in ordine”, non ha senso aspettersi che rispetti i nostri standard di riassetto e pulizia, né esigere che faccia le cose “come le faremmo noi”. Insomma, avere in mano il timone decisionale delle faccende domestiche è un’arma a doppio taglio: delegare una mansione significa accettare che venga svolta secondo la mente e i criteri della persona a cui abbiamo delegato il compito. Con pazienza e delicatezza possiamo entrare nei dettagli di un singolo compito: se è sufficiente risciacquare i bicchieri di casa prima di riporli, i ciucci del bebé devono essere invece sterilizzati e riposti con la massima cura nel loro contenitore. In questi casi è opportuno compilare una lista di priorità e concentrarsi sulle procedure più importanti, senza assillare continuamente il nostro partener-aiutante
FARE LE COSE INSIEME – In alternativa a suddividersi i compiti, si può scegliere di fare le cose insieme. Riordinare la cucina, passare l’aspirapolvere o lavare i vetri del soggiorno può diventare meno faticoso e persino più divertente se lo si fa a quattro mani. I lavori di casa possono diventare così un’occasione per passare del tempo insieme e per condividere la cura dell’ambiente in cui si vive. In questo caso occorre scegliere il momento giusto della giornata, in cui si è entrambi presenti: di sicuro si eviterà la sgradevole sensazione di essere da soli al lavoro, mentre l’altro si rilassa davanti alla tv (anche se, magari, ha appena terminato di cucinare un pasto per sei persone).
RIVEDERE GLI STANDARD – Avere la casa pulita e in ordine non significa necessariamente vivere in un ambiente disinfettato come una sala operatoria, o trasformare gli ambienti in giardini zen. La casa deve essere vissuta e abitata con fantasia, anche se questo comporta una modica quantità di confusione. La perfezione assoluta non è di questo mondo, specie se comporta fatica, stress e ansia da prestazione. Con buona pace dei metodi un po’ terroristi di Marie Kondo e dei fanatici dell’ordine a tutti i costi.