Mai dire mai

Creme e snack? Da oggi si fanno con gli avanzi alimentari

Se pensate che pomodori, carciofi e parmigiano possano servire solo per essere mangiati, state sbagliando di grosso: ecco perché!

22 Giu 2017 - 15:11
 © istockphoto

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Chi l'avrebbe mai detto? Eppure, secondo i ricercatori, è possibile recuperare gli avanzi di lavorazione di alcuni alimenti per poi impiegarli nell'industria cosmetica e nutrizionale con tecnologie assolutamente green. Come? Valorizzando pelle, bucce e lische che, uniti ad alcuni condimenti e cotti in maniera semplice, magari con una pentola a pressione o anche nel microonde, possono regalare risultati davvero sorprendenti.

Il recupero di prodotti ad alto valore aggiunto dagli scarti alimentari sta avendo in questi ultimi anni un interesse sempre più marcato, tanto in ambito sociale quanto nel settore scientifico, anche perché, nella società del benessere che non riconosce il valore del cibo, sono molti gli scarti che invece dovrebbero essere recuperati: fonte di importanti principi nutrizionali, farebbero gran bene alla nostra salute e anche al nostro portafoglio!

In casa come in azienda recuperare gli scarti oggi è possibile e anzi auspicabile: gli sprechi infatti sono enormi perché la gran parte di questi scarti viene dissipata a livello di produzione e rappresenta uno spreco di nutrienti.

Ecco che allora evitare gli spechi diventa un must; qualche esempio? Ecco qui: che ne dite di conservare e consumare le croste del parmigiano (che mia mamma cuoceva nel minestrone per insaporire le verdure, ma anche per ammorbidirla e poi mangiarla), i gambi dei carciofi (gustosissimi se impanati e fritti) e le lische dei pesci (ottime per il fumetto, un tipo di brodo di pesce ristretto che in cucina può essere impiegato come fondo di cottura dei brasati di pesce, per il brodo dei risotti, per preparazioni di salse o insaporire i sughi)?

Pensare che sono proprio gli scarti dei carciofi, così come quelli dei pomodori, che contengono una sostanza preziosa dalle spiccate proprietà antiossidanti, il licopene, che, pur rappresentando un ulteriore aggravio di costo per le imprese quando debbono essere smaltiti, dall'altro potrebbero essere utilizzati per ricavarne composti utili in ambito cosmetico, nutrizionale ed anche farmaceutico.

Nell'epoca in cui molte aziende stanno puntando sulla nutraceutica, questi composti potrebbero rappresentare una fonte importante per la preparazione di creme, snack e alimenti fortificati, ovvero quei prodotti a metà strada tra gli alimenti e gli integratori.

Il gioco è fatto? Purtroppo no: riconvertire questi scarti è molto costoso e complicato, dal momento che gli scarti agroalimentari sono spesso legati alle strutture biologiche o cellulari che li contengono.
Per poterne preservare le proprietà, i processi debbono basarsi sull'impiego di tecnologie “green” e di enzimi, o solventi, ammessi dalla vigente normativa per uso alimentare.

Forse per il momento possiamo contribuire nel nostro piccolo organizzando una cucina sempre più attenta agli alimenti nella loro completezza, ricordandoci che spesso è proprio ciò che scartiamo quello che più ci farebbe bene.

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