Dopo averlo cercato e atteso per nove mesi, arriva un bambino a stravolgere gli equilibri della coppia e a creare nuove dinamiche familiari tutte da studiare e riadattare
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Fino a qualche decennio fa, l'evoluzione da studenti single a coppia sposata alla ricerca di un figlio, era abbastanza scontata. Oggi questo percorso si sta diversificando in una grande varietà di itinerari, che sono più flessibili anche a causa di dinamiche sociali. La mancanza di posti di lavoro provoca in molti casi, il prolungarsi della scolarità, e di conseguenza, difficoltà di reperire risorse economiche necessarie al fine di consolidare un'unione. Per questo si esce dalla famiglia molto tardi, ritardando anche il momento dell'assunzione di responsabilità.
Oggi giustamente e a discapito di un po' di sano romanticismo, le coppie vogliono decidere se, quando e come diventare genitori. E se prima il desiderio era principalmente dettato dall'istinto materno, ora dobbiamo cominciare a parlare di istinto genitoriale.
Nonostante la voglia di seguire l'istinto, la scelta di avere un figlio non certo è libera da conflitti psicologici perché comporta una riorganizzazione del mondo interiore in particolare della donna ma anche dell'uomo e la creazione di spazi mentali per accogliere il nuovo membro che renderà famiglia una coppia. Per questi motivi, la scelta di avere un figlio è scesa nella scala delle priorità sociali e individuali, per paura delle possibili conseguenze, tra cui la diminuzione del tenore di vita alto per la maggior parte delle coppie, la necessità di ridimensionare viaggi, vacanze, acquisto di beni voluttuari, vita sociale, la paura di rinunciare al divertimento, ma anche l'incapacità di assumersi la responsabilità di mettere al mondo un bambino.
Il figlio è sì un nuovo ambito di possibilità ma checché se ne dica, comporta anche molte rinunce. Considerando tutti questi fattori, a oggi l'evento della nascita è stato molto rivalutato, dando attraverso i corsi di accompagnamento alla nascita maggiore attenzione alle componenti psicologiche coinvolte in tale processo.
Nel tempo sono anche cambiate profondamente le rappresentazioni culturali della genitorialità che non sempre coincidono con i reali vissuti delle madri e dei padri. Viene spesso rappresentato l'evento nascita come un evento gioioso e circondato da aspettative talvolta idilliache, mentre i racconti delle madri e dei padri fotografano situazioni stressanti, come l'aumento del carico di lavoro e di responsabilità, la stanchezza e la riduzione di sonno, la perdita della libertà, la mancanza di tempo da dedicare a sè stessi, la necessità di essere sempre disponibili e attenti, ma soprattutto il fatto di essere direttamente responsabili del benessere di un altro essere umano. Questo fa riflettere su quanto complesso sia il cambiamento da coppia a genitori, sia a livello pratico ma soprattutto a livello emotivo.
Diventare genitori, in ultimo, comporta la ridefinizione dell'intesa di coppia e di quella con la propria famiglia d'origine. La nascita di un bambino non comporta solo il cambiamento della coppia, ma quello di tre generazioni. Questo è quello che dimostra che se nel tempo tante generazioni sono state disposte a subire cambiamenti radicali, evidentemente la genitorialità è sì un momento critico ma sicuramente arricchente.