Complice la crisi economica, sono in aumento le richieste di annullamento del matrimonio presso i Tribunali ecclesiastici
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Negli ultimi 3 anni una coppia su quattro ha chiesto l'annullamento alla Sacra Rota per sciogliere il vincolo matrimoniale, con un aumento che è arrivato al 30% (dati FamilyLegal). Ancora una volta è la crisi economica a modificare le abitudini degli italiani, ma anche i tempi biblici della giustizia fanno la loro parte. I costi per annullare il matrimonio al tribunale ecclesiastico sono più contenuti di quello civile, addirittura il risparmio è garantito da una normativa della Conferenza episcopale italiana. E per chi non può permetterselo c'è a disposizione il gratuito patrocinio.
Non sono solo i costi delle pratiche di separazione a pesare sulla scelta, ma la sostanziale differenza tra un annullamento di matrimonio alla Sacra Rota e un divorzio civile, motivi sempre di natura economica. Con il tribunale ecclesiastico il matrimonio non è mai esistito: con la sentenza di nullità i coniugi non hanno più alcun tipo di legame economico, il che elimina i diritti e doveri di mantenimento del coniuge e le aspettative successorie. Con la separazione civile, invece, rimangono i doveri di mantenimento da parte del coniuge economicamente più forte verso quello più debole.
Ma per richiedere l'annullamento del matrimonio alla Sacra Rota ci devono essere delle motivazioni ben precise definite dalla dottrina cattolica. Secondo la Chiesa infatti il matrimonio è uno e inscindibile e non è annullabile, a meno che non si dimostrino precise cause di nullità. Come l'incapacità, sia per l'uomo che per la donna, di porre in essere l'atto sessuale, quindi l'impotenza.
Oppure l'incapacità per insufficiente uso di ragione, che può avvenire a causa di assunzione di farmaci, alcool e sostanze stupefacenti. Anche l'incapacità per cause di natura psichica e il dolo, ossia un vero e proprio inganno che viene ordito nei confronti del partner per estorcere il consenso nuziale, sono validi motivi di annullamento.
Insomma, risparmiare è possibile, ma a patto di fornire almeno una prova di nullità!