Nuove opportunità

Le mamme lavoratrici sognano il telelavoro

Lavorare da casa rappresenta per le donne un’opportunità per conciliare e gestire al meglio impegni professionali e famiglia, ma può anche essere una fonte di stress

18 Feb 2015 - 11:36
 © agenzia

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Smartphone, tablet, laptop e una linea adsl sono spesso gli unici strumenti indispensabili per poter lavorare da casa a distanza dall'ufficio. Quasi tutte le donne che hanno un lavoro vorrebbero usufruire del telelavoro per conciliare al meglio famiglia e lavoro. Dopo la nascita di un figlio e trascorso il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro, oppure terminati i sei mesi di congedo facoltativo previsti dalla legge, molte neomamme devono fare i conti con il rientro in ufficio e con l'eventuale scelta del nido.

La maggior parte delle donne ha serie difficoltà a conciliare famiglia e lavoro, soprattutto se non dispone di aiuti esterni e l'orario di lavoro o il posto prevedono che la mamma si assenti da casa per molte ore al giorno. Gli aiuti classici sono asili nido, baby-sitter e nonni ma, da qualche anno grazie all'avvento delle nuove tecnologie, anche in Italia si sta diffondendo il telelavoro seppure a oggi ne usufruisca solo il 3,9% della forza lavoro.

Come mai?
Perché da un lato le aziende non sono molto propense a concedere questa tipologia di collaborazione e a decentralizzare le risorse umane e, sorprendentemente, molte donne che hanno provato cosa significa veramente lavorare da casa, hanno fatto marcia indietro dopo pochi anni. Nessuna collega con cui scambiare qualche parola, difficoltà a concentrarsi perché distratte dai lavori di casa oltre che dalle attività rumorose dei bambini. Da un lato l'indipendenza e la flessibilità, dall'altro il rischio di non essere prese sul serio e di avere essere sottoposte a uno stress maggiore.

L'ideale per le donne mamme? La totale flessibilità: usufruire del telelavoro nei momenti in cui si è impossibilitate a recarsi in ufficio, per esempio nel caso in cui i bambini si ammalino ma avere comunque una postazione fissa in azienda. Ciò, anche dal punto di vista aziendale, comporterebbe una riduzione delle spese (l'assenza dall'ufficio quando i bambini sono malati, comporta un carico di lavoro maggiore distribuito sugli altri impiegati rimasti in ufficio e una forza lavoro in meno che, anche se in percentuale ridotta, grava sui costi aziendali) e un aumento della produttività.
Sarà mai possibile ottenere un lavoro a misura di mamma?

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