Non è vero... ma ci credo: le tradizioni per propiziare la buona sorte per la nuova coppia, fin dal primo istante
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A parole nessuno vuole ammettere di essere superstizioso, eppure quando si tratta di propiziarsi la buona sorte… meglio non correre rischi. E i riti scaramantici per la lunga vita di una unione sono davvero numerosi: ne proponiamo una piccola rassegna, tanto per rinfrescare la memoria e per non lasciare nulla al caso.
IL GIORNO DEL Sì – I proverbi insegnano che "di Venere e di Marte non si sposa e non si parte": meglio dunque evitare il martedì e il venerdì per la cerimonia nuziale. Marte era dio della guerra e quindi considerato di cattivo auspicio per una nuova coppia, mentre il venerdì è un giorno infausto per tradizione. Il fatto però che sia la giornata dedicata a Venere fa del venerdì, in alcuni Paesi tra cui la Norvegia, il giorno più romantico in assoluto.
LA COPPIA – Una delle scaramanzie più conosciute sta nel fatto che, nel giorno del sì, i due sposi non devono incontrarsi. Il divieto diventa tassativo quando la sposa è già vestita con l’abito nuziale: lo sposo deve attenderla rigorosamente all’altare e, possibilmente, non ammirarla troppo mentre percorre la navata. Proprio per nascondere fino all’ultimo il suo volto, la sposa entra con il velo davanti al viso e si mostra solo quando il padre, o chi la accompagna all’altare, solleva il velo e la mostra al quasi-marito.
LA SPOSA – Non tutti sanno che, prima delle nozze la sposa non deve guardarsi allo specchio quando è completamente vestita. Per controllare la sua immagine deve almeno sfilarsi, una scarpa, o un guanto, o almeno un orecchino.
LO SPOSO – Una volta pronto e uscito di casa non deve mai voltarsi indietro e tornare sui propri passi. Se ha dimenticato qualcosa, deve mandare qualcuno a rimediare alla distrazione.
L’ABITO E GLI ACCESSORI – Le raccomandazioni della nonna prescrivono alla sposina di indossare, con il suo abito una serie di accessori:
-una cosa vecchia – appartiene al proprio passato e simboleggia tutto quello che ci si lascia alle spalle, senza rinnegarlo. Ad esempio può trattarsi di un piccolo gioiello, di un fermacapelli o anche di un capo di biancheria: è sufficiente averlo già indossato un paio di volte prima del giorno del sì.
-una cosa nuova – simboleggia la nuova vita che si sta per cominciare. Può essere l’abito stesso, o le scarpe o anche le calze.
-una cosa prestata – è il simbolo dell’affetto delle persone che circondano la sposa e continueranno a sostenerla per sempre: può trattarsi di un gioiello, di un fazzolettino o di qualcosa da tenere con sé ne giorno del sì.
-una cosa regalata – è un altro simbolo dell’amore dei propri cari.
-una cosa blu – il colore simboleggia la sincerità e la purezza della novella sposa. E’ sufficiente un nastrino di questo colore inserito nella giarrettiera o cucito all’interno della cintura dell’abito.
-la giarrettiera - non è un portafortuna “obbligatorio”, ma ha una lunga tradizione. In passato si credeva che ottenere un pezzetto dell’abito della sposa portasse fortuna alle ragazze invitate, ragion per cui la sposa si sfilava la giarrettiera e la lanciava alle sue amiche. A volte la giarrettiera viene lanciata tra gli invitati celibi, i quali ostentano poi il dono, applicandolo ad esempio al cappello.
LA CRAVATTA DELL SPOSO – In alcune regioni d’Italia è uso, alla fine della festa nuziale, tagliare la cravatta sposo, lasciandogli indosso solo la parte con il nodo. Il resto viene tagliato a striscioline, ciascuna delle quali viene “venduta” ai vari invitati in cambio di una banconota. Il denaro viene infilato in una bottiglia vuota, come ulteriore dono di nozze per la nuova coppia.
GLI ANELLI – Mai acquistare insieme l’anello di fidanzamento e le fedi nuziali, se non si vuole incorrere in potenziali dispiaceri. Allo stesso modo non si devono indossare le fedi prima del momento del sì: è ammessa solo una breve prova, per verificare il diametro dell’anello. Se poi, per incidente, gli anelli dovessero sfuggire di mano e cadere a terra in chiesa, possono essere raccolti solo da chi presiede il rito. La fede si porta all’anulare sinistro fin dai tempi dell’antico Egitto: si credeva infatti che, in questo dito passasse una vena che arriva direttamente al cuore, portando così tutti i sentimenti.
L’INGRESSO IN CASA – Una tradizione antichissima (risale addirittura agli antichi Romani) impone che lo sposo sollevi di peso la sposa sulla soglia di casa e la porti tra le braccia fino al letto. Se la fanciulla dovesse inciampare sarebbe considerato di pessimo auspicio.