Prevede poche regole, ma molto precise, dettate dall’igiene e dal buon gusto
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Che cosa prevede il galateo quando, a tavola, vogliamo consumare del pane e ci troviamo in un ambiente più formale di quello a cui siamo abituati? E come dobbiamo comportarci se vogliamo offrire una cena elegante, senza commettere errori e impressionare (positivamente) i nostri ospiti? Le regole del bon ton in materia di pane sono poche e facili da rispettare, ma molto precise e da tenere bene a mente, per evitare brutte figure e, soprattutto, per non trovarci in confusione.
Questo è già un punto critico: se nelle occasioni informali il pane si serve nel classico cestino foderato di stoffa (in mancanza del cestino è ammesso anche un piatto, ma è meglio una soluzione più creativa come un sacchetto di tela rustica o di carta brown apposita) da posizionare in centro alla tavola, nelle occasioni più formali il pane non sta in tavola, ma deve essere collocato su un tavolino a parte e a portata di mano: sarà la padrona di casa, o chi serve in tavola, a offrirlo ai commensali, facendo attenzione che ciascuno ne riceva un’altra porzione non appena avrà terminato la prima. La porzione andrà appoggiata sull’apposito piattino collocato a sinistra di ciascun commensale, insieme a un piccolo coltello eventualmente da utilizzare per spalmare una piccola quantità di burro o di formaggio. In assenza del piattino, il pane si può appoggiare direttamente sulla tovaglia, sempre sulla sinistra del commensale. Se serviamo del pane in filone, questo va tagliato in cucina e servito già affettato: ciascun commensale ne prenderà una fetta con le dita, avendo cura di toccare solo quella. La stessa regola vale per i panini: meglio sceglierli di piccole dimensioni, da posizionare con armonia nel cestino, avendo cura che siano tutti rivolti con la parte curva all’insù o coricati su un fianco: un’antica tradizione ottocentesca indica che il pane servito “a faccia in giù” sia segno di disprezzo nei confronti dell’ospite. I grissini si servono nell’apposito porta grissini o nel cestino del pane, avendo cura di posizionarli in modo che abbiano un equilibrio stabile.
Dare l’assalto al pane mentre si aspetta che venga servita una portata è considerato un gesto poco educato, anche se abbiamo accanto a noi un invitante cestino colmo di sfiziosi e fragranti panini artigianali. Lo stesso vale per grissini, crakers, focaccine, a meno che non si tratti di stuzzichini offerti insieme all’aperitivo. Il pane, dunque, si mangia solo insieme alle altre vivande e non in attesa della prima portata o tra una portata e l’altra.
Il bon ton vuole che il pane non debba essere addentato né toccato con le posate: si spezza con le mani in piccoli bocconi che si portano alla bocca con le dita. Non si usa quindi il coltello, tollerato solo per tagliare un pezzetto di burro o formaggio da appoggiare sul pezzetto di pane e da mettere in bocca. Burro e formaggio, nelle occasioni più formali, non si spalmano, ma si appoggiano solo sul boccone di pane. Proibitissimo infilzare il pane con la forchetta e usarlo per aiutarsi a raccogliere un boccone: per questo scopo meglio utilizzare con delicatezza il coltello o un’altra posata.
– Un altro gesto considerato poco educato è dividere la mollica dalla crosta: il pane si spezza e si mangia tutto insieme. Per romperlo ci si appoggia all’apposito piattino, per evitare di sbriciolare sulla tovaglia: in mancanza del piattino si utilizza il proprio piatto. Proibito giocherellare con le briciole o fare palline con la mollica perché il pane non deve essere sprecato. Per lo stesso motivo, quando ci siamo serviti di una porzione di pane, è bene mangiarlo tutto.
Raccogliere le salse o il condimento rimasto in fondo al piatto, la classica “scarpetta”, è un gesto considerato inelegante e come tale andrebbe evitato, anche nelle cene informali. Su questo punto, però, ormai esistono numerose deroghe e la scarpetta è stata sdoganata anche in molti ristoranti di lusso e negli ambienti eleganti. Se abbiamo qualche dubbio su come comportarci, osserviamo la padrona di casa o la nostra ospite e adeguiamoci a quello che fa lei. In ogni caso, la “scarpetta” comporta sempre il rispetto della regola secondo cui il pane non si tocca con le posate: spezziamo quindi un pezzetto di pane con le mani e, sempre con le mani, raccogliamo quel meraviglioso sughetto che proprio sembra un delitto abbandonare lì. In ogni caso è meglio non strusciare il piatto fino a lasciarlo pulito: limitiamoci a un paio di bocconcini per mostrare il nostro gradimento e fermiamoci lì.
Il pane può restare in tavola fino al momento in cui vengono serviti i formaggi: va ritirato, insieme ai relativi piattini, prima che in tavola compaiano la frutta e il dessert. Quando vengono raccolti i piatti dell’ultima portata, si sparecchia anche il pane con le relative stoviglie e si provvede a raccogliere le briciole con l’apposito attrezzo. A quel punto, la tavola è pronta per accogliere le portate conclusive, con dolci, frutta e gelato.