Le interviste di Elena Misericordia

Michela Boriotti, da stilista di moda a designer di gioielli

Un lungo viaggio fino all'Australia dove regnano le magnifiche perle che impreziosiscono la sua linea di gioielli.

di Elena Misericordia
15 Nov 2016 - 11:08

Il lungo viaggio di Michela Boriotti nel mondo della moda ha inizio molti anni fa, in una scuola di provincia alle porte di Milano; in quell’edificio grigio, che un tempo aveva ospitato una caserma dei carabinieri, le bastava aprire una finestra per iniziare a sognare … ed era tutto un susseguirsi di fantasie sui paesi lontani,  sulle luci e i colori che rallegravano il mondo là fuori, una realtà fatta di forme perfette, ricercate ed eleganti. Avrebbe voluto diventare architetto, ma l’incontro fortunato e fortuito con un docente del Politecnico di Milano l’ha catapultata d’improvviso nella realtà del design. Dopo aver frequentato un Master in Design e Management della Moda all’Università Bocconi, ha iniziato un’intensa collaborazione con le aziende leader del settore, da Naj-Oleari a Loro Piana, sviluppando progetti di ricerca ed iniziando anche a realizzare delle vere e proprie collezioni per diversi marchi di abbigliamento (Naj-Oleari, F.D.V, Mimpi, Baik).

Il desiderio timidamente accennato tra i banchi di scuola, ormai stava prendendo forma. E così sono iniziati anche i viaggi attraverso quei continenti lontani ed irraggiungibili, che avevano ispirato i suoi sogni di ragazzina. Per dieci anni la sua vita si è svolta da un aeroporto all'altro, a spasso tra Europa, Stati Uniti ed Asia, con la valigia sempre pronta  e le gocce di melatonina sul comodino. Tutto questo sino ad oggi: l'àncora infatti ormai è stata gettata e la sua barca si trova saldamente ormeggiata … in Australia!

Per quale motivo, dopo tutto questo girovagare, hai deciso di stabilirti in Australia? Quali cambiamenti sono intervenuti nella tua vita?
Il tema del viaggio è stato una costante fissa del mio percorso di crescita personale e professionale. La passione per il mio lavoro, così affascinante ed intenso, mi ha portata in giro per il mondo, a stretto rapporto con culture ed approcci di business differenti. Questi ripetuti spostamenti, da un lato mi hanno stimolata dal punto di vista creativo e mi hanno permesso di ampliare la mia rete di contatti, dall'altro però non mi hanno consentito per lungo tempo di individuare un luogo da chiamare “casa” e mi hanno costretta lontana dagli affetti più cari, impedendomi di costruire relazioni stabili e durature. Ho però imparato a trovare dentro di me il vero equilibrio, quello che ti fa sentire in pace con te stessa e con gli altri. La svolta decisiva è arrivata dall’incontro con Jesse, ora mio marito, capitano di barca australiano, con una attività diversa e particolare: la sua famiglia infatti, da tre generazioni, è dedita alla pesca delle aragoste ed alla coltivazione delle perle su una piccola isola, sperduta in mezzo al mare, a 500 km a nord di Perth ed a tre ore di navigazione dalla costa.
L’isola, che ci ospita ogni anno per quattro lunghi mesi, è totalmente disabitata. Gli approvvigionamenti sono complicati e richiedono il rientro sulla terraferma, non esiste un acquedotto ma ci serviamo dell’acqua piovana, l’elettricità è fornita da generatori. Le giornate sono semplicemente scandite dai ritmi della natura.


L’incontro con tuo marito come ha influito sulle tue scelte personali e professionali?
Il desiderio di costruire una famiglia e di affiancare mio marito nello svolgimento della propria attività mal si conciliava con le tempistiche categoriche e strette del settore della moda. Ho deciso pertanto di reinventarmi in un nuovo continente, sviluppando un progetto attraverso il quale continuare ad esprimere la mia creatività, senza però trascurare me stessa e le esigenze della mia nuova famiglia. Dal 2013 ho creato con Jesse una collezione di gioielli, “Liddon Pearls”, sfruttando e celebrando l’unicità delle perle australiane.

Quali sono le caratteristiche principali della linea “Liddon Pearls” e quanto della tua esperienza passata e presente possiamo ritrovare nei tuoi gioielli?
Si tratta di una collezione dalle linee essenziali, che esalta il pregio e la lucentezza delle perle australiane, simbolo intramontabile di purezza, armonia e sensualità. La natura selvaggia, le acque incontaminate e cristalline della costa australiana, rendono le perle di questo continente famose in tutto il mondo per la loro assoluta preziosità e per le loro impareggiabili sfumature di colore, tinte pastello, con toni che vanno dall'argento al rosa, dal verde al viola. La produzione avviene principalmente in Italia per garantire la massima qualità della manifattura. “Eccellenza” è una delle parole chiave del mio percorso, sin dalla mia tesi sul lusso, dall'esperienza in Loro Piana e nelle seterie di Como; ho imparato che lusso non significa soltanto sofisticazione estetica ed ostentazione, ma anche e soprattutto qualità della materia e dei processi produttivi. Questa collezione si rivolge alle donne che amano indossare accessori di estrema qualità, durevoli nel tempo, unici nella loro originalità.

Quali sono i tuoi progetti e i tuoi propositi per il futuro?
In questo periodo mi sto dedicando alla organizzazione ed attivazione della vendita on-line dei gioielli attraverso il mio sito. A settembre ho in previsione un evento a Perth e a novembre un altro in Italia, dove potrò finalmente riabbracciare anche i miei genitori. Non ho comunque completamente abbandonato il mondo della moda: sto infatti sviluppando anche una nuova linea di abbigliamento in collaborazione con una famosa chef australiana, Anna Gare. Una collezione dove la seta si abbina a stampe digitali legate al tema del cibo. Il lancio avverrà quest’autunno, in concomitanza con l’uscita del libro di ricette di Anna. Al tempo stesso ho il buon proposito di seguire da vicino mio figlio Leo, sempre più monello e spericolato, nella sua crescita alla scoperta del mondo; vorrei ricominciare a frequentare i miei corsi di pilates con regolarità, prendere la patente nautica, in modo da essere indipendente anche nei mesi di permanenza sull'isola e … continuare a fare il pane in casa, secondo la migliore tradizione italiana!

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