Non c’è posto nell’armadio

Milano: partita la Settimana della Moda

Vedremo sfilare la massima creatività italiana delle firme storiche e dei nuovi stilisti per la stagione primavera- estate 2015

18 Set 2014 - 10:04
 © ansa

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E' iniziata la settimana della moda a Milano. Martedì sera i milanesi hanno festeggiato la notte bianca liberando l'anima fashion del pre-sfilate. Le grandi firme sono state prese d'assalto. Tutti curiosi di indossare i capi della moda autunno- inverno. Ma noi in questa settimana vedremo sfilare la massima creatività italiana delle firme storiche e dei nuovi stilisti per la stagione primavera- estate 2015.

La moda è un settore sempre in auge, che coinvolge molti giovani. Lo stile scorre nelle nostre vene e non potrebbe essere diversamente visto la nostra storia. Beh a questo punto mi sembra giusto fare una breve carrellata storica del nostro Made in Italy (ne citerò soltanto qualcuno per dimostrarvi che ho studiato).

Partiamo da Elsa Schiapparelli (anni '30), celebre il suo pull oversize nero a disegni bianchi; Roberto Cappucci (anni '50) un maestro nel lavorare il raso, la seta grezza, il taffettà… come tessuto “evanescente ma scultoreo”. Stessi anni, Roberta Camerino (Giuliana Coen Camerino) nel cuore delle nostre mamme e non solo, per la borsa Bagonghi in velluto rosso, verde e blu e ricami in oro. Valentino Garavani che, malgrado il fallimento iniziale del suo atelier, divenne negli anni '60 lo stilista più amato da attrici come Liz Taylor, Sophia Loren e le first lady Jackie Kennedy e Nancy Reagan. Adorato anche per il suo inconfondibile rosso. Ottaviano Missoni che elevò "la maglia a una forma d'arte”. Elio Fiorucci che nel periodo del '68 intuì i nuovi bisogni, "i cambiamenti nel gusto, le spinte dal basso della moda pagana e provocatoria vista sulla scena londinese, in forte contrasto con quella confezionata e borghese”.
Giorgio Armani, ancora oggi stilista che incarna e riflette il Made in Italy: "un total look e un lifestyle dinamico e urbano, fatto di una razionalità rivoluzionaria. Armani è tutt'uno con il successo della famosa giacca che libera l'uomo dalla corazza borghese e dà sicurezza alla donna con la sua apparenza mascolina. Sceglie stoffe leggere, colori freddi, non usa fodere, sposta i bottoni, assottiglia e arrotonda le spalle: le sue sono intuizioni che fanno storia, come quella di vedere nei giovani un nuovo mercato inesplorato".

E poi Nicola Trussardi, Alba Ferretti, Franco Moschino, Anna Molinari per la linea Blumarine, Laura Biagiotti, Gianni Versace, Miuccia Prada, Roberto Cavalli, Domenico Dolce, Stefano Gabbana, più comunemente conosciuti come Dolce & Gabbana, Gianfranco Ferré e mi fermo qui altrimenti non mi pubblicano il pezzo.
Vedete possono dire tutto di noi italiani e come sappiamo per adesso l'Unione Europea ci ha preso gusto a bacchettarci, ma in fatto di moda tutti si devono inchinare di fronte al Made in Italy. Come avrete capito la nostra storia è ricca di stilisti che hanno cambiato, attraverso gli abiti gli usi e costumi della nostra vita. Hanno avviato rivoluzioni culturali che hanno valicato i confini italiani e ci hanno resi famosi in tutto il mondo. Quando andiamo all'estero non è vero che ci riconoscono come italiani per il nostro 'colore' e i nostri usi a volte poco ortodossi ma per i nostri vestiti. Provate a chiedere ad un tedesco di vestirsi come noi, vi garantisco che neanche con tutta la buona volontà e una mano divina riusciranno ad essere come noi - non nego che esistono delle eccezioni – perché non hanno il nostro stile, non riescono ad avere il nostro portamento e il nostro charme. Non si arrabbi nessun straniero - soprattutto i citati tedeschi - ma la moda, il gusto e lo stile italiano non si toccano: sono più unici che rari!

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