La parola d’ordine del prossimo autunno-inverno è: semplicità
Dopo tante stagioni in cui le sfilate sono state improntate alla grandiosità e alla complessità, la moda torna a una dimensione più semplice, ma improntata alla ricerca di ciò che ha un valore autentico, anche dal punto di vista dei sentimenti. E’ questo il mood che si è respirato sulle passerelle di Miuccia Prada, nell’ambito della Settimana della Moda milanese dedicata al men’s wear per il prossimo autunno-inverno.
Tutto questo si vede già dalla scenografia: la sfilata è ambientata in un ambiente che ricorda quello di una casa di abitazione. La prima uscita nella sua semplicità parla da sola: un pantalone di velluto beige, un golf grigio, una camicia azzurra. Il sottofondo di musica classica cede il passo a suoni industriali, la modestia, rappresentata da pelle e velluto, è accostata al ricordo di antiche ribellioni, con i baschetti in pelle che ricordano quelli delle Pantere Nere. "Quella di non dover fare sempre di più, di ritrovare la modestia e semplicità dell'esistenza, è un'esigenza condivisa", spiega Miuccia Prada, che nella sua collezione uomo immagina una ribellione "contro tutto", all’insegna di verità e umanità. Questa esigenza nasce da "una violenza estraniante, io sento molto - confida - la violenza politica e il bisogno di umanità".
Giacche, cappotti e pantaloni in pelle si contrappongono così alla riscoperta di un tessuto che non si usa più e ma che è presente nell'armadio di tutti, come il velluto mille coste: ora è reinterpretato nei giubbini e nei calzoni che si allargano sul fondo coprendo i polacchini di pelo. Non manca un aspetto poetico, l'idea di "un pittore della domenica, di un'arte modesta, naif, che chiunque può fare", raccontata dai pull con paesaggi pittoreschi dalle pennellate sfumate e nei "fiori più stupidi possibili" che decorano i maglioncini per lei.
Il bisogno di calore è espresso anche da pantaloni e cappotti di tweed e maglioni di angora, abbinati a ciondoli portafortuna con legnetti e conchiglie e ad un tocco rustico espresso dalla sciarpa di lana, fatta a mano come quella della nonna, portata sul pullover a rombi o sul giubbino di velluto a coste. Anche la donna è una contestatrice di velluto vestita, ma senza rinunciare a sfaccettature e contraddizioni, come raccontano l’angora ricamata, la pelliccia con borchiette e i calzini a fiorellini.