Katia Bassi, Chief Marketing Officer di Lamborghini: dalla magistratura al rombo dei motori con garbo e fermezza
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Donne e motori, gioie e dolori? Assolutamente no: anzi, anche nel settore dell'automotive, tradizionalmente rivolto a un pubblico maschile, la sensibilità e la determinazione delle donne è fondamentale per raggiungere gli obiettivi aziendali. Ecco dunque come Katia Bassi ha conquistato una posizione al vertice di una delle aziende italiane che rappresenta l'eccellenza nel mondo delle auto di lusso: Lamborghini.
Katia, buongiorno. Come sta?
Benissimo, ma un po' di corsa... Sto arrivando da Ginevra per il Salone dell'Auto che si tiene in questi giorni.
Mi racconta un po' di sé? Per esempio, cosa sognava di diventare da grande?
Ho studiato legge, volevo diventare magistrato. Mi interessava il mondo dei minori, avrei voluto fare qualcosa per loro; ho iniziato lavorando in uno studio legale mentre studiavo. Non volevo più pesare sulle spalle dei miei genitori e mi piaceva l'idea di essere indipendente.
E poi cosa è successo?
Fui chiamata dal Gruppo Swatch Italia e iniziai a lavorare nel marketing; in seguito mi sono occupata anche di gioielli, oltre che di orologi. Insomma, prodotti molto femminili che però non mi hanno impedito di nutrire comunque interesse per altre realtà. Infatti, sono approdata nella Ferrari di Luca Montezemolo, unica donna nel top management.
Non deve essere stato semplice farsi accettare...
In realtà non ho avuto problemi: dopo un po' di diffidenza e stupore iniziale, ha prevalso la professionalità. Io sono sempre stata me stessa, non volevo essere la brutta copia di un uomo, non ho mai vestito panni che non sentissi miei. Essere autentica, avere garbo, fermezza, determinazione e fiducia negli altri è sempre stato il mio modo di essere.
Un amore per le "Rosse" che ha tradito per il calcio, mi pare.
La verità è che io amo lavorare per progetti. Avevo chiuso il mio in Ferrari e mi sono affacciata al mondo dello sport. Ricevetti una proposta da Moratti per occuparmi dell'Inter di Mourinho. Non avevo competenza specifica sul calcio, ma sapevo fare bene il mio lavoro. La consapevolezza della mia professionalità ha avuto la meglio su molti candidati maschi che avevano concorso per la stessa posizione. In effetti anche all'Inter ero l'unica donna nel board, una costante della mia vita professionale.
E l'esperienza con l'NBA, la lega americana del basket?
Divertente ed emozionante. Quando mi proposero questa opportunità, volai negli States. Mi chiesero quanto ne sapessi di basket: in realtà, assolutamente nulla. Ma non mi spaventava l'idea, anzi trovavo che fosse stimolante portare in Italia parte della cultura e della tradizione di questo sport tanto amato oltreoceano. Ho fatto conoscere meglio il basket americano in Italia, ho organizzato eventi, manifestazioni, incontri. Quattro anni intensi e ricchi di soddisfazioni.
Ma alla fine hanno vinto i motori, è così?
Sì, sono tornata alle automobili, questa volta però per un'azienda britannica, la Aston Martin. Cinque anni impegnativi trascorsi in un contesto dove non solo ero l'unica donna del board, ma anche l'unica straniera. Insomma, una bella scommessa.
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E poi di nuovo in Italia, finalmente.
Stefano Domenicali, dopo l'esperienza in Ferrari, è diventato AD di Lamborghini; in questi anni siamo sempre rimasti in contatto, condividendo stima e rispetto reciproci. Sono stata chiamata per avvicinare questo brand, così fortemente legato alla forza e alla potenza, al mondo femminile. Per questo ho creato il Female Advisory Board (il "FEB"), un osservatorio di duecento donne importanti, professioniste, imprenditrici, influencer, con storie tutte diverse e con i propri vissuti per capire cosa davvero vogliono le donne da auto super sportive come la Lamborghini Urus. Sono persone che ho raggiunto ovunque nel mondo, volando da Dubai a Macao, da Singapore a New York, da Milano a Hong Kong, Londra, Tokyo, raccogliendo le loro idee, i loro pensieri.
Come si descriverebbe?
Sono una persona straordinariamente curiosa, ho un costante bisogno di stimoli nuovi e diversi, desidero sempre imparare e amo viaggiare. L'anno scorso, facendo i conti, sono rimasta in Italia non più di due mesi!
Un suggerimento per le donne che vogliono raggiungere il successo nel lavoro?
Mai sentirsi sottotono, mai sentirsi inadeguate, ma credere in se stesse, credere fermamente nelle proprie capacità e competenze, non avere paura di buttare il cuore oltre l'ostacolo. E poi vorrei aggiungere che la solidarietà, il sostegno, la capacità di fare squadra è una delle cose che forse dovremmo copiare dai maschi.