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"Giocare con la fantasia è l’esercizio migliore per rimanere giovani"

Idee chiare e una passione assoluta per il marketing: Roberta Ferri, Marketing Manager di Inalca, si racconta a Tgcom24

di Carlotta Tenneriello
24 Apr 2020 - 09:39
 © ufficio-stampa

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Modenese, una grande energia e tanto entusiasmo: è Roberta Ferri, attualmente Marketing Manager di Inalca, azienda leader nel settore alimentare. Design e buon cibo, oltre che i viaggi, sono la sua passione, ma non solo: ecco la sua storia.

Roberta Ferri, Marketing Manager di Inalca

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Roberta, buongiorno. Mi racconta un po’ di sé?
Sono pronta: sapevo che me lo avrebbe chiesto, mi aveva accennato al tipo di chiacchierata che avremmo fatto e a qualche domanda che mi avrebbe posto…

Allora cominciamo: come era da bambina?
Anche se non si direbbe, da bambina ero particolarmente timida e di fatto lo sono in realtà ancora oggi quando mi trovo davanti a un microfono e a una platea. Durante l'adolescenza fortunatamente mi sono appassionata allo sport, e nello specifico alla pallavolo, che ho praticato a livelli semi professionistici fino all'Università. Lo sport di squadra mi ha rafforzato in tutti i sensi e mi ha aiutato moltissimo a superare gli anni critici della pubertà. Davvero una scuola di vita.

Che cosa pensava di diventare da grande?
Il mio sogno era diventare architetto, ho sempre avuto un grande amore per l’interior design, ma al termine della scuola superiore ho deciso di studiare Economia all'università di Modena e Reggio Emilia. Man mano che studiavo, mi sono accorta di avere delle passioni che non sospettavo, come la matematica, che mi divertiva molto. Quanto al marketing, pur essendo un argomento molto interessante, nel mio corso di studi si affrontava in un solo esame, ma grazie alle testimonianze aziendali e a docenti molto preparati, scoprii anche di avere un interesse verso il mondo industriale e del food in particolare, che mi risultava particolarmente affascinante.

Una volta laureata quindi il percorso era segnato...
In realtà, no. Anche se mi sarebbe piaciuto entrare subito in un’azienda alimentare, appena laureata decisi di recarmi in Inghilterra per studiare l’inglese e lì ho conseguito il First. Nello stesso tempo cercavo lavoro e risposi a un’inserzione di un’azienda operante nella business information di Bologna, ma con l’idea di lavorare per l’Italia dagli uffici di Londra. Volevo mettermi alla prova e, superata la selezione e ottenuto il posto, accettai l’offerta. Il contratto prevedeva una permanenza di tre anni nel Regno Unito, ma era la fine del 2001 e dopo l’attentato alle Torri Gemelle tutto cambiò, sopravvenne la crisi globale e alla fine rimasi nella City un anno e mezzo.

Una bella esperienza, comunque.
Assolutamente sì, estremamente formativa sia da un punto di vista personale che professionale, naturalmente. Pensi che avevo addirittura la responsabilità dell’apertura e della chiusura degli uffici, pur essendo giovanissima. Un periodo davvero molto intenso.

E una volta rientrata in Italia?
Volevo fortemente applicare la mia esperienza al prodotto, non solo ai servizi. Feci una esperienza importante in una azienda italiana leader nel settore viaggi e turismo. Mi affidarono un progetto innovativo dedicato al geomarketing, che per me fu estremamente sfidante. Due anni dopo ricevetti un’altra offerta e questa volta proprio nel settore del food, il mio sogno.

Immagino stia parlando di Inalca…
Esattamente. Mi fu offerto un ruolo come Project Manager per Montana, marchio storico e famoso per la carne in scatola. L’azienda ha la sede principale a Modena, quindi fui doppiamente felice, visto che è proprio vicino a casa mia. Fondamentalmente, ho ottenuto quello che volevo e che davvero mi piaceva: seguire un prodotto dalla genesi, dall'idea concettuale, fino a vederlo realizzato e confezionato per poi  ritrovarlo sugli scaffali e poterne pertanto seguire l’intera filiera. Una grande soddisfazione.
 
Carne e alimentazione sana: se ne parla sempre più spesso.
E’ un tema molto delicato perché tocca la nostra identità, l’espressione del nostro "io" fisico, edonistico e valoriale, ma riguarda anche l’aspetto relazionale e sociale, il nostro interagire e vivere con gli altri. In un momento in cui siamo sottoposti ad un eccesso di informazioni e stimoli, ma anche di fake news - e il web ha avuto un ruolo determinante in questa trasformazione - diventa difficile orientarsi, soprattutto quando si parla di cibo. Scegliere in un mondo di opportunità, ma anche di minacce, è diventato estremamente complesso.

Come consumatrice e come manager qual è la sua opinione?
Le rispondo facendole notare che la dieta mediterranea è considerata Patrimonio UNESCO e nella dieta è previsto il consumo, seppur moderato, di carni rosse. Inoltre è interessante sottolineare come le donne italiane siano le più longeve del mondo, addirittura più delle giapponesi, proprio grazie ad una alimentazione varia ed equilibrata.

Quali strumenti mette in campo la sua azienda per tutelare il consumatore?
La nostra azienda è leader in Europa nella lavorazione e trasformazione delle carni e presidia l’intera filiera, che va degli allevamenti fino al prodotto finito. Siamo la prima azienda nel nostro ambito in Italia a pubblicare per il quinto anno consecutivo il Bilancio di Sostenibilità: il presidio dell’intera filiera della carne ci ha permesso negli anni di raggiungere importanti traguardi in termini di efficienza produttiva, di riduzione degli sprechi e dell’impatto ambientale. Azioni concrete di un modello di eccellenza i cui numeri dimostrano la sostenibilità del nostro modello tutto italiano. Il nostro impegno è comunicare in modo serio e trasparente il percorso e il lavoro svolti, sia in termini di qualità, sia di efficienza che di sostenibilità, in linea con i principi dell’economia circolare.

Lei è emiliana, quindi buongustaia: mi dica il suo piatto preferito.
Amo la convivialità e adoro mangiare. Tra i miei piatti preferiti, quelli che non vedo l’ora di mettere sotto i denti al ritorno dai viaggi sono senza dubbio il prosciutto crudo e i tortellini (rigorosamente in bordo!). Inoltre, siccome sono golosa, tra i dolci la mia preferita è la Saint Honoré.

Quando non lavora a cosa si dedica?
Sono appassionata di viaggi, cibo e design. Appena posso viaggio, che per me significa scoperta, confronto, arricchimento. Mi piace scoprire nuovi cibi, sapori e gusti. Tra le mie città preferite ci sono Londra e New York, che trovo sempre estremamente energetiche ed ispiranti e dove mi piace scoprire nuovi ristoranti e locali, che ripagano gli occhi e conquistano il palato.

Una cosa di sé che non sa nessuno (o quasi)?
Mi piace tantissimo giocare al Lego con i miei nipotini: giocare con la fantasia è l’esercizio migliore per rimanere giovani!

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