Mena Marano, Amministratore Delegato di Silvian Heach
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Mena Marano, Amministratore Delegato di Silvian Heach, a Tgcom24 svela il suo segreto per il successo: tanta umiltà e determinazione
di Carlotta Tenneriello© ufficio-stampa
Una vita trascorsa nella moda con l'obiettivo di far crescere e far diventare internazionale l'azienda napoletana di cui è fondatrice con il brand Silvian Heach: una sfida che Mena Marano ha vinto con grinta, determinazione e tanta preparazione.
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Mena, lei è impegnatissima. Cosa bolle in pentola?
E’ un periodo molto intenso, effettivamente. Stiamo lavorando alle proposte fashion della PE 2020 e inoltre stiamo facendo acquisti per la stagione FW 2019. Siamo in costante movimento, le attività sono tantissime, soprattutto in una realtà trasversale come la nostra, e non è affatto semplice.
Dalla sua voce traspaiono tantissimo entusiasmo ed energia...
Sì, sono una persona entusiasta e molto dinamica. Credo che la dinamicità ci mantenga vivi.
E’ sempre stata così focalizzata, così concentrata sugli obiettivi?
Fin da ragazza ho sentito il desiderio di fare, di mettermi alla prova e di gestire le persone, insomma avevo il fuoco dell’imprenditoria dentro di me. Ho iniziato quindi a prepararmi soprattutto nelle materie economiche, tuttavia a 19 anni ho cominciato a lavorare. La moda è stata una conseguenza: mio marito aveva una sua azienda, ma poi nei primi anni duemila abbiamo deciso di spingere sull’acceleratore e di dare un respiro internazionale alla nostra realtà. Nasce così “Silvian Heach”, con l’obiettivo di raccogliere l’interesse del mercato garantendo un ottimo rapporto qualità/ prezzo, cercando quindi di fare una moda accessibile. Ad oggi il nostro marchio è distribuito in oltre venti Paesi nel mondo.
Occuparsi di moda è bello per una signora.
La moda è senza dubbio molto intrigante per una donna, ma gestire un’impresa è di per sé molto impegnativo, al di là del tipo di business. Io non ho mai smesso di studiare, di formarmi. Nel tempo ho sempre puntato ad essere aggiornata e a guardare avanti, ma sempre con tanta umiltà perché è fondamentale migliorarsi.
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Quanto è stato difficile farsi accettare in un ruolo così importante come il suo?
Ho dovuto superare qualche pregiudizio, in effetti. Mi vengono in mente, per esempio, riunioni con investitori nei Paesi Arabi in cui ho percepito una certa diffidenza, perché lì le figure femminili di solito sono in affiancamento. A onor del vero, però, la mia preparazione e determinazione, le mie capacità hanno superato qualsiasi ostacolo: noi donne siamo vincenti sul lungo periodo, perché sappiamo individuare un obiettivo e non ci arrendiamo facilmente. Per questo motivo nella nostra azienda la presenza femminile, anche in ruoli di responsabilità, è molto nutrita.
Famiglia e carriera: difficile?
Io ho due figli, che ormai sono grandi: la maggiore, Rossana, ha 27 anni, il secondo, Vittorio, ne ha 22. Li ho sempre portati con me, quando erano più piccoli ero disposta anche a tenerli in ufficio mentre terminavo di lavorare. Questo li ha resi consapevoli degli sforzi fatti e hanno iniziato a respirare l’aria imprenditoriale fin da subito. Hanno condiviso i momenti belli così come quelli più difficili e capendo i tanti sforzi che abbiamo fatto. Sono sempre stata il loro punto di riferimento, hanno apprezzato l’ambizione e il desiderio di migliorarsi. Adesso è il loro turno: entrambi hanno deciso di avviare delle attività con un buon successo. Vedremo…
Brava, determinata e umile: ma a casa tra i fornelli come se la cava?
Da napoletana amo la buona cucina, anche se preferisco piatti leggeri e salutari; adoro le verdure, ma come si fa a non portare a tavola un bel piatto di spaghetti ai frutti di mare?