Alessia Agrosì, CRM & Marketing Manager di Accademia Artisti
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La giovanissima CRM & Marketing Manager di Accademia Artisti, diventata mamma da pochissimo, racconta a Tgcom24 la sua storia
Tre lauree, una bimba di soli sei mesi e una grinta non comune: così Alessia Agrosì è stata l’artefice della digital transformation dell’azienda di famiglia, Accademia Artisti.
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Buongiorno, Alessia. Spero che questa chiacchierata non la impegni troppo, so che c’è qualcuno di molto importante a cui dare retta…
Sì, è così. Ho in braccio mia figlia Elena: ha solo sei mesi, direi che è figlia della quarantena!
Gestire lavoro e famiglia in tempo di Covid-19 non deve essere stato facile.
Elena è arrivata in un momento molto particolare da un punto di vista professionale, perché eravamo in piena trasformazione digitale dell’azienda. Tuttavia, questa evoluzione era già in atto e devo ammettere che la mia attività è stata fondamentale in questo processo di transizione. Il coronavirus ha obbligato tutti a servirsi della tecnologia digitale favorendo una apertura al cambiamento della routine lavorativa e questo per noi ha comportato la rivisitazione di tutta la politica marketing e commerciale.
Come nasce l’Accademia Artisti?
E’ stata una idea di mia mamma, che ne è la fondatrice, una donna che ammiro tantissimo. Io sono nata quando lei aveva solo 19 anni e per questo ha dovuto rimboccarsi le maniche e darsi da fare fin da giovanissima: mia madre si è fatta da sola, con tanta forza e determinazione. Avendo sempre avuto una passione per lo spettacolo, dieci anni fa ha deciso di fondare l’Accademia. Nel nostro lavoro, lei è la parte imprenditoriale, io invece rappresento i numeri - diciamo così - grazie alla mia solida preparazione accademica, tenuto conto che ho tre lauree. Mettendo insieme le forze, facciamo grandi cose delle quali vado fiera e orgogliosa: tra noi vi sono una grande complicità e un grande rispetto reciproci, un cocktail che funziona alla grande.
Accademia Artisti ha una piattaforma digitale molto innovativa della quale si è occupata personalmente.
Nel 2018, appena arrivata in azienda, ho dato il via alla digital transformation. In tempi non sospetti abbiamo digitalizzato tutte le nostre operations, dal processo di ammissione sino alla gestione del programma didattico su piattaforme cloud-based. Inizialmente, la mia temeraria decisione di digitalizzare qualsiasi cosa non è stata accolta con incontenibile entusiasmo da tutti i dipendenti, ma poi questa scelta si è rivelata decisiva all'inizio della pandemia, perché ci ha consentito di non fermarci. Ad oggi, per esempio, le lezioni di teoria del programma didattico di svolgono su Virtual Academy, una vera e propria aula virtuale e interattiva che mette a disposizione a docente e allievi strumenti di apprendimento ed esercitazione che sarebbero impossibili da utilizzare in un'aula reale per mancanza di tempo o spazio.
Di cosa si occupa esattamente la vostra Accademia?
La nostra scuola intende formare in maniera completa chi vuole lavorare in questo mondo: oltre alla recitazione e alle arti dello spettacolo, forniamo corsi di doppiaggio, di storia del cinema, di dizione. Una preparazione a tutto tondo, quindi.
Lavoro e maternità.
La mia piccola è nata proprio nel momento più buio, quando a causa del lockdown il silenzio era assordante. Sono contenta che sia arrivata nel periodo di isolamento perché questo ha obbligato me e il mio compagno a diventare una squadra senza l’aiuto e il supporto da parte di nessuno. Il lato positivo è che non abbiamo avuto ingerenze nella gestione di Elena, ma ce la siamo gestita noi e lo abbiamo fatto benissimo: la bambina è buonissima ed in ottime condizioni. Aggiungo che la nascita di Elena ha riunito la famiglia e i miei genitori, le cui strade si sono separate qualche anno fa, attorno a lei rafforzando il legame dei nonni: insomma, una vera benedizione. Quanto alla gestione del lavoro, ritengo che in Italia non sia facile diventare madri; io sono fortunata in quanto, essendo l ’Accademia azienda di famiglia, ho la possibilità di gestire il mio tempo meglio di chi è dipendente.
La vostra è una azienda rosa.
Sì, nella nostra realtà sono impiegate molte donne e per quanto ci riguarda cerchiamo di andare incontro alle esigenze delle nostre collaboratrici quanto più possibile. D’altra parte, quando una persona ha voglia di fare e di far apprezzare il suo operato, per l’azienda diventa una risorsa alla quale non si vuole rinunciare anche se diventa madre. Ritengo che la maternità sia l’esperienza più bella che si possa vivere e non è giusto dovervi rinunciare a causa delle difficoltà con il lavoro.
Una cosa curiosa che le è capitata?
A volte fare le riunioni con la bambina in braccio può risultare un pochino imbarazzante: mi è capitato che la piccola avesse mal di pancia proprio mentre stavo facendo un meeting e non ho potuto nascondere quello che stava capitando… ma non è stato certo un problema: i piccoli sono assolutamente meravigliosi sempre, anche nelle situazioni più imprevedibili!