Women Power

"Bisogna far valere il proprio istinto e soprattutto essere sinceri con se stessi"

Giovane e determinata, Fatima Ait Taleb, Direttore Commerciale di Xidera, racconta la sua storia a Tgcom24

06 Lug 2020 - 11:12

Origini marocchine, ma nata e cresciuta in Italia, ha fatto fin da piccola i conti con la diversità, che non l'ha certo fermata: è Fatima Ait Taleb, Direttore Commerciale di Xidera.

Fatima Ait Taleb, Direttore Commerciale di Xidera

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© Ufficio stampa
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Ciao Fatima, che ne dici di una chiacchierata davanti a un caffè?
Direi che è perfetto, stavo giusto pensando di fare una pausa! Quando sei in smart working ti cacci con la testa dentro al PC e non ti rendi conto del tempo che passa.
 
 

La domanda che tutti ti fanno e io pure: il tuo nome denuncia un’origine straniera.
Sono nata e cresciuta in Italia, ma i miei sono originari del Marocco. Furono tra i primi ad arrivare nel nostro Paese e io infatti rappresento la nuova generazione di italiani. Il mio accento poi denuncia quanto sia milanese e infatti mi hanno soprannominata la “cummenda” marocchina.

 

Essere di origini marocchine e quindi di estrazione culturalmente differente è stato un problema?
I problemi esistono sin quando permetti loro di esserlo e ti ostacolano se non riesci ad aggirarli. Io sono donna e sono straniera quindi c’è da lavorare molto di più. Ripeto, è bello anche riuscire a raggirare gli ostacoli, demolendo i pregiudizi; occorre accettare l’idea che l’unica cosa che conta davvero è la professionalità.
 
 

Da queste poche prime battute intuisco un grande carattere: sei molto volitiva, non è così?
Sì, ammetto di essere molto “tosta”: ho un carattere forte e le circostanze non facili mi hanno temprata fin da bambina e a maggior ragione da adulta, sia nella vita provata che in quella professionale. D’altra parte, ho sempre avuto voglia di fare, di cercare cose nuove anche in circostanze normali.
 
 

La tua esperienza in Italia?
All’inizio non è stato particolarmente difficile. Il Marocco è il più liberale tra i paesi arabi; tanto per fare un esempio, mia mamma non ha mai portato il velo ed è una donna di grande cultura. Quando sono nata ho goduto di un’accoglienza calorosissima da parte della comunità, sono stata accolta a braccia aperte e accudita con grande affetto. Il seguito non è stato altrettanto felice.
 
 

Spiegami meglio…
Ho sempre avuto una marcia in più nello studio e nella facilità di apprendimento, ma questo non è bastato a evitare lo scontro col razzismo, che mi ha tolto serenità nello studio, tanto che subito dopo la maturità mi sono tuffata nel mondo del lavoro senza neppure prendere in considerazione l’università. Avevo la nausea del mondo scolastico, dopo tanti anni di allontanamento sociale iniziato fin da quando ero a scuola materna e acuito poi durante gli anni delle scuole superiori, dove mi hanno fatto sempre sentire come un pesce fuor d’acqua.
 

Tuttavia so che sei formidabile nello studio delle lingue.
In parte è genetico: mia mamma parla tre lingue oltre all’italiano: arabo, francese e inglese. Io sono partita da queste, che si usavano indifferentemente in famiglia, e ne ho aggiunte altre cinque: tedesco, spagnolo, arabo classico, portoghese, russo, per esempio, parlo correntemente nove lingue (arabo, francese, inglese, tedesco, spagnolo, arabo classico, portoghese e russo), ma tra poco diventeranno dieci perché il mio obiettivo è quello di imparare anche il cinese, che tra l’altro mi servirebbe molto per il mio lavoro.
 

 

Trovare lavoro non è stato difficile, dunque.
Appena diplomata accettai la proposta dell’azienda presso la quale avevo svolto uno stage: fui chiamata per svolgere un lavoro part-time, poi venni assunta. Negli anni che seguirono feci diverse esperienze, arrivando anche nell’ambito della moda e del luxury. Ammetto del resto che ho sempre bisogno di nuove sfide, di prendere in mano le cose e farle crescere, sempre con molta umiltà, cercando di apprendere da chi ha più esperienza e facendo mie capacità acquisite anche dagli altri. In ogni caso, mi sono sempre mossa in ambito commerciale, forse fa parte del mio DNA, tenuto conto che ho ascendenze arabe.
 

Hai trascorso un periodo anche in Francia: come mai?
Mia mamma, donna vulcanica, ha deciso di trasferirsi a Bordeaux per aprire una nuova attività nella ristorazione e mio padre e i miei tre fratelli l’hanno seguita. Io ho dato una mano nella fase iniziale, poi sono tornata in Italia e ho colto l’opportunità che mi ha offerto Xidera, azienda leader nel settore Healthcare: inizialmente una sostituzione maternità, poi una carriera sempre crescente: qui la meritocrazia esiste e personalmente trovo di avere anche dei colleghi fantastici.
 
 

Tempo libero: che mi racconti?
Sono una appassionata di serie TV: mi piace fare scouting per trovare quelle meno note e conosciute dal grande pubblico. Inoltre, mi piacciono le auto d’epoca, per cui se posso non mi faccio mancare visite a mostre o partecipazioni a manifestazioni. Aggiungo che sono anche una esperta conoscitrice del gaming, per cui mi tengo aggiornata con le ultime novità sia per quanto riguarda i giochi, sia relativamente alle consolle. Infine, amo stare con gli amici, il contatto umano e sociale è importante anche per smorzare tutta l’adrenalina accumulata nel lavoro.
 
 

Nessuna frivolezza?
Al contrario, adoro le frivolezze! Mi piace prendermi cura di me stessa, fare la manicure e la pedicure, i massaggi e la spa: direi che me lo merito! E poi naturalmente, la moda e lo shopping, sempre cercando di adeguare le tendenze alla mia personalità: mi piace riconoscermi in me stessa, il mio rapporto con l’età che avanza è molto amichevole, per così dire.
 
 

Un suggerimento alle donne che intendono fare carriera?
Occorre far valere il proprio istinto e soprattutto essere sinceri con se stessi. Prima di intraprendere un percorso, bisogna chiedersi cosa si vuole veramente e se ne siamo davvero capaci. Ultimo, ma non meno importante, curare il posto dove si lavora come se fosse la nostra creatura: solo così potremo farlo crescere e irrobustire e apprezzare il risultato del nostro impegno.
 

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