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Irene Giani: "Quando è chiaro l'obiettivo, la squadra lavora duro, compatta e allineata"

Irene Giani, cofondatrice di Deeva, racconta la sua storia a Tgcom24

25 Mar 2024 - 05:00

Irene Giani, cofondatrice di Deeva

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© Ufficio stampa
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Irene, così giovane e così determinata: così fin da piccola?
Devo essere sincera e rispondere: sì! Ho sempre avuto un carattere forte e anche da piccolissima mi piaceva prendere in mano l'organizzazione e assumere dei ruoli di guida. In generale, ho sempre avuto la tendenza a pormi degli obiettivi e a sfidarmi e sicuramente ho sempre avuto una gran testardaggine da buon Leone. Sicuramente è un tema caratteriale e di forte influenza e di "imprinting" familiare.

Qual era il tuo sogni nel cassetto?
Ho avuto diversi sogni che ho cambiato spesso durante la mia infanzia e adolescenza, passando da un futuro nella musica al desiderio di diventare avvocatessa. Prima della fine del liceo ho anche desiderato di diventare Make-Up Artist: mi ero informata su accademie e corsi per seguire questo percorso. Alla fine si può dire che in qualche modo sono tornata a questo mondo di cui subisco il terribile fascino.

Gli studi a Milano e poi l’ingresso nel mondo del lavoro: com’è andata?
A 19 anni mi sono trasferita a Milano per l'università e per me è stato un periodo di enorme stimolo: dai compagni di corso provenienti da ogni zona d'Italia - o del mondo -, alle materie di studio, alle associazioni e all'opportunità di studiare all'estero. Ho cercato di cogliere tutte le opportunità di quel periodo, dai sei mesi di studio in Australia, al lavoro come tutor di informatica presso l'Università in cui studiavo. Ho capito presto che Milano avrebbe avuto molto da offrirmi e si sarebbe trasformata in casa mia. E in effetti, sono passati più di dieci anni senza che mai abbia desiderato vivere altrove. Tra il primo e il secondo anno di Master avevo voglia di mettermi in gioco e tra diversi colloqui ho avuto la fortuna di incontrare una realtà lavorativa interessante per la quale ho deciso di intraprendere un tirocinio. La mia idea iniziale era mettere le mani in pasta lavorando e tornare come studente a completare i miei studi, ma l'ingresso nel mondo del lavoro mi ha stimolato al punto da non voler più interrompere. Così ho continuato a lavorare per tutto il secondo anno di Master e ho terminato gli studi con un contratto Full Time già in tasca.

Diventare imprenditrice: come nasce questa scelta?
Non è stata per me una scelta chiara che ho deciso di intraprendere da un giorno all'altro, quanto piuttosto il risultato di un periodo di crisi. Dopo un cambio lavorativo che non mi ha regalato la soddisfazione sperata, ho capito che ruolo in questo momento rivesta per me il lavoro e l'importanza di sentirmi realizzata nella sfera professionale. Oltre a essere l'impegno più grande e impattante in termini di tempo, il lavoro è dove sento di avere modo di restituire di più. Inoltre, avevo il grande desiderio di rendere il mio lavoro opportunità per altri e mettere al servizio degli altri tutto ciò che ho avuto occasione di imparare. Mi sono resa conto che il sogno imprenditoriale era già presente nella mia testa, ma mi raccontavo che non fosse ancora il momento giusto, più per la paura di non esserne all'altezza.

Parliamo di Deeva: quali sono gli elementi fondamentali del vostro successo?
Io e Yan, il mio socio e cofounder, siamo accomunati da una grande determinazione nel raggiungere la missione di Deeva. Deeva vuole rivoluzionare il mondo della bellezza, portando servizi di qualità professionale ovunque il cliente lo richieda e aprendo nuove opportunità di lavoro per i professionisti del settore della bellezza.
Il mondo della bellezza ha bisogno di una ventata di innovazione, sia per i clienti che nel 2024 hanno esigenze e abitudini diverse che incontrano la comodità di un servizio a domicilio, sia per i professionisti che sono incastrati tra i limiti strutturali di un lavoro di dipendente e di quello di titolare. Yan viene da 30 anni in questo mondo nelle vesti di parrucchiere, formatore, consulente e io sono cresciuta nel salone e centro estetico di mamma, con il sogno di vedere l'espressione tipica di una donna che si è presa cura di sé sul viso di più donne possibili. Quando è chiaro l'obiettivo, la squadra lavora duro in maniera compatta ed allineata.

So che il team si sta allargando…
Vero! Oggi siamo già una squadra nutrita: oltre a noi due founder, vi sono altri due ragazzi (Arcangelo, Strategy Analyst e Giuliano, Growth Marketer), un formatore tecnico, e poi ci sono sette professioniste parrucchiere che collaborano con Deeva. Stiamo per dare il benvenuto a Veronica, Customer Success Specialist e il team delle Pro è in forte espansione. Vedere tutte queste persone partecipare con determinazione al progetto è ciò che lo rende concreto e regala senza dubbio più soddisfazioni e più responsabilità.

Progetti per il futuro?
Tantissimi. Fare start-up equivale a mettere in moto il proprio cervello senza sosta, a tal punto nel mio caso a faticare a spegnerlo di notte!. L'ambizione di Deeva è di diventare il portale punto di riferimento in Italia (e perché no, non solo magari...) per i servizi di bellezza professionali a domicilio. Speriamo di espandere la nostra capillarità geografica il più possibile e velocemente, migliorando contemporaneamente sempre di più qualità e comodità del servizio. Il mio progetto personale è rendere Deeva il nuovo modo di prendersi cura di sé. Spero il progetto apra un nuovo mercato del lavoro che porti le professioniste del mondo della bellezza a un'indipendenza e soddisfazione lavorativa e professionale senza precedenti.

Tempo libero: che mi dici?
Lo ammetto, ne ho veramente poco. Mi impongo di mantenere qualche impegno extra lavoro oltre a quello dedicato a coltivare i miei affetti. Frequento corsi di ballo e quando posso prendo una valigia e scappo in qualche località remota del mondo con viaggi che spesso si trasformano anche in tour enogastronomici. D'altra parte, bere e mangiare bene sono altre mie grandi passioni.

Un tuo suggerimento alle ragazze che vogliono diventare imprenditrici.
Per quello che mi ha insegnato la mia - a oggi - breve esperienza, il più grande limite femminile nell'imprenditoria, oltre che ovviamente gli ambienti spesso non favorevoli, è spesso la poca fiducia nelle nostre capacità. Alle ragazze che hanno questo desiderio vorrei suggerire di partire da un'analisi realistica dei propri punti di forza e non dalle possibili lacune, perché è un atteggiamento tipicamente femminile e spesso motivo di paura. Tutto si impara, per fortuna.

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