Women Power

Laura Bruno: "Da ogni esperienza si può imparare qualcosa di nuovo e di importante"

Laura Bruno, Direttore Risorse Umane Sanofi Italia e Malta, racconta ai lettori di Tgcom24 la sua storia

di Carlotta Tenneriello
14 Mar 2022 - 05:00

Curiosa e sensibile, si è sempre battuta a favore dell'empowerment femminile e dell'inclusione e contro le discriminazioni e la violenza: è la storia di Laura Bruno, manager di Sanofi, importante gruppo farmaceutico francese.

Laura Bruno, Direttore Risorse Umane Sanofi Italia e Malta

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© Ufficio stampa
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Laura, una carriera importante il cui fil rouge è sempre stato l’attenzione alle persone.
Sono sempre stata una persona curiosa, mi è sempre piaciuto capire cosa si cela dietro le cose e dietro le persone: per questo motivo da piccola avrei voluto fare l’archeologa! In realtà, pur avendo scelto un percorso di studi economici, all’università ho approfondito le tematiche legate alle persone specializzandomi in organizzazione del lavoro. Mi sono laureata con una tesi sulla managerialità femminile, un argomento assolutamente nuovo per l’epoca tenuto conto che in quel periodo solo il 3% delle posizioni manageriali era occupato da donne, mentre oggi nel nostro management, ad esempio, siamo attorno al 50%.
 
Dopo la laurea il tuo destino era segnato, dunque.
Ho deciso di fare esperienza nella grande azienda, quindi accettai la proposta di una multinazionale statunitense dell'informatica attiva sia nel mercato dell'hardware che in quello del software e dei servizi collegati all'informatica. Venni inserita dapprima nelle attività del business e successivamente nell’area delle Risorse Umane dove mi occupai di sviluppo e poi di formazione e di tutto quanto concerne questa attività. 
 
Il fatto di essere donna ha in qualche modo influito nel tuo percorso professionale?
Sono stata fortunata: personalmente non ho mai avuto problemi, anzi ricevetti la nomina a dirigente proprio al mio rientro in azienda dopo essere diventata mamma. Non solo non venni penalizzata, quindi, ma mi fu addirittura fatta una festa e ottenni una promozione dopo la maternità. Questo tipo di approccio, il valore attribuito alle persone nella loro completezza e l’importanza di non dover scegliere tra famiglia e lavoro, sono valori che ho potuto sperimentare in prima persona nel contesto in cui mi trovavo e che ho sempre riproposto nelle realtà in cui mi sono trovata ad operare.
 
A proposito di figli: so che sei mamma orgogliosa di Clara.
Mia figlia oggi ha 23 anni e sta frequentando un master post laurea a Berlino. E’ una persona splendida e credo che il mio impegno a favore delle donne, dell’inclusione e della diversità io lo debba anche a lei. Mi auguro che quando sarà più grande e avrà la mia età non saranno più temi di cui dover ancora parlare. Con Clara ho sempre cercato di esserci il più possibile, combinando gli impegni di lavoro con quelli della scuola, dello sport e della famiglia in generale: non è stato facile, ma l’aiuto di mio marito Stefano e quello dei nonni sono stati preziosissimi e comunque, nonostante ciò, il senso di colpa è sempre stato in agguato.
 
Qual è il segreto per gestire tutto al meglio?
Ritengo sia importante imparare a dire “no”. Bisogna da un lato darsi dei limiti sul lavoro, per esempio sugli orari, e dall’altra accettare che a livello familiare qualcuno ci possa sostituire, per esempio il nostro partner o la baby sitter: occorre essere consapevoli che non si può arrivare ovunque e quindi saperlo accettare e cercare i giusti compromessi. Nel mio caso, io e mio marito, che pure lavora in una grande azienda con ruoli di responsabilità, ci siamo sempre intesi sulle incombenze e gli impegni familiari suddividendoci i compiti, cercando di gestire al meglio l’agenda di entrambi senza tuttavia arrivare a chiedere delle rinunce, al contrario supportandoci l’un l’altro e dandoci aiuto reciproco, sempre. Anche nella vita privata, abbiamo una rete di amicizie che condividono i nostri valori e i nostri interessi: i viaggi, la multiculturalità, la diversità come ricchezza. E’ quello che abbiamo trasmesso a nostra figlia, che li ha fatti propri. 
 
In Sanofi la parità di genere rappresenta una grande opportunità.
In Italia l’azienda è certificata Winning Women Institute dal 2019 per le sue politiche di genere. Sono state avviate attività mirate al superamento di ogni stereotipo legato al genere, sessioni di formazione alla leadership per più di 500 donne e processi di mentoring per le più giovani. In Sanofi è donna il 41% del totale dei dipendenti, una percentuale che sfiora il 60% nelle funzioni di supporto e ancora di più nei team di ricerca clinica. Oltre la metà delle assunzioni dell’ultimo anno è rappresentato da donne, così come il 43% delle promozioni; è donna il 48% dei manager, il 50% del CDA e il 33% del Leadership team Paese. 
 
Anche per quando riguarda le neomamme l’impegno è massimo.
A loro viene dato grande supporto: abbiamo realizzato diversi programmi di orientamento al rientro dalla maternità appositamente dedicati, che prevedono anche il coinvolgimento del manager diretto del neogenitore. L’obiettivo è di offrire assistenza dal punto di vista piscologico e motivazionale, oltre a sviluppare una cultura manageriale e organizzativa in grado di gestire al meglio il rientro al lavoro dopo la maternità. 
 
La violenza è un altro tema sul quale hai lavorato molto.
In Sanofi poniamo particolare attenzione a programmi di sensibilizzazione dei nostri dipendenti contro stereotipi e violenze di genere e per questo sono presenti servizi di supporto e aiuto per la popolazione femminile. L’azienda su queste tematiche è scesa in campo a sostegno di Telefono Donna, organizzazione impegnata da anni nell’ascolto e nell’intervento a favore delle donne vittime di violenza, attraverso un ampio programma di attivismo che coinvolge il management, i collaboratori e gli stakeholders. Ai dipendenti è stato richiesto di farsi attivisti e sostenitori in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre.
 
Un suggerimento alle giovani donne che vogliono fare un percorso di carriera in azienda.
E’ importante fare tante esperienze in vari ambiti e ruoli diversi senza focalizzarsi sul tipo di contratto: oggi il mercato del lavoro è profondamente cambiato e quindi deve cambiare anche il tipo di approccio. Essere molto aperti è fondamentale perché da ogni esperienza si può imparare qualcosa di nuovo e di importante, e costituisce il proprio bagaglio di cultura e di saperi. Inoltre, suggerisco di puntare su un ambiente di lavoro in cui potersi esprimere senza dover rinunciare ai propri valori: eticità, onestà e un approccio corretto verso se stessi e verso gli altri. Infine, bisogna avere molta umiltà essendo consapevoli che ci troviamo in un mercato globale e che quindi la competizione è assai più ampia e internazionale.
 
Una curiosità su di te.
L’attività fisica e lo sport per me sono sempre stati importanti: da bambina ho praticato il nuoto a livello agonistico e sono stata cintura marrone di judo, attività che mi hanno insegnato la disciplina e il rispetto per gli altri, valori che poi ho sempre portato con me. Oggi invece cerco con fatica di fare pilates, una piccola valvola di sfogo per dedicarmi un po’ di tempo in serenità lontano dallo stress quotidiano.

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