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Lisa Tosolini: "Come donna sei sempre costretta a fare il doppio o il triplo per dimostrare quanto vali"

Imprenditrice e mamma, Lisa è Export Manager delle Distillerie Bepi Tosolini, l'azienda di famiglia fondata dal nonno: qui racconta la sua storia

14 Set 2020 - 12:17

Lisa Tosolini, insieme ai due fratelli, rappresenta la terza generazione di imprenditori della Bepi Tosolini, distilleria friulana che produce una gamma di distillati capace di rinnovarsi, in accordo con l’evolversi dei tempi e dei gusti dei consumatori, ma mai dimenticando la tradizionale vocazione artigianale.

Lisa Tosolini, Export Manager di Distillerie Bepi Tosolini

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© Ufficio stampa
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Buongiorno, Lisa. Come va?
Benissimo, grazie. Da dove mi chiama? Milano immagino…
 
Strano, di solito la faccio io questa domanda! Comunque sì, la chiamo da Milano. Lei invece dove si trova?
Io sono a Udine. E' una città piuttosto piccola, ma si vive benissimo, oltretutto in questi giorni la temperatura è fantastica e si sta benissimo; se si vuole trovare il fresco basta spostarsi un po' più in là, le montagne sono dietro l'angolo e ci può essere una escursione termica anche di venti gradi. Del resto, se fa freddo niente è meglio di un bicchierino di grappa per scaldarsi e trovare conforto.
 
A proposito di grappa: mi racconta la sua storia?
La mia azienda è stata fondata quasi ottanta anni fa da mio nonno, poi è stata portata avanti da mio padre e adesso ci siamo io e i miei due fratelli maggiori: siamo la terza generazione e ci stiamo preparando per la quarta con i nostri figli. Il mio Edoardo, che ha solo otto anni, già conosce l'azienda perché quando non posso lasciarlo a casa lo porto con me. Credo che sia predestinato a raccogliere l'eredità, ha le idee molto chiare: a lui piace molto, ci viene volentieri e mi aiuta come può, anche spostando le casse di grappa!
 
La grappa è un prodotto tipico del vostro territorio, ma è anche un'eccellenza nazionale.
La grappa è un prodotto nazionale: si tratta di un'acquavite di vinaccia prodotta in Italia con uve italiane. E' sempre stata considerata un ottimo fine pasto, ma ultimamente sta raccogliendo grande consenso anche come distillato da meditazione, come il francese cognac, il whisky scozzese o il rum. La grappa è molto più che un digestivo e può essere proposto anche in una veste decisamente nuova e maggiormente fruibile, per esempio nei lounge bar e nelle enoteche.
 
Mutare pelle non deve essere semplice.
E' un lavoro costante e continuo, bello e difficile allo stesso tempo: bisogna far conoscere il prodotto e le sue potenzialità a clienti, ristoratori, esercizi commerciali, sommelier. Mai mollare, anche perché noi produttori ci sentiamo un po' come dei Messia che portano un nuovo verbo nel mondo per cambiare l'immagine del prodotto. D'altra parte, la grappa oggi è diversa da quelli di settanta anni fa o più: si è evoluta di pari passo col palato e con le diverse esigenze della vita di oggi, una evoluzione naturale che sarebbe impossibile e anche errato fermare.
 
Grappa e Covid-19.
La pandemia è arrivata in un momento favorevole per noi, perché quando avanza la bella stagione il consumo di grappa diminuisce per poi riprendere col freddo. Io sono fiduciosa e prevedo un bell'inverno, tenuto conto oltretutto che in Friuli l'emergenza è stata gestita benissimo in un territorio scarsamente popolato che non ha presentato particolari criticità.
 
La grappa è un distillato molto maschile o mi sbaglio?
Assolutamente sì: la grappa ha un carattere forte e talvolta anche aggressivo ed è effettivamente molto amata dal pubblico maschile. Tuttavia, abbiamo studiato delle alternative per le signore: distillati più morbidi, come l'acquavite di uva, che oltre alla buccia contiene anche il succo del chicco. Si tratta del Most, un prodotto più raffinato, più elegante, decisamente piacevole e adatto al lato femminile del nostro pubblico.
 
Una donna in una azienda di uomini e per un prodotto maschile: facile?
Per me si è trattato di una medaglia a due facce: da un lato, sono tutti più gentili e indulgenti con me, mi trattano con rispetto e toni pacati; d'altra parte, come donna sei sempre costretta a fare il doppio o il triplo per dimostrare quanto vali e cosa sei capace di fare, sei sempre sotto la lente e questo, però, ti spinge a fare molto di più.
 
Mamma e manager: un equilibrio a volte difficile da ottenere.
Noi mamme lavoratrici viviamo col perenne senso di colpa; io poi non sono la mamma che sta a casa preparando arrosti o che può farsi trovare all'uscita da scuola tutti i giorni. Il segreto secondo me è ottimizzare i tempi, mettendo sul piatto qualità e quantità di tempo da passare insieme ai figli. Per esempio, il Covid-19 per me ha rappresentato la possibilità di stare a casa con mio figlio senza aiuti, né baby sitter. Infine, debbo ammettere che Edoardo è bravissimo e molto maturo: il fatto di avere una mamma che lavora e non può sempre essere presente lo ha spinto a diventare autonomo trovando anche il modo di arrangiarsi da solo: insomma, una sfida che è diventata una buona opportunità.
 
Un suggerimento alle donne che lavorano e che hanno una famiglia?
Organizzarsi al meglio possibile e circondarsi di persone che sappiano supportarci e darci una mano, su cui poter contare per affrontare con sufficiente serenità gli impegni di lavoro: un mix perfetto che ci permette di fare qualunque cosa ottenendo il massimo da noi stesse, sul lavoro come a casa.
 
Qualcosa su di sé?
A parte il lavoro e la mia famiglia, amo il mare, che adoro. Non posso rinunciare ad andar per mare, è qualcosa che mi appaga e mi rappresenta appieno. Saper navigare anche da soli aiuta a superare le paure, aumentando la propria autostima e automotivazione. Il mare per me costituisce la miglior compagnia possibile, quindi non mi spaventa, anzi mi piace tantissimo navigare anche in solitudine magari sorseggiando una buona grappa... responsabilmente!
 

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