Agata Segafredo, Communications Manager & Coffee Supply Manager di Essse Caffè
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Agata Segafredo, Communications Manager & Coffee Supply Manager di Essse Caffè, si racconta a Tgcom24
di Carlotta Tenneriello© Ufficio stampa
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Agata, la tua passione per il caffè è nel DNA: rappresenti, infatti, la quarta generazione dell’azienda di famiglia…
Assolutamente sì. La nostra famiglia è legata al caffè da oltre un secolo: il nostro cognome ha dato origine anche a quella che oggi è l’azienda Segafredo Zanetti. Negli anni '70, mio padre Francesco Segafredo si trovò a dover prendere molto giovane decisioni cruciali per l’azienda di famiglia, che fu poi ceduta nel ’77 alla famiglia Zanetti. Ma il suo sogno nel mondo del caffè non si fermò: nel 1979 fondò Essse Caffè, con una filosofia chiara e distintiva. Io sono nata qualche anno dopo e quindi fin da bambina sono stata circondata dall’aroma del caffè tostato, dai sacchi di juta pieni di chicchi e da un immaginario affascinante che mi ha sempre accompagnata.
Un’infanzia tra chicchi e non solo: mi racconti che bambina sei stata?
Ero una bambina studiosa, curiosa, amante della lettura e dei viaggi, reali e immaginari. Ho sempre avuto un profondo senso di apertura verso il mondo: sono per metà argentina, ho frequentato una scuola internazionale e ho vissuto in vari Paesi, tra cui anche l’Australia. Questo mix di esperienze mi ha regalato un’apertura mentale che oggi applico al mio lavoro. Da bambina adoravo leggere romanzi d’avventura, perdermi in storie di terre lontane. Ancora oggi, quando faccio gli assaggi di caffè, immagino i luoghi da cui proviene, le culture diverse, la vita di chi ha toccato quei chicchi, l’atmosfera di quei luoghi. La fantasia non mi ha mai abbandonata.
L’amore per l’immagine e la fotografia: una passione che ti accompagna tutt’ora?
Certamente. La fotografia è sempre stata un linguaggio espressivo che mi affascina e oggi è diventata parte integrante del mio lavoro. In Essse Caffè, nel mio ruolo di Communications Manager, mi occupo anche della comunicazione visiva del brand. Ma la fotografia per me è anche un ponte verso il sociale: attraverso progetti di inclusione, vogliamo raccontare storie e creare connessioni utilizzando l’immagine come strumento di condivisione e sensibilizzazione. E quest’anno avremo una bella novità su questo fronte.
Parliamo di Essse Caffè: qual è il segreto del vostro successo?
Le tre “S” che ci definiscono: Scienza, Sapienza e Specializzazione, il cuore della nostra filosofia. Sono i pilastri su cui abbiamo costruito la nostra identità e che ci permettono di garantire una qualità superiore. Nel nostro settore, spesso frammentato e imprevedibile, la qualità e la reputazione costruita nel tempo, sono il vero fattore premiante più di qualsiasi strategia di marketing. È un valore che abbiamo nel DNA: il mio bisnonno, Gaspare Segafredo, negli anni ’30 preferì chiudere la torrefazione piuttosto che scendere a compromessi sulla qualità, a causa dei dazi imposti dal regime. Fu riaperta nei primi anni del dopoguerra da mio nonno, Giampiero Segafredo, solo dopo essere stato in grado di garantire nuovamente la qualità da sempre offerta. Questa stessa filosofia guida ancora oggi ogni nostra scelta.
In azienda ricopri un ruolo apicale, talvolta per le donne non è facile farsi accettare.
È vero, anche se fortunatamente le cose stanno cambiando. L’Italia ha ancora del terreno da recuperare rispetto ad altri Paesi, ma oggi vediamo sempre più donne in posizioni di leadership nel settore della torrefazione e non solo. Le capacità ci sono sempre state, ma per lungo tempo mancavano le opportunità. Oggi, invece, il panorama si sta evolvendo e molte donne dimostrano ogni giorno di poter guidare con successo aziende di alto livello.
Obiettivi per il futuro?
Tanti, ma uno in particolare: trovare un equilibrio migliore tra lavoro e vita privata. Le responsabilità aziendali spesso prendono il sopravvento, ma credo sia fondamentale riuscire a bilanciare questi due aspetti. Fortunatamente, oggi è un tema sentito non solo dalle donne, ma anche dagli uomini, che iniziano a dare sempre più valore al tempo trascorso in famiglia.
Salute e benessere femminile, ma anche iniziative a favore della cura dei bambini, sono temi cui tenete moltissimo. Me ne parli?
Sì, sono temi che ci stanno profondamente a cuore. Da oltre dieci anni sosteniamo la Fondazione Veronesi con progetti come “Pink is Good” per la ricerca sui tumori femminili. Più di recente, con la nuova linea di grani per il consumo domestico, abbiamo destinato il 10% del ricavato a sostegno della ricerca sui tumori pediatrici. La scienza è una delle nostre tre "S", e la ricerca è un valore in cui crediamo profondamente. Anche lo sport ha un ruolo centrale nella nostra visione di benessere: in famiglia è sempre stato una passione, un simbolo di equilibrio e salute. Per questo sosteniamo Sportfund, una fondazione che promuove l’attività sportiva per bambini e ragazzi con disabilità. Crediamo che lo sport possa essere uno strumento per l’inclusione e il miglioramento della qualità della vita, soprattutto per i più fragili. Inoltre, in azienda abbiamo una tradizione molto sentita: i dipendenti rinunciano al regalo aziendale di Natale per devolvere il corrispettivo a un ente benefico. Nel 2024 abbiamo reso questo gesto ancora più partecipato e sentito, permettendo ai dipendenti di proporre e votare la Onlus destinataria del contributo. E anche qui è stato scelto di sostenere i più fragili con il progetto “Il Parco della Luna” dell’Ospedale Sant’Orsola.
Anche il work-life balance è un tema delicato, soprattutto per le donne. Una chimera?
Credo che sia un obiettivo possibile, a patto che ci sia un cambiamento culturale. I ruoli in famiglia si stanno evolvendo e oggi gli uomini sono più presenti nella gestione domestica e nella crescita dei figli. Questa nuova consapevolezza crea maggiore empatia e, di conseguenza, un bilanciamento più equo tra vita privata e professionale. È un percorso ancora in divenire, ma sono ottimista.
Qualcosa su di te per i nostri lettori.
Amo la natura e la libertà che offre la campagna. La mia idea di felicità è una lunga cavalcata nelle sterminate pianure dell’Argentina, senza internet, senza telefono, solo con mia figlia e mio marito.
Torniamo al caffè: a quale non potresti mai rinunciare?
Una miscela Essse Caffè, estratta alla perfezione da un professionista del settore. Noi torrefattori facciamo la prima trasformazione del caffè, ma è il barista a completare l’opera: per questo investiamo molto nella loro formazione, per garantire che ogni tazzina sia un’esperienza perfetta.