Anna MArras, CEO di EdiliziAcrobatica S.p.A.
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Anna Marras, CEO di EdiliziAcrobatica S.p.A., si racconta ai lettori di Tgcom24
di Carlotta Tenneriello© Ufficio stampa
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Anna, ricopri la posizione più importante che si possa raggiungere in azienda, ma vorrei sapere qualcosa in più su di te. Partiamo dalla tua infanzia, per esempio…
Sono nata a Torino e proprio a Torino sono legati i miei ricordi di bambina, unica femmina tra una pletora di maschi che erano mio fratello e i miei cugini coi quali sono cresciuta e ai quali sono ancora oggi legatissima. Essere l’unica femmina tra tanti bambini è stata un po’ la mia fortuna perché, dovendomi sempre confrontare con loro in attività come la corsa, l’arrampicarmi sugli alberi o giocare a calcio, ho sviluppato una grande determinazione: non mi piaceva perdere e davo il massimo per essere almeno pari a loro. I complessi di inferiorità praticamente non li ho mai conosciuti: alla fine ero anche io un vero maschiaccio e penso che questo sia ciò che oggi mi permette di confrontarmi alla pari con altri imprenditori del mio settore che, come ben sappiamo, è prevalentemente maschile. Oltre a questo ho il ricordo dei pomeriggi trascorsi dietro al banco del bar di mia madre o quelli in cui accompagnavo mio padre alla sede de La voce del Popolo dove era responsabile dell’ufficio telescriventi e respirava il profumo dell’inchiostro e si sentiva il rumore delle macchine. Ho avuto un’infanzia felice, non certo ricca, ma l’amore non è mai mancato. La mia era una grande famiglia in cui ci si aiutava e sosteneva a vicenda, e forse è da qui che nasce il mio desiderio più profondo di sostenere tutte le persone che compongono Acrobatica Group a raggiungere i loro sogni e i loro obiettivi.
La tua carriera inizia da lontano e non è sempre stata nel settore edilizio, mi pare.
Effettivamente prima di entrare in Acrobatica come socia del fondatore, mi occupavo di tutt'altro. Ero, infatti, una formatrice manageriale piuttosto affermata e avevo tra i miei clienti aziende di grandi dimensioni e molto strutturate. In precedenza avevo fatto questo stesso lavoro nel settore del beauty luxury, come formatrice delle vendeuse di un famosissimo brand francese, imprenditrice nel settore della profumeria e degli istituti di bellezza. Sono sempre stata una libera professionista, una consulente, e questo ha comportato anche l'aver passato momenti molto difficili. In particolare ricordo il giorno in cui, a causa di una profonda ingiustizia, mi ritrovai seduta a piangere su una panchina a Torino. Ero madre single di due bambini piccoli e da me, e dal mio lavoro, dipendeva la loro vita. Non potevo permettermi di indugiare nell’autocommiserazione, così su quella panchina rimasi pochi minuti per poi alzarmi, presentarmi in Rinascente dove conoscevo la responsabile di un corner beauty e, con tutta la faccia tosta della disperazione, chiederle di farmi lavorare. Le bastò guardarmi in faccia per rispondermi che potevo iniziare subito. Da allora ho conosciuto altri momenti difficili, ma esattamente come quel giorno sulla panchina di Torino non ho mai permesso allo sconforto momentaneo di piegare la mia volontà e il mio obiettivo più grande, quello che dà un senso alla mia vita: sostenere le persone nella loro crescita attraverso il mio lavoro.
A un certo punto, la tua vita professionale ha avuto una svolta e sei entrata in Acrobatica Group: com’è andata?
Occorre fare un bel salto indietro nel tempo. Più di 17 anni fa, sempre grazie al mio lavoro di consulente aziendale, a un corso di formazione a cui partecipava conobbi Riccardo Iovino. Era il fondatore di Acrobatica, che allora si chiamava ancora EdiliziAcrobatica, aveva sede in un garage e contava appena 12 collaboratori. Riccardo era un imprenditore visionario e un uomo eccezionale: ci innamorammo e mi chiese di occuparmi della formazione e della ricerca del personale per la sua azienda. Accettai la proposta e gli dissi che se alla fine dell’anno avessimo raggiunto un obiettivo ben preciso non avrei voluto essere pagata, ma entrare in società con lui.
Il tuo contributo in azienda si è fatto sentire: in pochi anni avete avuto una crescita strepitosa.
Evidentemente quell’obiettivo fu centrato e da quel momento io iniziai a dedicare tutto il mio tempo e le mie energie ad Acrobatica. Riccardo, ripeto, era un grande visionario, ma aveva difficoltà nella gestione delle risorse umane che spesso ne tradivano la fiducia. La sua visione era grandiosa, ma gli mancava qualcuno che sapesse individuare le persone che avrebbero potuto realizzarla insieme a lui. Io sapevo riconoscerle, sostenerle e farle crescere e per i primi anni mi occupai esattamente di questo. Col passare del tempo, e con la crescita del gruppo (che oggi conta 2.800 collaboratori tra Italia, Francia, Spagna, Principato di Monaco, Emirati Arabi, Arabia Saudita e Kuwait), anche il mio ruolo è cambiato e si è ampliato. Da molti anni, infatti, non mi occupo più solo delle nostre risorse, ma curo anche gli aspetti più finanziari dell’azienda, che non sono pochi. Noi, infatti, siamo quotati su due mercati finanziari, quello italiano e quello francese. Il mio ingresso in Acrobatica ha permesso a Riccardo di realizzare concretamente il suo sogno di creare un’azienda capace di rivoluzionare la cultura dell’edilizia nel mondo. Eravamo complementari e la crescita, che oggi fa di Acrobatica la più grande azienda in Europa specializzata nelle ristrutturazioni con la tecnica della doppia fune di sicurezza, si deve a questa complementarietà e al desiderio che condividevamo di creare un ambiente di lavoro dove le persone si sentissero felici e a loro agio, sostenute nella crescita, nella realizzazione e nel diventare ogni giorno migliori. Perché tutto parte dalle persone: sono loro il cuore di Acrobatica Group.
Essere donna in un settore prettamente maschile potrebbe non essere facile.
Sono cresciuta in mezzo ai maschi e, sebbene io stessa abbia subito in passato delle discriminazioni, ho sempre trovato il modo di affermare me stessa e le mie idee, senza prevaricare nessuno, ma usando il dialogo, come mi ha insegnato il mio Maestro Buddista Daisaku Ikeda. Ritengo che le donne non debbano essere inserite in azienda per una questione legata alle quote rosa, in cui fondamentalmente non credo, ma perché sono in grado di far prosperare e crescere l’azienda. In Acrobatica Group le prime linee manageriali sono in larga parte femminili e lo sono per merito: CFO, HR Manager, ESG Manager, Investor Relator, Ufficio Stampa, Responsabile interno della sicurezza e Brand Manager sono tutte cariche ricoperte da donne. Indubbiamente il mondo dell’edilizia è ancora oggi molto maschile, ma non mi intimorisce: Acrobatica ha sempre dimostrato il suo valore anche, e forse soprattutto, a coloro che non avevano fiducia in questa realtà. Ad oggi abbiamo anche molte operatrici su fune, donne specializzate in attività di restauro monumentale. Noi siamo inclusivi perché sappiamo che includere persone crea un ambiente positivo e di grande crescita, umana e professionale.
Parliamo anche di worklife balance: quanto è importante nella nostra vita?
Ho cresciuto due figli da sola lavorando sempre, e oggi sono nonna: ho due nipoti, anzi quasi tre perché uno è in arrivo e magari quando questa intervista verrà pubblicata sarà nato. Ho avuto importanti problemi di salute che mi hanno costretta a lunghi ricoveri in ospedale. Pratico il Buddismo e appena ho tempo partecipo alle riunioni e ho moltissimi amici che sento e vedo con regolarità. Credo che il worklife balance sia fondamentale nella vita di ciascuno di noi perché non possiamo trascurare aspetti esistenziali, come quello degli affetti o della cura della propria persona e della sua spiritualità. Ovviamente, da quando sono a capo di Acrobatica le cose si sono un pochino più complicate: sento la responsabilità della vita di 2.800 famiglie e questo significa avere meno tempo per me, ma so che si tratta di una fase cruciale che, come tutte le fasi della vita, passerà. In ogni caso, non mi lamento e sono anzi profondamente grata per questa responsabilità, che mi fa sentire piena di gioia pur sottraendomi del tempo.
Famiglia e lavoro, una combinazione impossibile?
No, non lo è. Magari a volte è difficile, ma non impossibile. Ritagliarsi del tempo per stare con i propri affetti, anche solo alla fine di una giornata stancante, aiuta a rigenerarsi e a mantenere saldi i legami. A volte si devono fare i salti mortali, ma ne vale sempre la pena. Io vedo i miei nipoti, che non abitano a Genova come me, quasi tutti i fine settimana. È importante far sentire la propria presenza alle persone che amiamo.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
Ne ho tanti, ma il primo e più grande di tutti è sostenere la crescita di Acrobatica in ogni parte del mondo in cui siamo e in cui andremo, trasferendo la nostra cultura che mette al centro di ogni azione le persone. Vorrei che sempre più imprenditori capissero che le risorse umane sono il patrimonio più prezioso di cui dispongono. Proprio per questo mi impegno costantemente, continuando a partecipare come relatrice a meeting e corsi di formazione, scrivendo libri e trasferendo i miei principi ad altri imprenditori con i quali mi confronto. Non da ultimo, lavoro per sostenere le donne che fanno impresa attraverso l’associazione che ho comodato: è "l’Impresa è Donna", dove ogni mese viene dedicata alle imprenditrici una giornata di formazione gratuita in una diversa città italiana. Non basta parlare di sessismo nel mondo del lavoro, bisogna alzarsi in piedi per trasformare la cultura di questo e molti altri Paesi. Io cerco di farlo ogni giorno, dedicando la mia vita affinché altre donne possano realizzare la loro.
Qualcosa su di te per i nostri lettori.
Uno degli aspetti fondamentali della mia vita è la mia fede buddista. Da oltre 20 anni sono membro della Soka Gakkai Internazionale e la pratica meditativa quotidiana che faccio mi aiuta a elevarmi sopra le incombenze del quotidiano per osservarle dall’alto e determinare con forza ogni giorno di creare valore, nonostante gli ostacoli che naturalmente incontro. Vivo seguendo il principio secondo cui “il veleno si trasforma in medicina” e questo mi ha permesso di superare momenti dolorosi come quello in cui mio figlio maggiore, in seguito di un incidente stradale, finì in rianimazione. E' accaduto molti anni fa quando non ero ancora in Acrobatica, ma ricordo che mentre vedevo tutta quella sofferenza intorno a me, decisi che un giorno avrei trovato il modo di alleviarla, almeno un po’. Così, non appena ne ho avuta l’occasione, ho fondato la SEA, Super Eroi Acrobatici, un’associazione che non ha fini di lucro e che realizza visite dall’alto dei super eroi (che sono volontari e interni certificati, ossia muniti di patentino) dai principali ospedali italiani per donare un sorriso ai bambini che stanno lottando per la propria vita e alle loro famiglie. Non appena posso, partecipo anche io a queste calate che mi riempiono il cuore di gioia: mi travesto da Capitan Marvel e custodisco nel cuore ogni sorriso di bambino che incontro.
Un tuo suggerimento alle ragazze che vorrebbero fare un percorso di carriera.
Ne ho uno solo: non arrendetevi mai. Non credete a chi vi dice che non siete abbastanza, che quella cosa che desiderate non la potete fare, non lasciatevi scoraggiare e non tradite mai, per nessuna ragione, i vostri principi e i vostri sogni. Lottate per la vostra felicità e la vostra realizzazione, ma fatelo attraverso il dialogo e il confronto e apritevi agli altri in maniera positiva.
E soprattutto non abbiate timore di non farcela perché il solo limite che ogni essere umano ha è il limite che decide di darsi. Continuate a credere in voi stesse fino all’ultimo giorno della vostra vita e allora vedrete che, guardando al tempo che è passato, non avrete alcun rimpianto. Siate fiduciose, siate donne di valore non solo per voi stesse, ma per tutta la società.