Daniela Cappello, Direttore Comunicazione Scientifica & Sostenibilità di Procter & Gamble Italia
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Daniela Cappello, Direttore Comunicazione Scientifica & Sostenibilità di Procter & Gamble Italia, si racconta ai lettori di Tgcom24
di Carlotta Tenneriello© Ufficio stampa
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Daniela, partiamo da te. Che bambina sei stata?
Sono stata una bambina sempre molto curiosa e affascinata dalla natura, mi piaceva tantissimo leggere e conservo ancora i libri dell’infanzia e adolescenza. Ho una sorella minore con sindrome di Down e questo mi ha esposto a molti pregiudizi fin dall’infanzia, parliamo dei primi anni Settanta quando ancora non esisteva la parola “inclusività” nemmeno nelle scuole. Sono quindi cresciuta in un ambiente dove inclusività, sostegno, diritti sociali erano all’ordine del giorno e con il tempo ho imparato che le differenze sono un valore aggiunto, sia nella vita privata che in quella professionale, e che le difficoltà sono opportunità.
L’interesse per la scienza ti ha sempre accompagnato.
Sì, assolutamente: finite le scuole medie avevo già deciso che quello sarebbe stato il mio campo. La scintilla è scoccata grazie a una meravigliosa professoressa di scienze, che per tre anni mi ha trasmesso la passione per le materie scientifiche e in particolare per la biologia. Ho quindi deciso di frequentare un Istituto Tecnico Industriale con indirizzo Chimica Industriale: all’inizio degli Anni ‘80 gli istituti tecnici erano appannaggio dei ragazzi e noi ragazze eravamo pochissime. È stato proprio durante quei cinque anni che è nata la mia passione per la chimica.
La scelta di laurearti in farmacia: qual era il tuo sogno nel cassetto?
Il mio sogno era essere indipendente economicamente, per questo, avendo un diploma tecnico, decisi di cercare lavoro come perito chimico industriale. Feci molti colloqui, ma trovai molte difficoltà legate al fatto di essere una donna: negli impianti i periti chimici erano generalmente uomini e ai tempi era impensabile assumere una donna che facesse i turni e che si interfacciasse con gli operai. Così, nell’attesa, mi iscrissi alla facoltà di Farmacia, quasi per caso. Poi trovai lavoro come ricercatrice all’Enea, per un progetto della durata di un anno sulla lisciviazione biochimica del carbone bituminoso ad alto contenuto di zolfo, per ridurre l’impatto ambientale nelle centrali elettriche. Scoprii così la mia passione per la sostenibilità ambientale. E anche che potevo conciliare studio e lavoro. Poi, nel 1989 iniziai a lavorare nella divisione Ricerca & Sviluppo all’interno del reparto European Packaging Development di Procter & Gamble, azienda che non ho più abbandonato.
Dall’università al mondo del lavoro il passo è stato breve.
In realtà sono andati in parallelo: lavoravo in P&G come ricercatrice occupandomi di design e sviluppo di packaging. Facevamo i primi esperimenti con l’utilizzo di plastica riciclata proveniente da scarti industriali o post consumo. Sono stata la prima donna assunta nel reparto di Packaging Development di P&G in Italia e la prima a occuparsi di sviluppo di postazioni di soffiaggio di flaconi nelle linee di produzione in Italia e all’estero. Viaggiavo molto, Portogallo, Spagna, Turchia tanto per citarne alcuni, e nel frattempo studiavo. Ho avuto la fortuna di lavorare in un’azienda come P&G che sostiene gli studenti lavoratori sia con permessi e orari flessibili per poter frequentare i corsi, economicamente dando contributi economici.
Un lungo percorso professionale in Procter & Gamble: tanti ruoli, responsabilità crescenti.
Procter & Gamble per me è come una grande famiglia, un’azienda nella quale sono cresciuta e con la quale condivido gli stessi principi e valori. Una volta laureata in Farmacia, chiesi di cambiare ruolo e iniziai un percorso nuovo nel reparto Affari Regolatori. Mi sono occupata di registrazioni di farmaci e cosmetici, ho lavorato per anni interfacciandomi con le Autorità, poi il ruolo si è ampliato e mi sono occupata più o meno di tutte le categorie di prodotto dell’azienda, non solo in Italia ma anche all’estero.
Accanto al ruolo regolatorio è cresciuto l’interesse per la parte di comunicazione.
Sì, in particolare quella scientifica, un ruolo che ancora non esisteva in azienda. In effetti, mi resi conto che comunicare la ricerca scientifica che c’è dietro ai prodotti di largo consumo, come quelli dei marchi di P&G - quali Dash, Lenor, Fairy, Swiffer, Pantene…prodotti che entrano quotidianamente nelle nostre case -, era importante per spiegare alle persone il valore aggiunto della qualità e dell’innovazione in termini di performance, qualità, sicurezza e anche di impatto ambientale. Lavorare in P&G ha significato per me avere un’incidenza fin dal primo giorno sulla mia carriera, sui miei progetti e sulle mie aspirazioni.
Essere donna e ricoprire ruoli apicali può essere difficile.
In Procter & Gamble tutti hanno un ruolo importante e il lavoro di team è alla base della strategia aziendale. Per noi Leadership e Ownership sono profondamente legate. Stiamo lavorando sul Gender Gap con l’obiettivo di raggiungere una rappresentanza di genere 50/50 e avere più donne membri del Global Leadership Council di P&G, con ruoli di leadership e in posizioni apicali. Abbiamo avuto buoni progressi a livello dirigenziale, ed ora stiamo mettendo in atto dei piani internazionali per accelerare l'uguaglianza di genere tra i nostri ruoli di Business & Technical Associate. Attualmente a livello globale le donne occupano il 41% delle posizioni di P&G con picchi del 50% nelle posizioni di management.
Com'è la situazione in Italia per quello che vi riguarda?
Il nostro Paese è sulla buona strada per raggiungere la piena parità. Dal 2021 i due stabilimenti produttivi di P&G in Italia, a Gattatico (Reggio Emilia) e Pomezia (Roma), sono guidati da donne. In passato mi è capitato di incontrare qualche difficoltà in situazioni esterne all’azienda, dove ricoprendo questo ruolo mi sono trovata in tavoli di lavoro dove generalmente siedono solo uomini, specialmente in alcuni paesi dove è ancora radicata una cultura che tende a precludere alle donne la possibilità di ricoprire posizioni apicali. Tuttavia, penso che anche questo gap si stia riducendo, specialmente nelle aziende e associazioni più lungimiranti e attente all’ambito CSR.
Sostenibilità oggi è la tua parola d’ordine?
Sostenibilità, nella sua accezione più ampia che comprende gli aspetti sociali, ambientali ed economici, è una parola che mi ha sempre accompagnato sia professionalmente che personalmente. I 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite dovrebbero esserci di ispirazione quotidiana. Mi sono sempre occupata di sostenibilità ambientale ancor prima che venisse riconosciuto un ruolo ufficiale interno all’azienda, che è stata tra le prime a pubblicare un bilancio di sostenibilità nel 1999. Da ormai più di due decenni P&G ha integrato la sostenibilità ambientale nei suoi piani di sviluppo e nel 2021 ha pubblicato il Piano di Transizione Climatica, in realtà attivo già dal 2010 con i primi interventi di efficientamento per ridurre il nostro impatto, con l’ambizioso obiettivo di raggiungere zero emissioni nette di gas serra nelle attività di produzione e lungo la catena di fornitura entro il 2040. L'innovazione non può essere superiore se non è anche sostenibile.
“P&G per l’Italia” è un'iniziativa importante: me ne parli?
Negli ultimi due anni ho avuto il privilegio di lavorare in prima persona allo sviluppo di questa iniziativa, il più vasto programma di cittadinanza d’impresa mai avviato in Italia da Procter & Gamble, che ha lo scopo di realizzare progetti concreti di sostenibilità ambientale e sociale su tutto il territorio nazionale. La più grande soddisfazione è proprio vedere concretizzarsi questi progetti di sostenibilità sapendo che ne potranno usufruire tante persone, come le oltre 30 Aule Natura già realizzate con WWF Italia all’interno dei cortili di altrettante scuole italiane, di cui beneficeranno oltre 11 mila bambini (e le Aule Natura saranno oltre 50 in tutta Italia entro il 2024), o i 23 Orto-Frutteti Solidali realizzati in tutte le regioni con AzzeroCO2: spazi verdi che, oltre a preservare la biodiversità, favoriscono l’inclusione sociale di circa 400 persone fragili e a rischio di emarginazione.
Lavoro e famiglia, talvolta è molto complicato.
Sì, talvolta lo è stato, specialmente quando i figli erano piccoli, ma basta trovare il giusto equilibrio. Noi donne siamo sempre portate a fare di più, sentiamo spesso la necessità di dover dimostrare qualcosa, anche quando nessuno ce lo chiede. Io ho avuto tre figli, di cui una prima di laurearmi, e questo non mi ha mai impedito di portare avanti la mia professione. Magari in alcuni momenti ho dovuto rallentare e, quando è stato necessario, ho cambiato direzione e mi sono adattata al cambiamento. Ma ho sempre chiesto aiuto e sostegno quando ne avevo bisogno.
P&G è davvero un’azienda che valorizza ogni collaboratore?
Dopo 34 anni di lavoro in P&G, posso dire che è così. In azienda viene valorizzata l'unicità del percorso di ogni dipendente che, sentendosi ispirato e leale, può fare la differenza. Io ho avuto pari opportunità e molteplici occasioni per continuare a crescere, e mi sono sempre sentita orgogliosa di avere un’incidenza, di essere apprezzata e premiata per il contributo al successo del team di lavoro e dell’azienda. Lavoro e famiglia non devono necessariamente essere in contrasto. Anzi: in P&G abbiamo molta flessibilità, per permetterci di bilanciare al meglio vita professionale e personale, e i neo genitori, anche coppie dello stesso sesso, possono usufruire di un congedo parentale di 8 settimane retribuito al 100%.
Un tuo suggerimento alle ragazze che intendono fare un percorso di carriera in azienda.
Alle ragazze che vogliono fare un percorso di carriera in azienda consiglio di essere se stesse; di parlare e di chiedere senza timore; di non porsi limiti né di competenze, né di età, né di genere; di non aver paura dei cambiamenti di vita sia personali che professionali perché fanno parte della nostra crescita; di non smettere mai di imparare e di non rinunciare alle proprie aspirazioni personali per la carriera professionale: si possono realizzare entrambe.
Qualcosa su di te per i nostri lettori.
Ho una grande passione per la lettura, adoro cucinare per la mia famiglia e gli amici e fare lunghe camminate nei boschi. Mi piace mettere a disposizione dei più giovani la mia esperienza personale e lavorativa, cerco di fare da mentore ai colleghi più giovani e quando è possibile porto la mia testimonianza presso università e scuole parlando di sostenibilità e comunicazione scientifica.
So che hai anche partecipato alla stesura di "Pianeta=Casa. Impariamo a essere sostenibili”.
Personalmente, credo nella divulgazione scientifica a tutti i livelli, in particolare quando rivolta ai consumatori che spesso si imbattono in fake news. Per questo ho collaborato alla stesura della guida “Pianeta=Casa. Impariamo a essere sostenibili”, realizzata da P&G in collaborazione con Altroconsumo, WWF Italia, Aideco e Corepla: è fondamentale aiutare a comprendere l'importanza della salvaguardia dell'ambiente e di uno stile di vita più sostenibile a partire dalle tante piccole azioni che si fanno tra le mura domestiche.