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Paola Franceschin: "Sostenibilità e coltivazione nel rispetto dell’ambiente sono ciò che ci permette di sopravvivere"

Paola Franceschin, socia bieticoltrice Italia Zuccheri – Coprob e socia fondatrice dell’omonima azienda agricola, si racconta a Tgcom24

di Carlotta Tenneriello
09 Ott 2023 - 05:00

Paola Franceschin, socia bieticoltrice Italia Zuccheri – Coprob e imprenditrice

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Paola, determinazione e passione sono le cifre distintive del tuo carattere.
Grazie per queste parole, che hanno un grande significato per chiunque nella vita abbia degli obbiettivi. Forse nel mio caso sarebbe meglio parlare di passione e determinazione: la passione ti porta a sacrificare, a lavorare duro senza sentirne il peso. Da questo si può evincere la determinazione perché, quando si fa qualcosa con il cuore, il risultato ha tutto un altro sapore e la soddisfazione non ha prezzo. Fare un lavoro che piace è gratificante per l’anima. Il ruolo di imprenditore agricolo me lo sento addosso come il più bel vestito che possa indossare, è un ruolo assai faticoso per la mole di lavoro, che richiede la conoscenza del mondo agricolo, oltre che un buon contabile per far quadrare i conti. Tuttavia, il termine che ancora preferisco è semplicemente agricoltore, colui che adora il profumo della terra, dell’erba appena falciata e dello zuccherificio in piena lavorazione, anche se molti lo considerano solo puzza. Ho un legame affettivo molto forte con la filiera di Italia Zuccheri-Coprob, di cui sono socia sin dal 1999, e in particolare con lo zuccherificio di Pontelongo, un simbolo per la nostra regione e per il nostro Paese, perché anche da qui nasce l’unico zucchero 100% italiano; oltre che un punto di riferimento per le tantissime famiglie che negli anni vi hanno lavorato.

Il DNA della tua terra è stato un elemento determinante nella tua storia.
Non so se il DNA della mia terra è stato un elemento determinate, i fattori sono tanti, ma in particolare l’amore e il sacrificio di mia mamma, il grande rispetto per il cibo messo in tavola, il ringraziare madre terra per fornirci ogni bene di cui abbiamo bisogno, il grande rispetto per essa. Il ricordo di nonni e genitori che hanno vissuto la guerra, dove un pezzo di pane aveva un valore inestimabile; dove il contadino coltivava i campi con uno sforzo immenso (non c’erano i mezzi di ora) e un rispetto che non aveva eguali. Spesso dimentichiamo il ruolo di un agricoltore: sfamare la gente. 

Studi che hanno virato da farmacia ad agraria: in che momento ti sei resa conto che questa era la tua strada?
Non so ancora se agraria sia stata la scelta giusta. CTF non mi appassionava, ho provato questo indirizzo solo per il fatto che avrebbe avuto un buono sbocco lavorativo, ma mi sono resa conto che, se non si fa qualcosa che piace, diventa davvero complicato andare avanti. Mi era difficile studiare CTF (penso ad anatomia), agraria invece mi emozionava, proprio come mi emoziona ancora adesso. 

Perché proprio lo zucchero?
Perché produrre zucchero è affascinante Ricorda i bambini, la gioia, la nonna o la mamma che sfornava (o sforna ancora) il dolce. Coltivare barbabietola da zucchero è tradizione, competenza, innovazione perché i nostri terreni sono vocati proprio per questo. Della barbabietola non si butta nulla, ogni sua parte ha un determinato impiego; inoltre, la sua coltivazione ha un evidente beneficio agronomico e per questo viene premiata per rientrare nella rotazione colturale.

Essere una giovane donna imprenditrice non deve essere stato facile.
Ho iniziato la mia carriera di imprenditore agricolo nel 1999; non avevo ancora ben chiaro a cosa sarei andata incontro, ma lavorare a contatto con la terra è rigenerativo, è simbiosi, è rispetto reciproco. Di certo non era, e non è, una strada facile da percorrere, ma il rispetto va guadagnato, dimostrando le proprie capacità ogni giorno. Sebbene siano passati 24 anni ho ancora molto da dimostrare, anche perché il mondo agricolo ha avuto sempre grosse difficoltà nel vedere una donna a capo di una azienda considerata esclusivamente maschile.

La sostenibilità e la produzione biologica sono la tua mission.
L’uomo è ospite di questo meraviglioso mondo, del quale conosce poco; quando si conosce poco o niente difficilmente si è in grado di ottenere il massimo. Questo significa che prima di sfruttare il terreno che ci è dato in prestito, lasciando deserto al suo posto, dobbiamo essere consapevoli che conservare è fondamentale per un futuro da lasciare a chi verrà dopo di noi. Naturalmente, conservare, mantenere inalterato qualcosa, vuol dire lavorare con il cuore e con la testa. Purtroppo però viviamo l’era dell’economia e della industrializzazione o, meglio, stiamo già iniziando a pagarne gli effetti, continuando a sbagliare. La sostenibilità e la coltivazione nel rispetto dell’ambiente sono l’unica cosa che ci permette di sopravvivere. Lavorando con Coprob ho avuto modo di farlo perché ho ricevuto un supporto dal punto di vista tecnico, oltre ad avere la possibilità di confrontarmi con altri colleghi della cooperativa: una realtà che rappresenta oltre 7.000 aziende agricole di bieticoltori nostrani ed è impegnata, da più di 50 anni, nella difesa dell’agricoltura italiana. 

Non solo zucchero, però: so che hai iniziato la produzione di conserve alimentari.
Conservare il cibo è una prerogativa dell’essere umano. Conservare, mettere via per l’inverno la frutta che l’estate ci regala, è una armonia che solo lo zucchero può rendere ottima perché è l'unico conservante naturale da usare. Ecco quindi le confetture con la frutta dell’azienda e lo zucchero italiano. Altri progetti si sono sviluppati in questi anni: la Fattoria Didattica è un’altra perla di cui vado fiera, insegnare ai bambini come la terra dona gioielli preziosi, come gli alberi e i loro frutti, insieme agli insetti e alla natura in genere, siano importanti per la nostra sopravvivenza. Insegnare ai bambini, il rispetto e la convivenza con il mondo naturale.

Famiglia e lavoro: a volte è complicato.
Purtroppo, non è semplice per una donna anche se bisognerebbe essere presenti in entrambi gli ambiti soprattutto se la famiglia si allarga e arrivano dei figli. Il mio lavoro è in azienda, quindi per mia scelta casa e lavoro hanno la stessa ubicazione. Io non stacco mai, sono presente in azienda 24 ore su 24 e la famiglia l’ho sempre portata al mio fianco. Non so dire se sia stato un privilegio oppure no: so solo che è stato davvero difficile.

Un tuo suggerimento alle donne che vogliono diventare agricoltrici?
Come tutti i lavori fatti con professionalità, è dura; corsi di aggiornamento, novità. Soprattutto non bisogna lasciarsi intimorire dalle solite frasi fatte; anzi, occorre vivere queste critiche come ulteriore stimolo per non mollare e dimostrare a tutti le proprie grandi capacità.

Una curiosità su di te per i nostri lettori.
La capacità di reinventarmi quando una cosa non funziona. Il mondo del lavoro è assai difficile in questi anni, ma è pieno di tante piccole strade; non si deve avere paura di provare a percorrerle e mi riferisco al mondo agricolo, pieno di vari indirizzi. Bisogna provare l’indirizzo che più ci identifica e, se funziona, rendere quella strada non un semplice viottolo, ma una statale: non mi fa pura cambiare strada e nemmeno tornare indietro per migliorarla.

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