Women Power

Sabrina Schench: "Oggi Trentodoc è riconosciuto, oltre che per la sua qualità, per eleganza, freschezza e il legame col territorio"

Sabrina Schench, Direttrice dell'Istituto Trentodoc, si racconta ai lettori di Tgcom24

di Carlotta Tenneriello
10 Feb 2025 - 05:00

Sabrina Schench, Direttrice Istituto Trento Doc

1 di 10
© Ufficio stampa
© Ufficio stampa
© Ufficio stampa

© Ufficio stampa

© Ufficio stampa

Sabrina, qualcosa su di te per farti conoscere ai nostri lettori. Partiamo da te bambina, per esempio…
Sono cresciuta a Pergine, un paese vicino a Trento, in mezzo alla natura, alle montagne e ai laghi. Ancora oggi, ciò che mi fa stare bene, è camminare nei boschi o vicino all’acqua. I miei ricordi da piccola sono soprattutto legati alle vacanze in camper con la mia famiglia, e allo sport.
 
La scelta della tua formazione in ambito legale e poi l’ingresso nel mondo del lavoro: com’è andata?
Durante gli anni dell’università ho capito che non mi sarebbe piaciuto fare l’avvocato e nel frattempo ho sviluppato interesse per la comunicazione e la scrittura. Dopo la laurea mi sono quindi iscritta a un Master in Comunicazione e ho iniziato a scrivere come collaboratrice per un giornale locale. Sono andata poi a lavorare all’estero, dove ho avuto la possibilità di iniziare a formarmi come ufficio stampa. Ho fatto tanti stage in quegli anni, mantenendomi con piccoli lavori di tutti i tipi e ho investito molto nella ricerca di un lavoro che mi appassionasse. La laurea in Giurisprudenza resta comunque la scelta che farei di nuovo, perché l’ho trovata molto formativa e mi ha dato una cultura generale di base che mi torna ancora utile.
 
Quando e come hai iniziato a occuparti di vino?
Per caso. Rientrata dall'estero, sono stata chiamata a seguire un piccolo progetto in Camera di Commercio riguardante il vino. Fin dall’inizio mi è piaciuto molto il settore: mi piacevano le persone, i progetti, i produttori e allora ho iniziato a studiare e a formarmi. In seguito, una decina di anni fa ho avuto l’opportunità di lavorare per l’Istituto Trento Doc. E’ stata, ed è tuttora, un'occasione di crescita umana e professionale importante. E’ un lavoro che mi gratifica molto e sono molto grata di poterlo svolgere.
 
Trentodoc è una realtà molto importante per il tessuto economico della regione e per i viticoltori che rappresenta.
Siamo molto orgogliosi che Trentodoc sia oggi riconosciuto, così come lo sono la sua qualità, l'eleganza, la freschezza e il legame con il territorio. Il comparto è cresciuto molto e, in meno di dieci anni, la produzione è raddoppiata, passando da 6 a 13 milioni di bottiglie. Le case spumantistiche sono oggi 67 e sono previsti nuovi associati durante il 2025; il numero di etichette prodotte è di circa 250 con una superficie vitata di circa 1.600 ettari. Le aree spumantistiche sono poche in Italia e il Trentino è senza dubbio un territorio unico e di montagna particolarmente vocato per il metodo classico, con una lunga tradizione spumantistica alle spalle, una scuola di formazione importante ed enologi esperti.
 
Quali sono i successi di cui vai maggiormente fiera?
I risultati che abbiamo raggiunto sono la somma dell’operato di molti: dei produttori, per la qualità senza compromessi, del CDA, per la visione e per le strategie tracciate. Più che di un successo in particolare, sono fiera del gruppo di produttori rappresentato dal marchio, che lavora insieme in modo armonico con un obiettivo comune, pur essendo costituito da realtà molto diverse fra loro.
 
I tuoi prossimi obiettivi.
Continuare a lavorare per incrementare il posizionamento e la notorietà del marchio. Il mondo del vino è in fase di transizione, sta cambiando rapidamente e ci presenta nuove sfide e opportunità. E’ verosimile aspettarsi che la crescita registrata rallenti nei prossimi anni. Dovremo impegnarci a lavorare in modo diverso rispetto a un tempo, con previsioni sul breve periodo e la comunicazione, credo, sarà fondamentale in tutto il processo.
 
Non dovrei forse, ma te lo chiedo: qual è il vino che nella tua cantina non può mancare?
Sicuramente Trentodoc, mi piace collezionare e lasciare invecchiare le riserve: si tratta di un vino che apprezzo e bevo volentieri nel mio privato. 
 
Un tuo suggerimento alle ragazze che intendono avvicinarsi a questo mondo affascinante.
Consiglio di formarsi seriamente e di mettersi alla prova con molta pratica. Vi sono molte opportunità di stage utili per capire se il settore è quello giusto e se ci si trova nel posto giusto. Le abilità si sviluppano con la pratica; d'altra parte serve tempo per sviluppare competenza e comprendere il mondo del vino, che è molto frammentato, fatto di molte specificità. Come in ogni altro settore, competenza, passione, pazienza, spesso ripagano. 

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri