Lodi… con le spine

Amore tossico: negging, il complimento pronunciato per ferirti

CI sono frasi che sembrano apprezzamenti, ma nascondono critiche pungenti e dolorose. Come riconoscerlo e difendersi

07 Mar 2025 - 05:00
 © Istockphoto

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Alla vigilia dell’8 marzo è importante che ogni donna sia consapevole e vigile nei confronti delle innumerevoli tecniche di manipolazione che possono essere messe in atto ai suoi danni, non solo in una relazione di coppia e di amore tossico (e in questo caso sono particolarmente dolorose), ma in qualunque forma di relazione sociale, compreso l’ambito lavorativo. Una di queste è il negging, una parola che già al pronunciarla fa capire che si tratta di un atto non bello: il termine ha in sé la radice “neg” che riporta subito all’idea di negazione o di negatività: in effetti si tratta proprio di questo, ovvero di un complimento che nasconde in sé una critica, spesso pungente e dolorosa, mascherata sotto una cornice di apprezzamento. 

CHE COS’È IL NEGGING – Il negging è una tecnica di manipolazione che punta a stabilire il controllo su una persona e a minare la sua autostima travestendo da complimento le critiche più disparate. Ad esempio, in ambito lavorativo, può trattarsi di un superiore che dice a una dipendente: “Bella la tua presentazione. Non avrei mai immaginato che fossi anche in gamba oltre che carina. Certo che, però, se fossi stato al io al tuo posto avrei fatto qualcosa di diverso.” Oppure, all’interno di una coppia lui pur dichiarando di apprezzare la sua partner, non perde occasione per paragonarla alla sua ex (naturalmente più magra, più elegante, più… qualsiasi cosa), mettendo in luce tutti i punti deboli della nuova compagna. Insomma, il negging è in agguato tutte le volte in cui a un complimento segue il fatico “ma”, seguito spesso da una raffica di consigli non richiesti.  Lo stesso vale se ci troviamo continuamente messi a confronto con altre persone, o se il complimento è accompagnato da domande subdole o pronunciato in tono sarcastico. Il negging, spesso chiamato semplicemente neg, è praticato dagli uomini più che dalle donne, anche se non mancano persone di sesso femminile esperte manipolatrici che se ne servono soprattutto in ambito lavorativo o in contesti di grande competitività. Purtroppo, il neg è piuttosto diffuso in ambito sentimentale soprattutto nelle prime fasi di avvicinamento, quando un partner dominatore cerca di affermare la sua posizione di preminenza sull’altro. In alcuni casi il neg è stato paragonato al gaslighting ma in realtà si tratta di due fenomeni del tutto differenti: il negging va a colpire l’autostima, mentre il gaslighting  manipola la vittima facendola dubitare di quello che sente e che vede, fino al limite della sua sanità mentale.

CHI USA IL NEG – Il neg è di solito prerogativa di maschi dominanti dalla personalità tossica. La definizione che si legge nell’Urban Dictionary mette in risalto proprio questo aspetto: il neg è una forma di “insulti sottili, volti a minare l’autostima di una donna in modo che possa sentirsi più vulnerabile e quindi più facile da sedurre”. Il meccanismo di base sta nel fatto che, quando una donna non si sente all’altezza, l’altro può apparirle migliore di sé e di quanto non sia, e quindi più attraente e più interessante nelle sue avances. Ovviamente, ricorrono al negging come tecnica seduttiva solo le persone a loro volta insicure di sé e delle proprie capacità di attrarre una donna utilizzando forme di approccio più convenzionali e più sane.  In ogni caso il negging è un abuso emotivo e una strategia passivo-aggressiva dalla quale è bene stare alla larga.

COME DIFENDERSI DAL NEGGING - Le persone più esposte al negging sono quelle con autostima bassa, che si solito provano un grandissimo bisogno di accettazione e di affetto, nella convinzione di non essere del tutto meritevoli di essi. La consapevolezza della propria "imperfezione" spinge ad accontentarsi di quello che l'altro offre, anche se si tratta di briciole e di complimenti nei quali si annida la critica per una lunga serie di manchevolezze, della quale la vittima finisce per rispecchiarsi sempre di più. Essere consapevoli del meccanismo psicologico che si innesca con il neg può essere utile per sganciarsi da questo trucco malsano. La prima cosa da fare, si ci troviamo a contatto con una persona che ci sminuisce, ci fa sentire insicuri e che ci rivolge insulti mascherati da complimenti, è smettere di interagire. Cercare di ragionare con chi ci umilia ripetutamente e ci manca di rispetto non è una strategia efficace: se ci troviamo quindi in un contesto amicale o sentimentale è meglio lasciar perdere e frequentare altre persone. Se questo non è possibile perché il negging avviene, ad esempio, sul posto di lavoro, è possibile imparare a reagire a frasi o atteggiamenti che ci fanno sentire a disagio: ad esempio possiamo far sapere all'altra persona che non consideriamo accettabile questo tipo di comunicazione e che, al di là di una certa irritazione, la strategia non ha alcun effetto su di noi. Se si riesce a mantenere una sana autostima, senza dubitare del proprio valore, lo stesso manipolatore finirà per accorgersi dell'insuccesso e probabilmente lascerà perdere.    

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