Compilare correttamente la nostra lista delle priorità è il primo passo per avere successo
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Dopo un anno difficile come quello che sta per concludersi è ormai chiaro a tutti che davanti a certi eventi ineluttabili non c’è buon proponimento che tenga. Eppure, alla fine di un ciclo temporale, è inevitabile fermarsi a ragionare su come sono andate le cose, su quello che invece avremmo desiderato e su quale strada percorrere per raggiungere il nostro obiettivo. Fermo restando che, probabilmente, anche nel 2021 non andremo a correre tre volte a settimana, non impareremo una nuova lingua straniera e non perderemo peso tanto da ridurre di due taglie il nostro guardaroba, può essere una buona idea imparare a formulare una lista ragionevole di obiettivi: avremo migliori probabilità di riuscire a realizzarli e di essere soddisfatti di noi stessi.
OBIETTIVI, NON BUONI PROPOSITI – Per distinguere un obiettivo da un proposito dobbiamo badare a quattro caratteristiche: deve essere formulato solo in termini positivi (ad esempio: devo liberarmi delle sigarette invece che devo smettere di fumare); deve essere interamente sotto il controllo della persona che lo formula, deve essere compatibile con il suo stile di vita e lo “stato di avanzamento dei lavori” deve essere misurabile e compreso in una tabella di marcia che ne indichi i tempi di realizzazione: in questo modo saremo in grado di capire se ci stiamo muovendo nella giusta direzione. Ad esempio: devo rientrare nella taglia 44 entro Pasqua è un obiettivo, mentre devo conquistare un fisico da modella è un buon proponimento che, probabilmente, non tradurremo mai in realtà. Un altro esempio: devo raggiungere un livello B2 in inglese entro l’estate per poter fare il viaggio che desidero è un obiettivo, mentre entro l’estate il mio inglese deve essere perfetto, non è neppure un proposito: è una pia illusione.
PERCHÉ I BUONI PROPOSITI DI SOLITO NON HANNO SUCCESSO – I buoni propositi di solito nascono sotto la spinta di un sogno che vorremo veder realizzare o a causa del senso di colpa per qualcosa che non abbiamo fatto o per comportamenti che non siamo stati in grado di correggere. Il risultato che ci proponiamo di raggiungere è talmente lontano da sembrare quasi irraggiungibile: per questo motivo alle prime difficoltà ci scoraggiamo e abbandoniamo la nostra risoluzione. È proprio qui che sta l’errore: non possiamo proporci qualcosa che percepiamo come al di fuori della nostra portata: il fallimento è inevitabile e farà solo del male alla nostra autostima. Meglio dunque non formulare nessun proposito: anche il generico proponimento di aver più cura di noi stessi, o combattere lo stress, deve tener conto di che cosa questo significhi nello specifico: ad esempio, aver cura di sé significa conservare almeno una volta a settimana un momento per noi, per riposare o per fare quello che ci piace.
COME RAGGIUNGERE I NOSTRI OBIETTIVI – Un obiettivo, per poter essere centrato, deve essere legato solo a variabili sotto il nostro diretto controllo senza dipendere da fattori e circostanze esterne contro le quali non possiamo nulla. Ad esempio, sul piano lavorativo possiamo impegnarci per imparare a gestire in modo più efficiente i nostri impegni, in modo da ottimizzare i risultati: questo è un processo che possiamo controllare e nel quale possiamo avere successo. Se da questo deriverà poi la promozione a cui aspiriamo (e che in realtà sarebbe il nostro proposito) è un fatto imponderabile che potrebbe verificarsi oppure no. Tutto sta nell’impegnarsi per raggiungere le caratteristiche necessarie all’ambito ruolo ed essere soddisfatti di noi stessi per il percorso compiuto a prescindere dal riconoscimento del nostro capo. Allo stesso modo, possiamo impegnarci a migliorare il nostro aspetto fisico perdendo qualche chilo e allenandoci regolarmente: raggiungeremo l’obiettivo di mostrarci al nostro meglio, anche se questo non ci garantisce che realizzeremo il proposito di incontrare un nuovo fidanzato.
QUANDO NON ABBIAMO TEMPO – Spesso i nostri buoni propositi si scontrano con la mancanza di tempo: vorrei allenarmi tre volte a settimana, ma proprio non ne ho il tempo. Ma anche per questo c’è la soluzione. In realtà il problema di un’agenda troppo affollata è legato alla mancanza di priorità. Il tempo è qualcosa che manca sempre, ma che si riesce sempre a trovare se siamo sufficientemente motivati. La dimostrazione? Pensiamo a quello che accade quando ci innamoriamo di una persona: pur di ricavare qualche ora da trascorrere in sua compagnia non esistiamo a stravolgere la nostra tabella di marcia, a costo di cancellare qualcosa di già pianificato. Si dice che il generale americano Eisenhower avesse elaborato un modello per la gestione delle sue priorità da cui è scaturito un modello ancora oggi valido, applicato e studiato. Gli impegni erano gestiti secondo quattro livelli di priorità: quelli importanti e urgenti imponevano un’azione immediata; quelli meno urgenti, ma importanti, potevano essere invece pianificati; quelli urgenti ma meno importanti potevano essere delegati; quelli non urgenti e non importanti potevano essere tranquillamente eliminati o rinviati a data da destinarsi. Se il metodo funzionava per un presidente degli Stati Uniti potrebbe dare una mano anche a noi.