Ferire il prossimo è una brutta abitudine diffusa a qualunque età, dagli adolescenti agli adulti, ma imparare a gestire le critiche si può
© Istockphoto
Autostima, un concetto semplice e del tutto soggettivo. Volendo provare a definire questa importante realtà della nostra sfera emotiva, potremmo dire che si tratta di un processo che ci porta a valutare e apprezzare noi stessi attraverso l'approvazione che ci diamo del nostro personale valore. Tuttavia, saper riconoscere in maniera realistica i nostri pregi e i nostri difetti non è facile, soprattutto quando dall'esterno, invece che essere stimati, si viene derisi, bullizzati o criticati apertamente oppure anche in maniera sottile e subdola.
Ammettiamolo: diventare impermeabili alle angherie è veramente difficile, talvolta impossibile perché si tratta sempre di situazioni dolorose capaci di mettere davvero a disagio, e nessuno ne è totalmente immune.
Essere in grado di cambiare la propria prospettiva, riposizionando il giudizio che abbiamo su noi stessi in maniera più veritiera e che tenga lontani valutazioni e pregiudizi altrui non è facile, ma non è nemmeno impossibile.
Il punto fondamentale da cui iniziare un percorso volto al miglioramento della propria autostima è quello di capire che ciascuno può diventare il peggior bullo di se stesso quando si tende a criticarsi di continuo: si tratta di un atteggiamento da evitare perché così si consente agli altri la possibilità di infliggerci sofferenze, mentre è necessario prendere le distanze emotive dalle critiche e dai giudizi cattivi e malevoli che ci vengono rivolti.
RIVEDI L'IMMAGINE CHE HAI DI TE STESSO: tanto per cominciare, un esercizio utilissimo per recuperare la propria autostima consiste nell'utilizzare parole diverse nel nostro dialogo interiore: invece che descrivere noi stessi negativamente, una nuova terminologia indice il cervello a costruire un’immagine diversa di noi stessi e decisamente migliore. Un esempio? Invece che pensare a noi come “incapaci” potremmo definirci "ancora in fase di miglioramento”; o ancora piuttosto che definirci “brutti” potremmo valorizzare qualche aspetto di noi in grado di farci sentire “diversamente affascinanti”; non siamo "grassi", ma "morbidi", non "vecchi", piuttosto siamo "adulti ed esperti".
EVITA LA NEGATIVITÀ: per allontanare tensione, ansia e stress e costruire un clima positivo capace di alimentare la nostra autostima, il consiglio è di attorniarsi e frequentare persone che abbiano una visione entusiasta e positiva di ciò che accade e ci circonda raccontando cose piacevoli e interessanti. Le lamentele continue, le critiche e i pettegolezzi non servono a nessuno e ammantano di negatività la nostra vita.
LASCIA SPAZIO A PENSIERI PIACEVOLI: tenere a bada il cervello non è cosa facile, ma occuparlo in attività e pensieri piacevoli aiuta a far dimenticare tutto il resto. La tecnica suggerita dagli esperti per aumentare l'autostima e difendersi dalle cattiverie che continuano a frullare per la testa è quella di individuare ogni giorno cinque aspetti positivi su noi stessi, su quello che facciamo o su episodi accaduti in maniera tale da non lasciare al cervello tempo e spazio per i brutti pensieri.
SORPRENDI CHI TI FA DEL MALE: sapersi difendere dalle angherie è una tecnica da affinare. Per esempio, la respirazione può risultare molto efficace: tirare il fiato e prendere tempo è un ottimo rimedio per accusare meno il colpo. Saper rispondere per le rime o con una buona dose di sarcasmo non è facilissimo, ma è sicuramente un'arma di grande efficacia: di fronte a un’offesa, una domanda rivolta al bullo di turno in cui si chiede di dirci qualcosa di diverso rispetto a ciò che già sappiamo è perfetta per lasciare interdetto chiunque.
USA L'AUTOIRONIA: per spegnere il fuoco della cattiveria l’autoironia è la tecnica perfetta. Anche in questo bisogna esercitarsi un po': per esempio, potremmo preparare un piccolo discorso su quelle cose che di noi stimolano le angherie e proporlo appena ve ne è occasione. Si tratta di una strategia in cui non solo toglieremo all’altro la capacità di burlarsi di noi, tenuto conto che lo facciamo già, ma aumenteremo la capacità di prendere le distanze emotive da quello che ci fa male e che ci ferisce. Del resto, la miglior difesa è l'attacco, no?