Quando facciamo torto a qualcuno, a volte ci scusiamo in modo quasi peggiore dell’offesa inferta. Ecco un vademecum per affrontare la situazione
Chiedere scusa è un’arte difficile. Quante volte abbiano subito un torto o un’offesa e le scuse che abbiamo ricevuto, se pure sono arrivate, ci sono parse quasi peggiori della mancanza che abbiamo patito? Chiedere scusa implica riconoscere di aver mancato nei confronti di un’altra persona e comporta un’ammissione di responsabilità: per scusarsi in modo efficace occorre innanzi tutto essere disposti a fare questo sforzo. Ne vale la pena: chiedere scusa fa bene sia a chi chiede il perdono, sia a chi lo concede, ed esprimere il proprio rincrescimento con sincerità ed efficacia può fare la differenza.
PERCHÉ È DIFFICILE CHIEDERE SCUSA – Immaginiamo che qualcuno ci abbia dato buca a un appuntamento, lasciandoci ad aspettare per un’ora senza farsi vivo. Che cosa ci viene in mente quindo, il giorno successivo riceviamo un messaggino che dice solo “Sry”, ovvero Sorry (scusa).Il primo nostro pensiero è che, secondo chi ha mancato nei nostri confronti, il nostro disagio non merita neppure la fatica di scrivere la parola per interno. Oppure, dopo un litigio in cui un collega ha superato tutti i limiti della scortesia, riceviamo una mail che dice: “Vorrei scusarmi per stamattina, ma la notte scorsa non ho dormito per niente ed ero molto stanco”. Anche in questo caso, il messaggio che dovrebbe esprimere il rincrescimento per uno scatto fuori luogo è invece un tentativo di giustificazione, scaricando le proprie responsabilità, che ci offende quasi quanto le male parole ricevute poco prima. Sono due esempi di scuse non efficaci, in cui l’autore, invece di fare ammenda e di esprimere rincrescimento per un comportamento non adeguato, ha peggiorato la situazione. In un messaggio di scuse si dovrebbe invece focalizzare l’attenzione sul dispiacere che si prova nell’aver causato disagio o dispiacere nella persona offesa: chi ha commesso il torto deve innanzi tutto ammettere di aver sbagliato, e questo richiede l’umiltà di accettare il proprio errore.
COME SI FA A CHIEDERE SCUSA – Alcuni studi condotti sull’argomento, in particolare una meta-analisi che ha preso in considerazione 175 ricerche condotte sull’argomento, hanno evidenziato che chiedere scusa in modo efficace influenza la possibilità di essere effettivamente perdonati e fa bene sia a chi si scusa, perché riduce il senso di colpa, sia a chi è stato offeso, perché vede riconosciuto il torto subito, con la possibilità di ritornare alla condizione di equilibrio che si viveva in partenza. Spiega la ricercatrice Lisa Leopold, esperta in materia: “Chiedere scusa implica vulnerabilità. Dobbiamo ammettere i nostri errori, i nostri fallimenti. In questo caso è importante essere sinceri e diretti”. Dello stesso parere è Karina Schumann, professore associato di psicologia sociale e capo del Conflict Resolution Lab dell'Università di Pittsburgh che studia l'argomento, la quale fa notare che non tutte le scuse sono uguali: perché una dimostrazione di rimorso sia veramente efficace, dovrebbe concentrarsi sui sentimenti e sulle esigenze dell'altra persona, non sui propri.
SEI PASSI PER CHIEDERE SCUSA – Gli ingredienti per porgere delle scuse efficaci possono variare, ma ce ne sono alcuni su cui gli esperti sono d'accordo. Ecco un piccolo vademecum.
1 Esprimere rimorso – Meglio non dire: “Vorrei scusarmi”: desiderare di scusarsi non è efficace quanto esprimere direttamente il proprio rincrescimento per aver commesso una mancanza: meglio quindi dire “Mi dispiace” o “Mi scuso”. Esprimere in prima persona il proprio dispiacere per un’azione commessa implica l’assunzione di responsabilità per quello che si è detto o fatto. “Mi dispiace per il mio sfogo di questa mattina”, ad esempio, è più efficace che dire “Lo sfogo di stamattina non sarebbe dovuto succedere”.
2 Riconosciamo qualsiasi danno che possiamo aver causato: la dottoressa Beth Polin, un'altra accademica che studia le relazioni che intercorrono in caso di offese e scuse, ha scoperto nelle sue ricerche che assumersi la responsabilità delle proprie azioni è una delle componenti fondamentali per scusarsi in modo efficace. Quando subiamo un torto, infatti, ci teniamo realmente al fatto che qualcuno ammetta il proprio errore.
3 Concisione e specificità: andare al punto senza giri di parole è segnale di sincerità, mentre prenderla alla lontana sembra un tentativo di cercare giustificazioni. Può essere utile spiegare perché siamo dispiaciuti per la nostra mancanza: essere specifici su ciò che abbiamo fatto può aiutare l’altra persona a sentirsi compresa. Esprimere esattamente la consapevolezza di come le nostre azioni hanno influenzato o ferito la “vittima” e, dall’altro lato, la sensazione da parte delle persona offesa di essere compreso, sono fattori cruciali per ottenere il perdono.
4 Resistiamo alla tentazione di dire che “non volevamo fare del male”: la dottoressa Leopold suggerisce di tenere per sé le proprie intenzioni: chi ha subito un torto non è interessato a giustificazioni di questo genere perché indeboliscono l’assunzione di responsabilità.
5 Promettiamo di non farlo più (se è un obiettivo realistico): esprimere l’impegno nel non ripetere l’errore è utile per ripristinare la fiducia, perché indica il desiderio di guardare al futuro e non al passato, anche se spesso di tralascia di prendere un impegno di questo genere. Tutti, naturalmente sperano di non trovarsi più nella posizione di offendere un proprio simile, ma può essere difficile mettersi in gioco e pronunciare con sincerità una promessa simile.
6 Mai usare l’espressione “Il danno è fatto”: questo implica che ormai non si può più fare nulla e tanto vale non pensarci più. Invece, c’è sempre qualcosa che si può fare.
7 Offriamoci di rimediare: accompagnare le scuse con l’impegno di correggere il torto e rimediare al danno è un gesto utile a esprimere il proprio dispiacere e a ottenere il perdono. In questo caso occorre essere specifici sulle azioni che si vogliono intraprendere e accettare che sia eventualmente l’offeso a indicare quali potrebbero essere queste mosse.
8 Chiedere perdono, ma senza pretenderlo: la richiesta di perdono deve contemplare la possibilità che questo non ci venga concesso, o che richieda un certo tempo. La domanda giusta da porre in questo caso è: “Come possiamo tornare al punto in cui eravamo prima che tutto ciò accadesse?” In questo modo invitiamo la persona a partecipare al processo di ricostruzione della fiducia reciproca che esisteva prima dell’offesa. È importante non fare pressione, ma dare all’altro il tempo e lo spazio per perdonare e per capire che restiamo presenti e che davvero teniamo a loro.