Vita professionale

Cinque buoni motivi per amare il tuo lavoro

Al posto di cambiare vita inizia a guardare con più onestà le tue scelte

29 Set 2014 - 09:00
 © agenzia

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Il grande salto non è il sogno di cambiare vita ma la capacità di ricordare a noi stessi gli autentici motivi che ci hanno condotto verso le scelte che ora viviamo. Non arrendersi all'infelicità e riuscire a trovare la giusta maniera per sopravvivere a una routine spesso massacrante è la sfida per trovare un equilibrio fisico e mentale che nemmeno la crisi potrà scalfire.

Certamente per chi ha avuto la forza e le possibilità per puntare sulle proprie potenzialità andare al lavoro risulta più facile, perché la passione è il grande motore capace di smuovere anche le situazioni più precarie e difficili. Tuttavia questo non è sufficiente per garantire il benessere interiore necessario a superare i momenti più impegnativi.

Il segreto del vero successo non si trova necessariamente in un ruolo o una professione in cui affermarsi, bensì nella costruzione della propria forza e abilità necessarie a comprendere le scelte effettuate, il contesto in cui ci troviamo, i limiti e i vantaggi derivanti da una certa situazione. Ti sei mai chiesto con serietà perché fai il lavoro che hai scelto? I motivi possono essere infiniti, dal sogno nel cassetto, per cui siamo disposti a giornate estenuanti (magari a costo zero) al bisogno di pagare l'affitto.

Il primo passo per migliorare la percezione di ciò che vivi a smettere di colpevolizzarti per non guadagnare abbastanza, fare un lavoro che in fondo non ami, o avere un contratto che al momento non è il meglio: la verità è disarmante. Ammetti davanti a te stesso le vere ragioni che ti hanno condotto a una certa scelta; analizza motivazioni, considerazioni e timori; sii sincero anche su ciò che ora, col senno di poi, non rifaresti.

Talvolta non ce ne rendiamo conto, perché spesso ammetterlo comporta una forte presa di coscienza, eppure è stata una nostra responsabilità prendere le decisioni che ci hanno portato verso la situazione di oggi. Rimuginare non serve a nulla, perché solo avendo vissuto le conseguenze delle tue scelte ora sei in grado di comprendere in maniera più ampia le tue esperienze.

Se la ragione alla base del tuo lavoro è la necessità di uno stipendio sicuro sii consapevole che non è la passione ciò che per cui ogni giorno rispondi con disciplina al trillo faticoso della sveglia, ma l'onorevole decisione di assicurare a te stesso e alla tua famiglia il necessario per essere indipendente, nutrirsi, avere un tetto e soddisfare i bisogni fondamentali di un essere umano. D'altro canto è chiaro che, in tale situazione, avrai bisogno di cercare altrove gli stimoli che ognuno di noi necessita. Esplora, scopri interessi diversi, impara a praticare un hobby: una nuova attività che riesca a attirare la tua curiosità e accendere l'entusiasmo potrebbe persino diventare un secondo lavoro, in grado di aggiungere un surplus alla tua vita.


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Dire a noi stessi la verità sulle ragioni profonde delle nostre scelte è destabilizzante, perché l'onestà costituisce l'unica chiave per entrare in contatto con le nostre verità più profonde. In questo modo anche i rapporti con gli altri cambiamo e all'improvviso anche la collega insopportabile non importa più così tanto perché, in fondo, non influisce affatto sul nostro mondo interiore. Mantenere un rapporto sanocon gli altri senza avvelenare la giornata per colpa dei colleghi o del capo è importante e riguarda la tua capacità di vivere le cose in maniera più leggera.

A prescindere dalla professione che svolgi, quando sei al lavoro sii presente, concentrato e disponibile a aiutare, ma tieni sempre presente il limite che nessuno deve valicare e di cui hai bisogno per stare bene. Scambiare un turno, terminare un compito anche se l'ora di chiusura è già terminata da un pezzo o coprire un'assenza costituiscono un'eccezione, ma non devono diventare la regola: dire sempre e solo si può rendere la vita un inferno. Recupera la tua capacità di dire, con gentilezza e altrettanta fermezza: "No, oggi proprio non posso" e sia quel che sia: in genere la qualità del proprio lavoro non passa inosservata e chi produce buoni risultati infine viene ripagato. Anzi, ciò che trarrà beneficio dal sapersi sottrarsi a chi vuole risucchiare le tue energie sarà la tua autorevolezza e il rispetto per te.

Una buona regola da seguire? Evita di giustificarti. Se oggi non puoi svolgere un compito o uno straordinario non è necessario spiegare ciò che farai o perché hai bisogno di una giornata libera: afferma la tua richiesta e basta, scoprirai che è molto più semplice rapportarsi agli altri quando non tentiamo di trascinarli dalla nostra parte.

Ricorda che i colleghi non devono necessariamente essere nostri amici: una domanda gentile, una chiacchierata prima del lavoro e un sorriso costruiscono un contesto più sereno, ma raccontare i fatti tuoi o, ancora peggio, esprimere giudizi verso un superiore o altri colleghi, potrebbe ritorcersi contro di te. Evita il gossip facile e velenoso; sii sorridente, soprattutto verso te stesso.

Prendere il lavoro meno sul serio non significa abbassare la qualità di ciò che fai ma essere mentalmente più rilassato. Invece di sprecare la tua energia nel veleno riversala in altri ambiti della tua vita. Cerca stimoli capaci di accendere la tua passione, pianifica attività capaci di darti piacere, impegnati a riempire la tua vita con motivi di gioia: anche la scelta più pesante e difficile può renderci felici nella misura in cui siamo consapevoli delle nostre ragioni profonde.

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