Cibi per l’anima

Comfort food: che cos'è e come goderselo senza danni

Gli alimenti consolatori ci riportano all'infanzia e ci gratificano in molte situazioni. Niente di male, basta non esagerare

28 Nov 2018 - 16:56
 © istockphoto

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Noi tutti, almeno qualche volta, abbiamo cercato conforto nel cibo, per consolarci di una brutta giornata, per premiarci dopo aver superato una prova difficile, o ancora per riempire quel senso sottile di scontentezza o di nostalgia che ci prende magari a fine giornata senza che neppure sappiamo perché. E’ questa la virtù magica del cosiddetto comfort food che, come dice il suo stesso nome, sa consolarci nei momenti difficili e riesce davvero a farci sentire meglio, anche se per poco tempo. Scopriamo perché e come funziona il loro potere consolatorio.

A CIASCUNO IL SUO – Il senso di piacevole appagamento che il comfort food ci trasmette non dipende tanto dal sapore o dalla consistenza, ma dal suo potere di richiamare la nostra infanzia. Per questo ciascuno ha il suo alimento preferito: può trattarsi di cioccolato, o di un tipo particolare di biscotti, oppure di un cibo salato come le patatine fritte o il polpettone ripieno. Si tratta di alimenti che in qualche modo ci coccolano e ci riportano a momenti felici della vita. Non è dunque solo una questione di palato: certi cibi parlano alla nostra psiche e lo fanno mettendo in movimento nel nostro organismo una serie di reazioni chimiche che attivano alcune aree del cervello, sede del senso di piacere e della gratificazione. Insomma, il comfort food non nutre tanto il corpo quanto l'anima.

IL VALORE EMOTIVO DEL CIBO – Alimentarsi ha, fin dalla primissima infanzia, ha una forte valenza affettiva. Il momento dell’allattamento ad esempio, rappresenta per il neonato il culmine della soddisfazione: si trova al caldo, tra le braccia della mamma, che gli dispensa insieme il nutrimento di cui ha bisogno per placare il disagio della fame e insieme tutto il suo amore. Anche in seguito, i genitori utilizzano spesso qualche piccola golosità per calmare il proprio bambino o per ricompensarlo. E’ dunque naturale associare il cibo a un senso di piacere e a una situazione emotiva che ci riporta all’infanzia. Ne è conferma il magistrale brano in cui lo scrittore francese Marcel Proust, descrive i ricordi più dolci della sua infanzia richiamati alla sua memoria dal profumo e dal semplice gesto di inzuppare una madeleine nel tè.

CIBO CONSOLATORIO O FAME NERVOSA? – Sono due realtà spesso in stretta connessione: ci sentiamo stanchi e stressati e cerchiamo conforto in un alimento che ci gratifichi. Quando questa ricerca diventa troppo frequente, o addirittura compulsiva, si tratta di fame nervosa: è quella spinta incontrollabile che, dopo esserci gratificati a cena con le tagliatelle della mamma (comfort food), ci riporta più e più volte durante la serata davanti al frigorifero o alla dispensa alla ricerca di uno snack dopo l’altro. Il vero problema della fame nervosa è che, per lo più, ci spinge a dare l’assalto ad alimenti poco sani, di solito cibi confezionati e comodi da consumare, ma molto ricchi di calorie e grassi, a tutto detrimento della bilancia. In questo caso vale la pena interrogarsi sulle cause di questa insaziabile spinta: può essere il segnale che la nostra vita è troppo stressante e frenetica, oppure che siamo preoccupati per qualche motivo o ancora che abbiamo un dolore profondo e inconfessato. La soluzione allora non sta tanto nella forza di volontà nel resistere alla tentazione della gola quando nell’affrontare il disagio che sta alla sua radice.

USIAMOLO BENE – Se il nostro cibo del cuore è la torta della nonna o il polpettone di mammà, niente ci vieta di godercelo in santa pace, almeno ogni tanto: se si tratta di una bomba calorica possiamo compensare lo stravizio “alleggerendo” il pasto successivo. Se la nostra è invece soprattutto una “voglia di buono” possiamo scegliere alcuni alimenti che stimolano la produzione di serotonina, l’ormone del benessere, che favoriscono il rilassamento e il buon umore. Tra questi, oltre alle classiche tisane rilassanti, ad esempio a base di camomilla, melissa, malva e biancospino, possiamo trarre grande soddisfazione da un buon piatto di pasta condito in modo semplice, che ci fornisce energia a lento rilascio e allegria, oppure dai legumi, ricchi di vitamine, sali e oligoelementi. Sì anche alla carne di pollo e tacchino che contribuisce alla produzione di dopamina (altro neurotrasmettitore amico del sorriso), al kiwi, dal buon sapore dolce e dal colore accattivante; infine non dimentichiamo il classico quadretto di cioccolato fondente.

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