Non è proprio così facile: ecco come districarsi tra gli idiomi adottati dai cosmonauti con una piccola guida al vocabolario "spaziale"
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La comunicazione tra individui è sempre fondamentale e nel corso della vita impariamo man mano come esprimerci al meglio per entrare in contatto con gli altri. Anche nello spazio è fondamentale parlarsi e capirsi, ma i termini slang e le espressioni utilizzate “fuori dal mondo”, che appartengono al gergo di astrofisici e astronauti, non sono sempre così immediate da comprendere. Ecco allora un piccolo glossario in occasione della Settimana Mondiale dello Spazio, organizzata sotto l'egida delle Nazioni Unite, istituita per celebrare i contributi che spazio, scienza e la tecnologia portano al miglioramento della condizione umana.
Dai presunti avvistamenti UFO al millantato ritrovamento di specie extraterrestri, fino alle aspirazioni di qualche ambizioso miliardario con la passione per l'ignoto, lo Spazio rimane sempre al centro dell'attenzione. Del resto, complice la spettacolarizzazione cinematografica delle missioni astronautiche, l’Universo e i suoi elementi sono entrati a far parte anche del linguaggio di tutti i giorni.
Per questo motivo, in occasione della World Space Week, che si tiene ogni anno tra il 4 e il 10 ottobre, gli esperti e le esperte di Babbel, piattaforma per l’apprendimento delle lingue che offre lezioni su app e live, hanno ideato un viaggio “intergalattico” alla scoperta di modi dire e frasi celebri per aprire uno scorcio sulla vita e il lavoro degli specialisti del settore.
Il gergo degli astronauti è nato più o meno negli anni ’50 e ha vissuto un periodo particolarmente florido negli anni ’60.
Secondo gli esperti di Babbel è nel corso di questi decenni che furono coniate le espressioni più buffe e creative, ormai cadute però perlopiù in disuso: Cape Canaveral, ad esempio, centro nevralgico sia per la NASA sia per l’Air Force statunitense veniva chiamata ironicamente “Malfunction Junction”, ossia “centro guasti” per la sua proverbiale inefficienza; oppure, per somiglianza di forme, la poltrona regolabile dell’astronauta veniva chiamata “barber’s chair”, cioè “poltrona da barbiere”.
Ci sono invece alcune espressioni che hanno resistito alla prova del tempo e che sono tutt'ora utilizzate.
AIRLOCK: letteralmente “blocco dell’aria”, questo termine viene usato per descrivere la stanza a chiusura ermetica, racchiusa tra due porte, che consente agli astronauti di entrare ed uscire da un'astronave senza far fuoriuscire l’aria.
DOWNLINK: traducibile come “trasmissione verso il basso”, questa parola indica il segnale radio inviato dalla navicella spaziale verso la Terra.
GLITCH: questa parola, oggi entrata a far parte dello slang giovanile, indica un errore o un malfunzionamento tecnico.
KEYHOLE: per “buco della chiave”, o “serratura”, si intende una zona del cielo in cui il segnale dell’antenna non è in grado di seguire una navicella spaziale a causa di limitazioni tecniche.
PUFFY HEAD, BIRD LEGS: chi dice di avere “la testa gonfia e gambe da uccello” descrive la sensazione di avere la testa appesantita e congestionata e le gambe traballanti. Questo avviene quando, a causa della perdita di gravità nello Spazio, i fluidi si muovono più liberamente nel corpo dell’astronauta.
SOME WORDS: se dalla cabina di controllo a terra giunge la richiesta di scambiare “qualche parola” con gli astronauti in missione non significa che il collega abbia voglia di chiacchierare, bensì che sono in arrivo nuove istruzioni o consigli;
ZENIT E NADIR: si tratta di due punti relativi utilizzati per determinare la posizione degli oggetti celesti; in questo caso, rispetto alla navicella, il “nadir” indica il centro di un pianeta sottostante, lo “zenit” invece un punto sul pianeta al di sopra dell’astronave.
ZERO GRAVITY: letteralmente “gravità zero”, questa locuzione descrive la leggerezza sperimentata dagli astronauti quando sono in orbita o si trovano all’interno delle stazioni spaziali, dovuta proprio all’ assenza di gravità.
Quanto alle frasi celebri, possiamo ricordare la leggendaria frase pronunciata dall’astronauta Neil Armstrong quando per primo mise piede sulla Luna il 20 luglio 1969: “One small step for a man, one giant leap for mankind” ovvero “Un piccolo passo per l'uomo, un grande balzo per l’umanità”.
Più recente, quella di Samantha Cristoforetti: con “I figli stanno con papà” rispose in maniera lapidaria a chi non riteneva opportuno che la nostra Astrosamatha, prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea e prima donna europea comandante della Stazione spaziale internazionale, si allontanasse per sei mesi dai figli per partecipare alla Missione Minerva nel 2022.