Una Giornata Internazionale, un diritto universale e uno stato d'animo al quale ci si può “allenare”
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La ricerca della felicità è uno degli scopi fondamentali del genere umano, se non il principale addirittura. Per questo l'Assemblea generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, con la risoluzione A/RES/66/281 ha proclamato il 20 marzo di ciascun anno Giornata Internazionale della Felicità. Scopo della Giornata è promuovere la ricerca del benessere personale da parte di ogni individuo, incentivando “lo sviluppo sostenibile, l’eradicazione della povertà e il benessere di tutte le persone”. Essere felici dipende in larga misura da eventi esterni, sui quali non abbiamo controllo, ma nell’ambito della nostra vita quotidiana ci sono molte cose che possiamo fare per afferrare i momenti felici quando si presentano e per cercare di trattenerli il più a lungo possibile.
IL PERCHÉ DI UNA GIORNATA - La Giornata Internazionale della felicità è stata istituita il 28 giugno 2012 con lo scopo di sottolineare l’importanza della felicità nella vita delle persone in tutto il mondo e di farne l'obiettivo e l'aspirazione universale anche nella politica pubblica. Alla politica spetta infatti il compito di affrontare i grandi temi che sottendono alla ricerca individuale della felicità, tra cui la riduzione delle disuguaglianze, lo sradicamento della povertà e la protezione del Pianeta. La risoluzione è stata avviata dal Bhutan, un Paese che, come è noto, ha adottato l’obiettivo della Felicità Nazionale Lorda sostituendolo al Prodotto Nazionale Lordo (PNL). La data scelta per la celebrazione Giornata Internazionale è il 20 marzo, perché coincide con l’equinozio di primavera ed è quindi un simbolo di buon augurio e di rinascita, come avviene in natura all’inizio della primavera.
UN FATTO DI “ALLENAMENTO” – La felicità è un diritto universale, come si legge nella Costituzione degli Stati Uniti, o un obiettivo irraggiungibile? Alcunistudiosi sono convinti che alla felicità ci si possa addirittura allenare. Uno studio, realizzato nel 2021 dall’Università di Trento in collaborazione con La Sapienza di Roma e con l'istituto di cultura tibetana Lama Tzong Khapa, ha messo addirittura a punto un programma di “allenamento” per migliorare il proprio senso di benessere interiore, intitolato “The Art of Happiness”, l’arte della felicità. Nel corso del programma, un gruppo di persone ha partecipato per nove mesi a un piano di lavoro fondato su una formazione mentale basata su temi di psicologia, neuroscienze, storia del pensiero e filosofia di vita del buddhismo, con particolare attenzione alla pratica della meditazione e al dialogo zen, perseguendo obiettivi di empatia e compassione. Test periodici hanno messo in luce un progressivo miglioramento dello stato di benessere psicologico e una diminuzione di ansia, stress e pensieri negativi.
LA FELICITÀ NELLA VITA QUOTIDIANA – Sempre secondo lo studio dell’università di Trento, il benessere personale (che, a differenza del concetto di felicità, è in qualche modo misurabile anche se non del tutto oggettivo), in misura pari al 40% circa deriva non da eventi esterni ma da atteggiamenti e comportamenti sui quali possiamo esercitare un certo controllo. A questo proposito, il sorriso è uno degli strumenti più utili per predisporci positivamente nei confronti del nostro ambiente circostante. Ridere, infatti, riduce i livelli degli ormoni dello stress come cortisolo, adrenalina e dopamina, e incrementa la produzione di serotonina ed endorfine, che hanno a loro volta ulteriori effetti benefici sullo stress. In pratica, non dobbiamo aspettare di essere felici per sorridere, ma sorridere di più per essere più felici. Spiega Clotilde Austoni, odontoiatra specializzata in Chirurgia Odontostomatologica: “Il sorriso è la migliore espressione di ciascuno di noi, sia dal punto di vista fisico che psicologico: sorridere attiva gli “interruttori” del benessere, fa stare bene e neutralizza l’ansia”. In base a un recente sondaggio condotto da Austoni sui followers della sua nutrita community social, il 62% è convinto che il sorriso sia il primo segreto della felicità, mentre un altro 25% dichiara di aver acquisito una nuova consapevolezza di quanto sia importante il sorriso per rinforzare autostima, assertività e fiducia. In più, una miglior consapevolezza del proprio sorriso e dell’empatia da essa generata, fa la differenza nelle relazioni interpersonali e nella sfera professionale (13%).
PICCOLO VADEMECUM PER PREDISPORCI ALLA FELICITÀ – Le filosofie orientali, a cominciare dallo yoga, sono universalmente considerate una strada maestra per conquistare l’equilibrio interiore che sta alla bene del benessere spirituale e della felicità. Pamela Spinelli, insegnante di yoga e studiosa di tradizioni spirituali, propone un vademecum da mettere in pratica per arrivare alla felicità nella vita quotidiana.
1 - Dedicare del tempo alla gratitudine - Una pratica utile è elencare ogni mattina 3-5 cose delle quali sentirsi grati. Un’ abitudine che ci porta nel tempo a sostituire i pensieri negativi con altri più positivi.
2 - Concentrarsi sul presente - È fondamentale, se si vuole evitare il “ruminare” continuo dei pensieri, tipico di una mente inquieta e agitata. La piena consapevolezza dell’unico momento esistente, il qui e ora, ci aiuta, invece, a evitare inutili ansie.
3 - Dedicare del tempo alla conoscenza di se stessi – Le responsabilità quotidiane ci distraggono dalle nostre emozioni e dal nostro sentire profondo, ma questo ci porta a perdere contatto con la realtà, cadendo nella fossa dell’inconsapevolezza. È utile e saggio, invece, aprirsi alla spiritualità, capace di offrire solidi agganci per mantenere la giusta rotta.
4 - Fare esercizio fisico regolare - Il movimento del corpo è un requisito essenziale per il raggiungimento del benessere psico-fisico. L’esercizio fisico, infatti, favorisce la produzione di endorfine, gli ormoni della felicità, dà energia e ci aiuta a stare bene. Da unire a un’alimentazione equilibrata, alla cura del corpo e a un buon sonno ristoratore.
5 – Ridiamo di noi stessi – È un ottimo modo per essere positivi e non prendere la vita troppo sul serio. Quando si sorride, si liberano ormoni che migliorano il nostro umore. Nei momenti più difficili, l’auto-ironia è uno strumento utile: sorridere delle nostre fragilità aiuta a rimettere le cose in prospettiva. In questo senso, è utile lo yoga della risata, una forma di yoga che fa uso della risata auto-indotta, per superare le sfide quotidiane e migliorare la qualità della vita.