8 marzo

Festa della donna: il linguaggio del lavoro che ne racconta le sfide

In occasione della ricorrenza, scopri quali sono i termini che ancora riflettono i pregiudizi di genere e le barriere che si incontrano sul luogo di lavoro

06 Mar 2025 - 05:00
 © Istockphoto

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La Festa della Donna, l’8 marzo, è un’occasione per celebrare le conquiste ottenute nella lotta per i diritti e l’emancipazione femminile, ricordando le battaglie che, nel corso della storia, hanno portato a significativi progressi nella qualità della vita e nell’indipendenza economica delle donne. Questo giorno è simbolo di rivendicazioni e vittorie, sintetizzate dallo storico slogan “Bread and Roses” (“Pane e Rose”): il “pane” richiama la necessità di salari dignitosi, mentre le “rose” simboleggiano il diritto a una vita dignitosa e alla giustizia sociale.

In occasione di questa ricorrenza, Babbel for Business, la piattaforma di Babbel che offre corsi di lingua per le aziende, pone l’attenzione sulla condizione attuale delle donne nel mondo del lavoro. Dalle sfide quotidiane che ancora devono affrontare alle implicazioni che queste hanno sul linguaggio usato ogni giorno, il tema della parità di genere si riflette sul luogo di lavoro, anche nei contesti di leadership.

TERMINI CHE RIFLETTONO PREGIUDIZI DI GENERE

 

Secondo Chiara Chidini, Learner Success Manager di Babbel for Business, il cristallo è una metafora che descrive efficacemente le barriere che le donne affrontano nei contesti professionali: trasparenti, nel senso che spesso non sono facilmente individuabili, difficili da rompere, ma al contempo percepite come fragili.
Per questo motivo, è uno degli elementi più ricorrenti nelle espressioni legate al tema della parità di genere in diverse culture.
 

  • Soffitto di cristallo: questa metafora italiana simboleggia la sotto rappresentazione femminile nei ruoli di vertice delle aziende, dove le donne sono separate da una “barriera invisibile” che le esclude dai livelli più alti delle organizzazioni. In inglese, il fenomeno è descritto con il termine “glass ceiling” (“soffitto di vetro”) ed è stato utilizzato per creare un indicatore, il “Glass-Ceiling Index” (“GCI”), che monitora annualmente il ruolo e l’influenza delle donne nei contesti professionali. Per analogia con il “soffitto di cristallo”, è stato coniato anche il termine “scogliera di cristallo”: una situazione in cui una donna viene più facilmente chiamata a ricoprire ruoli di leadership in momenti di crisi, quando il rischio di fallimento è alto e le condizioni sono già compromesse. In questi casi, chi assume la guida rischia di essere ritenuto responsabile dell'insuccesso, anche se le difficoltà erano preesistenti.
  • Chambre de verre: questo concetto francese che si può rendere come “stanza di cristallo”, evidenzia i limiti organizzativi che rischiano di confinare le donne all’interno di specifici ruoli o dipartimenti, impedendo loro di accedere ad altre aree chiave dell’azienda. L’immagine della “stanza” evoca la percezione che, pur permettendo alle donne di far parte dell’organizzazione, le si separa da posizioni decisionali e di leadership.
  • Sticky floor: concetto complementare all’effetto “soffitto di cristallo”, l’espressione inglese tradotta come “pavimento appiccicoso” descrive una situazione lavorativa caratterizzata da scarsa mobilità, che colpisce in particolare le lavoratrici. Questo fenomeno penalizza le donne nell’avanzamento della carriera e nel raggiungimento delle proprie aspirazioni professionali. Proprio come camminare su un pavimento “appiccicoso” rende difficile il movimento, per queste persone può risultare complicato uscire da una posizione “entry-level” ed ottenere promozioni.
  • Motherhood penalty: traducibile come “la penalità della maternità”, è un termine inglese utilizzato per esprimere lo svantaggio professionale delle madri che alimenta il divario retributivo di genere. Si tratta di una forma di discriminazione che si manifesta principalmente in una riduzione della retribuzione delle donne dopo la maternità, spesso “giustificata” dalla presunta maggiore quantità di tempo dedicata alla cura dei figli e dalla percezione di una minore disponibilità lavorativa, senza che vi sia un adeguato supporto da parte del datore di lavoro.
  • Mutterkreuz: simbolo di origine tedesca, il concetto di “Croce della Madre” è oggi utilizzato in senso critico per evidenziare le aspettative sociali che potrebbero spingere le donne a privilegiare la maternità rispetto alla carriera, sottovalutando così il proprio potenziale professionale. Il termine ha origini storiche: deriva da un’onorificenza istituita negli anni ‘30 in Germania dal regime nazista, assegnata alle donne che avevano dato alla luce almeno quattro figli, nell’ambito di una politica volta a incentivare la crescita demografica “ariana” e a rafforzare il ruolo tradizionale della donna come focolare della famiglia.
  • Queen-bee effect: l’espressione “effetto ape regina” si riferisce a una situazione in cui una donna in una posizione di potere tende a comportarsi in modo meno collaborativo e solidale nei confronti di altre donne, specialmente quelle che aspirano a raggiungere posizioni simili alla propria. Questo comportamento è spesso interpretato come competitivo, ma riflette una dinamica più profonda: in un sistema patriarcale, le posizioni di leadership femminile sono percepite come limitate, spingendo inconsapevolmente alcune donne a difendere il proprio ruolo a tutti i costi, come un’ape regina.
  •  Mansplaining/Pénisplication/Machoexplicación: il neologismo inglese, che nasce dall’unione del sostantivo “man” (“uomo”) e del verbo “explain” (“spiegare”) al tempo gerundio, ha acquisito una diffusione tale da essere adottato anche in altre lingue, come il francese “pénisplication” e lo spagnolo “machoexplicación”. Questo termine si riferisce al fenomeno per cui alcuni uomini tendono a spiegare le cose alle donne in modo condiscendente, senza considerare il loro punto di vista o il fatto che potrebbero essere più informate o qualificate sull’argomento. 

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