Per riflettere

Giornata della Donna: il significato dell’8 marzo

Un’occasione per riflettere sul ruolo femminile nella società contemporanea e sulle discriminazioni che ancora non si esauriscono

08 Mar 2025 - 05:00
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L’8 marzo è la data in cui si celebra la Giornata Internazionale della Donna. Una ricorrenza di portata mondiale, istituita ufficialmente dalle Nazioni Unite nel 1977 e che ogni anno ritorna per sottolineare l'importanza della lotta per i diritti femminili e per l'emancipazione delle donne. È anche il momento in cui ricordare le conquiste sociali, economiche e politiche conseguite nel corso degli anni, ragionare sul cammino ancora da percorrere e su temi critici come la parità di genere, le discriminazioni e la violenza contro le donne. In questi ultimi anni la Giornata ha assunto quindi un carattere soprattutto di riflessione, facendo scendere in secondo piano gli spunti festosi della Giornata, anche se l’8 marzo continua a costituire un momento di svago e divertimento che le donne riservano a loro stesse e alle loro amiche, approfittando delle numerose iniziative a loro dedicate in tutto il Paese.

Lavoro, le donne manager nei principali Paesi europei

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LA STRADA ANCORA DA PERCORRERE – Analizzando il percorso legislativo che ha accompagnato l’affermazione delle pari opportunità nel nostro Paese, non si può negare che negli ultimi cento anni molto è stato fatto: basti pensare che, ad esempio, fino al 1919 le donne non potevano disporre dei propri guadagni e beni personali senza il consenso del marito e non potevano intraprendere un’attività commerciale propria. Per arrivare alla prima volta in cui le donne hanno potuto esprimere il loro voto nell’urna elettorale occorre arrivare al 2 giugno 1946, mentre per la parità giuridica di uomini e donne sul lavoro e dei coniugi rispetto ai figli si arriva al 1948. L’adulterio femminile cessa di essere un reato solo nel 1968 e il divorzio diventa un diritto nel 1970. Tuttavia, il cammino da percorrere è ancora lungo e impervio: le donne sono vittime di violenza in misura allarmate (secondo dati del Ministero dell’Interno tra il 1° gennaio e il 22 dicembre 2024 le donne uccise in ambito familiare/affettivo sono state 95), e il gender pay gap è un fatto che inizia dalla “paghetta” che i genitori elargiscono ai figli e si esaspera negli assegni di pensione.  Secondo l’Osservatorio INDIFESA realizzato da “Terre des Hommes” e condotto su oltre 4115 ragazzi/e italiani tra i 14 e i 26 anni, Il 78% delle ragazze teme di subire violenza in amore e in famiglia, e il 56% ha paura che limitazioni maschiliste possano ostacolare la loro carriera lavorativa. Secondo l'edizione 2024 del "Global Gender Gap Report" del World Economic Forum (WEF), che esamina il divario di genere in 146 Paesi, l'Italia si colloca al 87° posto, con una perdita di otto posizioni rispetto all'anno precedente. Anche il Rendiconto di genere 2024 del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell'Inps evidenzia come il gender gap continui a rappresentare una delle principali sfide nel mercato del lavoro italiano, con uno squilibrio che limita non solo le opportunità individuali, ma ostacola anche lo sviluppo di una società realmente sostenibile".

8 MARZO: LA SCELTA DI UNA DATA – La scelta dell’8 marzo come data da dedicare alle donne di tutto il mondo risale all’epoca che precede la Seconda Guerra Mondiale e si rifà ad alcuni episodi, diversi nelle varie culture, per cui non è semplice ricostruire le motivazioni di una scelta. Si è cominciato a parlare di una giornata in cui ricordare i diritti delle donne già nel 1908 negli Stati Uniti, nel corso della conferenza del Partito Socialista di Chicago: in questa occasione l'iniziativa fu presa dal membro Corinne Brown, la quale nel suo intervento denunciò la condizione di sfruttamento delle operaie, discriminate anche dal punto di vista salariale. L'anno successivo si tenne, sempre negli Stati Uniti, una grande manifestazione a sostegno del diritto di voto delle donne, seguito dal famoso sciopero delle camiciaie, nel quale scesero in piazza ventimila operaie per chiedere un aumento di salario e un miglioramento delle condizioni di lavoro. Si tornò a parlare di diritti delle donne nel 1910 in occasione della Conferenza Internazionale della Donna a Copenaghen. Una data importante è quella dell''8 marzo 1917, (secondo il calendario gregoriano occidentale, mentre secondo quello giuliano vigente in Russia era  il 23 febbraio), giorno in cui le donne di San Pietroburgo manifestarono contro lo zar per ottenere “il pane e la pace”: pochi giorni dopo lo zar abdicò e la data è finita nei libri di storia come inizio della Rivoluzione russa di febbraio che portò al crollo dello zarismo. Gli episodi che indicano l'8 marzo come data scelta per la Giornata della Donna sono numerosi e diversi: il mondo occidentale ha preferito indicare altri avvenimenti legati alla propria sfera storico-culturale: tra questi il drammatico incendio del 1857 in uno stabilimento industriale statunitense nel quale il padrone aveva rinchiuso un gruppo di operaie affinché non partecipassero a uno sciopero: nessuna delle donne sopravvisse al rogo. In alcuni Paesi, tra cui l'Italia, si ricorda invece un episodio analogo, avvenuto a New York l'8 marzo del 1911, quando un altro rogo, avvenuto stavolta in una fabbrica tessile, uccise 134 donne. Nel corso degli anni la storicità di alcuni di questi avvenimenti è stata messa in dubbio, ma l'8 marzo era già diventato un simbolo condiviso: la data è stata perciò confermata, al di là degli episodi che possono averla generata.

8 MARZO: LE TAPPE ITALIANE E L’ONU – In Italia, la celebrazione di una Giornata della donna ha preso il via nel 1910, in occasione della Conferenza Internazionale delle Donne Socialiste, il cui intento era ottenere parità di trattamento rispetto agli uomini, compreso il salario e soprattutto il diritto di voto. Le prime celebrazioni dedicate alle donne risalgono al 1922 e, dopo un’interruzione negli anni del fascismo, sono riprese durante la lotta di liberazione nella Seconda guerra mondiale. In quel periodo si formarono i gruppi di difesa della donna collegati al Comitato di Liberazione Nazionale, da cui nacque l'Udi (Unione Donne Italiane). Nel 1946 l'Udi organizzò il primo 8 marzo nell'Italia libera, proponendo di farne una giornata per il riconoscimento dei diritti sociali e politici delle donne. Il 16 dicembre 1977, con la risoluzione 32/142, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite propose a ogni Paese, nel rispetto delle tradizioni storiche e dei costumi locali, di dichiarare un giorno all'anno "Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale" (United Nations Day for Women's Rights and International Peace) e di comunicare la decisione presa al Segretario generale. Con questa risoluzione, l'Assemblea riconobbe il ruolo della donna negli sforzi di pace, sottolineò l'urgenza di porre fine a ogni discriminazione e di aumentare l'appoggio a una piena e paritaria partecipazione delle donne alla vita civile e sociale.  L'8 marzo, come tale già festeggiato in diversi Paesi, fu scelto come data ufficiale da molte nazioni.

LA MIMOSA, FIORE DELL'8 MARZO - La mimosa è stato scelto come simbolo per la Giornata della donna fin dalle prime celebrazioni. La scelta di questo fiore è stata spiegata con la sua diffusione su tutto il territorio nazionale, il suo basso costo e per il suo bel colore allegro, simbolo di speranza e di allegria. La mimosa ha così sbaragliato la concorrenza di altri fiori, presi in considerazione e poi scartati: tra questi il garofano, già legato al Primo Maggio, o gli anemoni e le orchidee, giudicati troppo costosi. Secondo alcune fonti, la scelta sarebbe nata da un'idea della partigiana e donna politica Teresa Mattei: la Mattei l'avrebbe consigliata, insieme alle colleghe Rita Montagnana e Teresa Noce, a Luigi Longo, allora tra i dirigenti del PCI, il quale aveva suggerito di regalare per l'occasione un fiore seguendo l'esempio della Francia, Paese nel quale, nella giornata dell'8 marzo, si donavano mughetti e violette.

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