Il timore può essere divertente, a patto di sperimentarlo in situazioni controllate e nelle giuste quantità
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La paura è una delle emozioni più antiche e più radicate nella storia umana. Se da un lato ha il merito di tenerci lontano dai pericoli e quindi contribuisce da sempre alla sopravvivenza della nostra specie, dall’altro, presa a dosi controllate, ha la capacità di farci divertire, come testimonia il grande successo degli sport adrenalinici e del cinema horror. La festa di Halloween è una delle occasioni dell’anno in cui la paura, intesa come forma di intrattenimento, diventa protagonista, con grande spasso di adulti e bambini. Tutto questo ha ragioni ben precise, come ci insegna anche la scienza.
LA PAURA SPIEGATA DALLA SCIENZA – La paura si manifesta con l’aumento della frequenza cardiaca, i sensi all’erta il respiro che si fa corto, la sudorazione più abbondante e la sensazione di avere lo stomaco in gola. Quando viene individuata una situazione di potenziale pericolo, viene inviato un segnale all’amigdala, un fascio di neuroni a forma di mandorla disposti al entro del cervello, la quale trasmette l’indicazione all’ipotalamo, che secerne una cascata di ormoni, in particolare, adrenalina e cortisolo, per predisporre il corpo a una risposta di lotta o di fuga. In particolare, l'adrenalina stimola la capacità di vigilanza del corpo, acuendo i sensi, e accelera la frequenza cardiaca: questo mette più sangue, e quindi più ossigeno, a disposizione dei muscoli che presiedono il movimento, rendendoli più scattanti. Il cortisolo aumenta la pressione sanguigna, mentre salgono i livelli di glucosio nel sangue per dare al corpo una rapida carica di energia. Tutto questo avviene in modo istantaneo: nel frattempo, le informazioni che riguardano la situazione potenzialmente pericolosa vengono inviate dal talamo alla corteccia, lo strato più esterno del cervello, e qui vengono processate nelle aree predisposte alla riflessione, alla coscienza e alla memoria. Se la prima reazione di paura richiede un solo attimo, per effettuare questa analisi occorre qualche momento di elaborazione: se il pericolo è giudicato reale, il corpo è già pronto ad affrontare la situazione; in caso contrario, ritorna gradualmente in stato di quiete e il ricordo della situazione viene trasferita e memorizzata nell'ippocampo, cosicché la minaccia possa essere riconosciuta e identificata la prossima volta. A questo punto, quando suona, per così dire, il “cessato allarme”, l'organismo rilascia endorfine e dopamina, ormoni del benessere, e all'angoscia di poco prima subentra una sensazione di piacevole euforia.
HALLOWEEN E IL BELLO DELLA PAURA – Ecco spiegato il motivo per cui tante persone apprezzano i momenti in apparenza spaventosi come Halloween, ma anche la letteratura e il cinema horror, gli sport estremi e le attrazioni adrenaliniche. La consapevolezza di trovarsi in un ambiente sicuro permette di godere solo gli aspetti piacevoli della paura: la scarica di adrenalina, provocata da livelli "controllati" di paura, ci fa sentire più vigili e vivi, e trasmette sensazioni che molti considerano esilaranti. Contribuisce al piacere la consapevolezza di uscire dalla propria “comfort zone” e di sperimentare cose nuove, ma di avere nello stesso tempo un certo controllo della situazione: il seggiolino dell’ottovolante a cui siamo legati sta effettivamente precipitando, ma risalirà prima di toccare il suolo; la ragazza sotto la doccia che vediamo sullo schermo sarà effettivamente uccisa, ma l’azione non è reale. Non ultimo, nel caso in cui la paura dovesse diventare eccessiva, possiamo sempre interrompere l'esperienza. Impegnarsi per affrontare le proprie paure in un ambiente controllato può essere anche un modo sicuro per elaborare le emozioni represse e per affrontare i propri timori, riducendo lo stress e l'ansia. La paura offre anche un divertimento da condividere con gli amici: le esperienze da fare insieme sono moltissime, che si tratti di guardare un film dell'orrore, visitare in compagnia una casa infestata o provare un'attrazione spaventosa in un parco divertimenti. Tutte queste esperienze rafforzano i legami sociali sia tra gli adulti che tra i bambini.
LE PAURE DEI GRANDI – Il cinema e la letteratura sono molto tempo cassa di risonanza delle paure collettive. Ad esempio Godzilla, il film di fantascienza del 1954, è un mostro nato per effetto delle radiazioni nucleari: la pellicola esprime l'ansia condivisa derivante dagli effetti degli attacchi atomici della seconda guerra mondiale. Molti romanzi e pellicole di fantascienza o del filone catastrofico raccontano altri timori comuni, come invasioni di extraterrestri, intelligenza artificiale che si ribella ai suoi creatori umani, e sconvolgimenti dovuti a inquinamento e cambiamenti climatici. La paura utilizzata come mezzo di evasione e divertimento sembra però avere anche effetti positivi: lo rivela uno studio realizzato sui fan della cinematografia horror durante la pandemia di Covid. L’indagine ha rilevato che gli appassionati di film dell'orrore erano psicologicamente più resistenti alla difficile situazione esterna rispetto ai non fan dell'horror. Marc Malmdorf Andersen, professore associato presso l'Università di Aarhus in Danimarca, studiando i processi cognitivi coinvolti nel gioco e nell'apprendimento, sostiene il ruolo positivo della paura, purché questa sia affrontata in contesti giocosi e di evasione: "Trascorrere del tempo in regni immaginari può quasi essere considerato come un'opportunità per redigere il proprio ‘manuale di istruzioni’ per gli scenari peggiori".
HALLOWEEN PER I BAMBINI – La tolleranza alla paura, come accade con ogni altra sensazione, è un fatto soggettivo e personale: ci sono persone che non ne hanno mai abbastanza e altre che non ne tollerano neppure modiche quantità. Per questo, quando si organizzano momenti collettivi di intrattenimento nei quali si utilizza la paura come forma di divertimento, occorre offrire a ciascuno la possibilità di distaccarsene quando il timore diventa eccessivo. Questo vale soprattutto quando è prevista la presenza di persone sensibili e di bambini. Un tempo, i racconti "da paura" erano usati per indurre i piccoli a stare alla larga da situazioni e luoghi pericolosi; oggi la moderna pedagogia scoraggia questo tipo di dissuasione e sconsiglia di evocare figure come il lupo cattivo, il babau o l'Uomo Nero. I piccoli, però, proprio come i grandi, possono trovare molto divertente una piccola quantità di paura, specie se sono assistiti dalla presenza rassicurante di un adulto: il fatto di riuscire ad affrontare e gestire i loro timori può essere un'esperienza molto gratificante. Ben vengano quindi le mascherate innocue, anche a base di fantasmi, ragnatele e mostriciattoli, a patto che il bambino li gradisca. Insomma, il giusto spirito con cui godersi Halloween, a tutte le età, è affrontare la propria paura e riderci su. Ma sempre limitandosi alla giusta quantità.