Come accade dopo aver bevuto troppo, anche le emozioni molto intense richiedono un momento di “convalescenza” per recuperare
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Quando si parla di hangover ci si riferisce di solito agli sgradevoli effetti che si sperimentano dopo una sbronza. In caso di hangover emotivo, invece, i postumi sono quelli di un’emozione molto intensa e profonda, della quale ci siamo, per così dire, ubriacati. Può trattarsi di un grosso spavento, come un incidente d’auto e le sue conseguenze, oppure di una serie di litigi logoranti con il partner che culminano in uno scontro particolarmente acceso, o anche di un momento in cui dobbiamo sostenere una persona che ci è cara, alle prese con gravi difficoltà. Insomma, è come se dovessimo affrontare una ubriacatura emotiva che ci lascia spossati e senza risorse: per tornare all’equilibrio e al benessere occorre quindi “smaltirla” e prendersi il tempo necessario affinché la tempesta passi.
È lo stato di confusione e di estrema stanchezza in cui ci si trova dopo aver vissuto un sovraccarico emotivo, sia che si tratti di un fatto positivo, come la nascita di un figlio, o di un evento doloroso, come un lutto o un litigio particolarmente violento. Proprio come accade dopo aver bevuto troppo, le emozioni troppo intense ci lasciano esausti, con la mente appannata e con sensazioni fisiche sgradevoli, come tachicardia, stomaco contratto e vertigini. Non solo: il carico emotivo particolarmente intenso che stiamo vivendo ci porterà ad alterare sia il modo in cui stiamo vivendo quell’esperienza, sia la memoria emotiva che ne conserveremo. Insomma, anche le emozioni, proprio come l’alcol, hanno dei postumi, l’hangover, appunto. Il sovraccarico emotivo può verificarsi non solo dopo un evento emotivamente molto coinvolgente, in positivo o in negativo, ma anche in momenti che normalmente non considereremmo problematici, ma che in quel particolare frangente comunque assorbono molte delle nostre energie mentali, anche senza che noi ce ne accorgiamo, lasciandoci alla fine spossati e nervosi. L’hangover emotivo si verifica, cioè, tutte le volte in cui c’è una disparità tra le nostre risorse emotive e le richieste dell'ambiente. Anche se ci impegniamo per rispondere comunque alle esigenze di chi ci circonda, viene un momento in cui ci troviamo a terra: a quel punto è necessario concedersi un momento in cui recuperare e riprenderci dalla stanchezza mentale e fisica.
Una ricerca, pubblicata sulla rivista “Nature Neuroscience”, ha dimostrato non solo che i “postumi” emotivi esistono realmente, ma anche che influenzano il modo in cui si ricordano e si affrontano le esperienze successive. Ad esempio, a oltre vent’anni dall’evento, la maggior parte delle persone è in grado di ricordare con precisione dove si trovava e che cosa stesse facendo nel momento in cui ha avuto notizia dell’attacco alle Torri Gemelle di New York dell’11 settembre 2001; pochissimi però ricordano le esperienze non emotive seguite a quelle scioccanti del terribile momento. Nel corso dello studio gli esperti hanno mostrato a un gruppo di volontari una serie di filmati ad alto contenuto emotivo, e li ha poi sottoposti alla risonanza magnetica funzionale: gli studiosi hanno così notato che gli stati cerebrali associati alle esperienze emotive si protraevano per circa 20-30 minuti e influenzavano il modo in cui i soggetti elaboravano e ricordavano le esperienze successive, comprese quelle non emotive, dimostrando che i “postumi” dell’emozione sono un fatto reale e che hanno effetti duraturi sul modo in cui il cervello elabora e ricorda gli eventi.
Esattamente come sono soggettive le cause che ci fanno cadere in questa condizione, altrettanto lo sono i sintomi con cui si manifesta. I postumi da sovraccarico emotivo sono comunemente la stanchezza fisica e il senso di svuotamento emotivo che subentrano in modo subitaneo, a cui possono associarsi alcuni sintomi fisici, come insonnia, irritabilità, tachicardia, tensione muscolare, mal di testa. Si tratta per lo più di fenomeni passeggeri, perché l’hangover, a differenza dell’esaurimento o del burnout, è uno stato transitorio e di breve durata, legato a un singolo evento o a un’emozione specifica e dal quale con un po’ di riposo e di distensione ci si riprendere rapidamente.
Dato che si tratta comunque di un momento di sopraffazione emotiva che può essere non piacevole, può essere utile qualche consiglio per imparare a prevenirlo e, se possibile, a evitarlo. Impariamo innanzi tutto a gestire le nostre emozioni e a mantenere la calma, con respirazioni lente e profonde: questo semplice accorgimento ci aiuterà a mantenere il controllo di noi stessi. Impariamo anche a conoscere i nostri limiti: se si tratta di sostenere una persona accanto a noi, impariamo a riconoscere il momento in cui fare un passo indietro, recuperando un po’ di distanza. Riserviamo a noi stessi il giusto tempo di recupero e, se dobbiamo affrontare un fatto negativo, dedicandoci a un’attività che ci piace e focalizziamo l’attenzione su qualche pensiero piacevole. Sia che l’evento ci abbia colpiti per la sua positività sia per la negatività, lasciamo libero sfogo ai nostri sentimenti: abbandoniamoci alla gioia, o al dispiacere, o alla rabbia se è il caso, anche con uno sfogo di pianto liberatorio. Cerchiamo un luogo sicuro in cui rifugiarci, e coccoliamoci un po’, mentre aspettiamo che la tempesta passi e che le energie tornino ad affluire.