Anche l’ambiente lavorativo, come i rapporti amorosi, risente fortemente delle interazioni tra le sostanze che produce il nostro corpo
Si parla spesso di chimica dell’amore, sottolineando che l’attrazione reciproca e persino il colpo di fulmine tra due persone sia frutto dell’azione di determinati ormoni prodotti dal nostro fisico. Lo stesso si può dire per tutta la sfera delle relazioni umane, in cui i rapporti di attrazione e repulsione, di simpatia e antipatia, persino di benessere o di disagio nell’ambiente in cui si lavora sono in realtà il prodotto delle reazioni reciproche dei nostri ormoni. Per questo conoscerli può essere utile per gestire in modo efficace gli effetti che possono avere su di noi.
ALCHIMIA CHIMICA – La chimica influenza in molti modi la nostra vita lavorativa: il fatto di operare in uno stato di benessere, o al contrario di stress, può avere effetti importanti sulla qualità della nostra vita, sul nostro rendimento lavorativo e sui livelli della motivazione. Il fatto di sapere che esistono meccanismi chimici e biologici capaci di regolare i nostri comportamenti reciproci può essere un valido aiuto nel farci capire che certe tensioni non sono semplicemente l’effetto di cattivo umore, di un intento malevolo o un fatto ineluttabile, ma qualcosa su cui possiamo intervenire. Se il mio vicino di scrivania è scorbutico e ha un brutto carattere non posso farci niente: se al contrario mi rendo conto che la squadra in cui lavoro mostra i segni di elevati livelli di ormoni dello stress, posso mettere in atto misure e comportamenti che favoriscano la liberazione di ormoni del buon umore e della felicità, che aiuteranno ad alleggerire la situazione.
SIMPATIA E ANTIPATIA – Sono sentimenti che si sviluppano in modo istintivo e inconscio, indipendentemente dalla nostra volontà. Eppure, proprio come nel caso dell’innamoramento o dell’attrazione sessuale, hanno una base biochimica. Le sostanze che si attivano in questo caso sono i feromoni. Queste sostanze, prodotte dall’organismo di alcune specie animali, una volta liberate nell’ambiente circostante servono a indurre un certo comportamento nei soggetti della stessa specie. Nel mondo animale, ad esempio, servono a marcare il territorio o per attirare un soggetto di sesso opposto in funzione dell’accoppiamento. I feromoni sono prodotti in piccola quantità anche dall’organismo umano e, in base agli ultimi studi, possono essere responsabili di alcuni meccanismi di attrazione nei confronti di una persona di sesso opposto. Qui c'è poco da fare: i meccanismi sono del tutto fuori del nostro controllo e persino della nostra consapevolezza.
GLI AMICI DEL BENESSERE – Gli ormoni del benessere sono la serotonina, l’ossitocina e le endorfine. Quando il loro livello nel nostro fisico è alto, siamo di buon umore, sereni e rilassati: sono dunque i migliori alleati di una ambiente di lavoro piacevole e disteso. In particolare le endorfine hanno un effetto analgesico, contrastano gli stati ansiosi, favoriscono il controllo dell’appetito e della temperatura corporea. L’ossitocina è l’ormone dell’amore: è un neurotrasmettitore che, nel corpo della donna, ha un ruolo importante nelle ultime fasi del parto e dell’allattamento. In generale contribuisce a rinsaldare i legami affettivi, consolidandoli nel tempo. La serotonina è l’ormone della felicità: regola il senso di appagamento e il benessere psicofisico. La produzione di queste sostanze può essere incrementata con alcune strategie e accortezze: per mantenere alte le endorfine l’ideale è fare attività fisica, ma si può anche ascoltare musica e concedersi qualche risata. Può aiutare anche mangiare un po’ di cioccolato. L’ossitocina si incrementa con l’alimentazione (sì ad esempio al consumo di alcuni frutti come melograno, banana, fragole e mandorle), ma sono utili anche alcuni gesti di solidarietà e di affetto che comportino un piccolo contatto fisico, come una stretta di mano o un abbraccio. Accorgimenti simili migliorano anche i livelli di serotonina.
IL NEMICO: GUERRA AL CORTISOLO – E’ l’ormone dello stress per eccellenza. Se ne abbiamo troppo nel sangue può creare danni anche gravi: ad esempio rende difficile controllare il senso di fame, aumenta la glicemia e ha effetti negativi sul sistema immunitario e su quello cardiocircolatorio. Di per sé il cortisolo non è “cattivo”: è semplicemente la risposta dell’organismo a una situazione che viene percepita come pericolosa. La sua azione predispone all’azione immediata: in situazioni più quotidiane migliora i livelli di attenzione e di energia. Il problema si crea quando i livelli restano alti anche quando il pericolo è cessato o non esiste affatto.
ADRENALINA E DOPAMINA – La loro azione è simile a quella del cortisolo: l’adrenalina, ad esempio, fa aumentare rapidamente le prestazioni del nostro fisico, scatenando ad esempio una reazione atavica di lotta o di fuga, oppure liberando nel nostro cervello risorse che non immaginavamo neppure di avere. Di solito una scarica di adrenalina ci fa sentire bene e ci dà la sensazione di poter fare qualsiasi cosa. Ha quindi importanti effetti sulla nostra motivazione. La dopamina è invece un neurotrasmettitore che agisce sul cervello e sul sistema nervoso simpatico, in particolare per il controllo motorio, sulla memoria e sulla capacità di attenzione, e sui meccanismi di piacere e ricompensa.
IL GIUSTO MIX – Per lavorare in un ambiente sereno e positivo non occorre bandire completamente gli ormoni dello stress. Anzi, qualche brivido può essere stimolante e indurre un po’ di sana competizione. Guai però ad eccedere e a lasciarsi andare ad atteggiamenti inutilmente stressanti e sgradevoli: la negatività genera solo altra negatività. Meglio un pizzico di adrenalina ogni tanto, ma con moderazione.