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La felicità si impara con l’esercizio: lo dice la scienza

Per ciascuno risiede in cose diverse, ma ci sono tratti comuni, sempre più studiati, ai quali ci si può "allenare"

09 Apr 2021 - 05:00
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© Istockphoto  | La felicità dipende da cause esterne, ma per il 40% è legata alle nostre azioni. Ci sono comportamenti con cui "allenarsi" ad essere felici
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Ci si può allenare alla felicità? La scienza ne è convinta, anche se riconosce la difficoltà di darne una definizione precisa e, soprattutto, ammette che si tratta di una condizione dipendente in larga misura da elementi al di fuori del nostro controllo. Il 40% di essa è però nelle nostre mani ed è frutto dalle nostre azioni: possiamo dunque fare almeno qualcosa per essere felici, nonostante gli inevitabili condizionamenti esterni. 

L’Università di Trento, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma ha creato un programma ad hoc, intitolato “L’arte della felicità”: in questo percorso di “allenamento” un gruppo di persone è stato messo alla prova per nove mesi con un piano di lavoro basato su una formazione mentale e culturale dall’approccio multiculturale. Durante il corso sono stati affrontati temi di psicologia, neuroscienze, storia del pensiero e filosofia di vita del buddhismo, con un grande spazio riservato al la pratica della meditazione, alla compilazione di un diario, e al dialogo zen.  L’idea di partenza è che la felicità è frutto innanzi tutto di un equilibrio interiore, di un’attitudine gentile nei confronti della vita e di una prospettiva più aperta nei confronti di se stessi e del mondo. Per arrivare a costruire questo complesso equilibrio,  i partecipanti si sono dedicati a pratiche di meditazione e contemplazione ispirate alla filosofia buddista, ma hanno anche approfondito lo studio tecnico del funzionamento del cervello e della mente, su temi come gli effetti dell’allenamento mentale, la neuroplasticità, le interazioni mente-cervello-corpo, il senso di sé, l'empatia e la compassione, e altri temi di neuroscienze, psicologia e filosofia.  Durante il percorso, i partecipanti sono stati sottoposti a test dai quali è emerso un progressivo miglioramento dello stato di benessere psicologico, del senso di sé e una diminuzione di ansia, stress e pensieri negativi. 

Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica “Frontiers in Psychology”, pur con alcuni limiti metodologici legati ad esempio alla mancanza di un gruppo di controllo, suggerisce che un programma intensivo che unisca l’esercizio contemplativo a un solido inquadramento teorico basato su studi psicologici e neuroscientifici è uno strumento utile per promuovere il benessere mentale negli individui e può essere considerato un “allenamento” all’arte della felicità. 

Dato che la possibilità di accedere a un programma di questo genere non è esattamente alla portata di tutti, ci sono alcuni comportamenti per mezzo dei quali possiamo addestrarci alla felicità anche nella vita quotidiana. Per essere felici non basta, infatti, pensare positivo: occorre piuttosto arrivare ad essere a nostro agio con noi stessi e soprattutto saper venire a patti con gli aspetti negativi che possono presentarsi. Per allenarci alla felicità possiamo sfruttare tutte le opportunità alla portata delle nostre azioni per conquistare la felicità o almeno avvicinarci ad essa il più possibile mettendo in pratica questi tips. 

- Coltivare relazioni solide e passare del tempo con gli amici: gli studi dimostrano che chi ha una salda rete affettiva di familiari e amici è più felice e in salute.
- Dare più valore al tempo che al denaro, anche se i soldi… hanno la loro importanza: poterci procurare ciò  di cui abbiamo bisogno è fondamentale per la nostra serenità interiore.  
- Apprezzare le piccole cose.
- Vivere il presente.
- Concentrarsi sugli aspetti positivi più che sulle difficoltà.
- Vedere le sfide come occasioni per crescere.
- Avere un approccio gentile alla vita e alle persone.
- Fare nuove esperienze ed essere curiosi nei confronti della realtà.
- Praticare la meditazione.
- Fare esercizio fisico.
- Guardare gli altri con compassione, non con avversione.
- Accettare le circostanze invece di combatterle. 

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