Knitting e crochet

Lavorare a maglia fa bene al cervello, lo dice anche la scienza

Un nuovo studio ha dimostrato che gomitoli, ferri e uncinetto contribuiscono alla concentrazione e al benessere della persona

23 Nov 2023 - 05:00
 © Istockphoto

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Ferri da maglia, uncinetto e gomitoli di lana sono alleati del benessere e giovano persino alla salute mentale. Lo ha dimostrato un nuovo studio scientifico, secondo il quale lavorare a maglia o all’uncinetto fa bene al cervello, ferma l’ansia e i pensieri intrusivi, aumenta il livello di attenzione verso un’attività specifica. Un hobby che appassiona numeri crescenti di persone, le quali sono ben consapevoli del senso di profondo benessere che genera l’abitudine di cimentarsi con aghi e crochet, non ultima la soddisfazione, a lavoro ultimato, di aver creato qualcosa di bello e di utile con le proprie mani.

Si dice che persino un genio come Albert Einstein lavorasse a maglia tra un progetto e l’altro per “calmare la mente e chiarirsi le idee”: di certo è cronaca recente l’exploit della svedese Ylva Johansson, commissaria europea agli Affari Interni, intenta a sferruzzare mentre ascoltava il discorso sullo stato dell'Unione tenuto dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Il gesto ha suscitato un certo scalpore ed è stato interpretato come un segno di poca attenzione e scarsa considerazione nei confronti dell’oratrice, ma chi lavora a maglia di abitudine sa che probabilmente non è così: lavorare a ferri non impedisce di ascoltare con partecipazione, anzi, aiuta a concentrarsi e a comprendere meglio. Sono queste le conclusioni a cui è giunto uno studio dedicato all’attività di knitting (lavorare a maglia o all’uncinetto) commissionato dall’Ente Filantropico Gomitolorosa alla Fondazione Ircss Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano, che dimostra per la prima volta in modo scientifico i benefici di quest’attività.

LO STUDIO - Scopo della ricerca era individuare strumenti efficaci per sostenere l'empowerment dei pazienti, con particolare riguardo ai malati oncologici. Ebbene, spiega Alberto Costa, oncologo senologo riconosciuto a livello internazionale e presidente di Gomitolorosa, partecipare a una seduta di lavoro a maglia di una ventina di minuti prima di sottoporsi a una terapia o a un colloquio con un medico porta  quattro importanti benefici: "1: promuove la consapevolezza delle pazienti e consente loro di comprendere più a fondo la propria salute, la malattia e le opzioni di trattamento;  
2: aumenta l'aderenza al trattamento. Quando i pazienti sono coinvolti attivamente nelle decisioni riguardanti la propria salute, sono più propensi a seguire le indicazioni mediche e a impegnarsi in modo proattivo nei percorsi di cura;
3: migliora la qualità della cura. Pazienti informati e coinvolti possono collaborare in modo più efficace con i professionisti sanitari;
4: riduce l'ansia e la paura. Con una maggiore conoscenza e controllo sulla propria situazione di salute, i pazienti possono ridurre l'ansia e la paura associate alla malattia, migliorando il loro benessere emotivo complessivo"
.

A realizzare lo studio è stato un team di cinque professionisti: il dottor Davide Rossi Sebastiano, responsabile dell’UO Neurofisiopatologia e capo progetto; il dottor Pietro Tiraboschi, responsabile della Struttura Semplice Clinica delle Demenze; la dottoressa Cristina Muscio, psicologa clinica e le ingegnere Elisa Visani e Dunja Duran. L'obiettivo era misurare gli eventuali benefici per la salute mentale, l’attenzione sostenuta e il benessere derivanti da questa attività. Per effettuare lo studio è stato utilizzato il MEG, acronimo di Magneto-Encefalo-Grafia, uno strumento di diagnostica molto innovativo che scherma persino i segnali magnetici esterni, incluso il campo magnetico terrestre. In questo modo, gli specialisti hanno registrato l’attività magnetica ed elettrica della corteccia cerebrale di quaranta volontari di ambo i sessi, esperti di knitting e di età compresa tra i 27 ed i 63 anni, prima e dopo una sessione di lavoro a maglia di venti minuti. L’esperimento è stato ripetuto su un gruppo di controllo, cioè su soggetti che non praticano abitualmente il lavoro a maglia. La ricerca è stata effettuata per supportare i pazienti nel corso della loro battaglia contr la malattia, ma i risultati sono validi anche per i soggetti sani, i quali possono trarre gli stessi benefici da quella che ormai si può considerare a tutti gli effetti “lanaterapia”.

LE PRINCIPALI EVIDENZE – La prima conclusione a cui sono giunti gli scienziati è che lavorare a maglia o all’uncinetto migliora l’attenzione di chi pratica questa attività, migliorando l'allerta e l'orientamento, e indirizzando l’attenzione verso gli stimoli più rilevanti. Nelle persone che lavorano a maglia con una certa assiduità, anche una breve sessione di knitting migliora l'attenzione fin dai primi momenti con ferri e gomitoli, e la conserva anche nel periodo successivo all’interruzione del lavoro per ulteriori 15-20 minuti. "Lavorare a maglia distrae dalle preoccupazioni, aiuta a percepire meno il dolore, agevola i processi di socializzazione e migliora l’autostima perché implica un obiettivo e il suo raggiungimento” spiega Costa. "Tale incremento di attenzione, noto come ‘patient empowermente’ è importantissimo per chi sta vivendo un percorso di cura”. Lo studio dimostra come il knitting abbia la capacità di accrescere la concentrazione delle persone come avviene con la meditazione. Maglia e uncinetto richiedono movimenti coordinati delle dita e attenzione rapida ai dettagli, tanto da poter essere considerate un esercizio riabilitativo intensivo, sia per le mani che per il processo cognitivo.

Da questo e da studi precedenti si può concludere che lavorare a maglia o a crochet è un’attività percepita da chi le pratica come un mezzo di liberazione dallo stress quotidiano e come un’efficace strategia nel fronteggiare ansia, dolore e depressione; quanto più ci si dedica a queste attività, tanto maggiori risultano essere i sentimenti di felicità e miglioramento del tono dell’umore.

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