Una mania in espansione, dettata a volte da un disagio profondo, che svuota la carta di credito e riempie la casa di oggetti inutili
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In psicologia, lo shopping compulsivo è considerato una delle cosiddette “nuove dipendenze”, anche se si tratta di un fenomeno di vecchia data, descritto e studiato già all'inizio del Novecento. Consiste nell'impulso irrefrenabile a effettuare acquisti di oggetti sempre nuovi e diversi, anche quando si sa di non averne alcun bisogno: la spinta viene dalla ricerca di un piacere morboso che si ottiene solo nell'atto del comprare cose, spesso inutili, costose e a volte anche non appropriate, pur di sfuggire a un malessere interiore. Per resistere a questo impulso, che ci svuota la carta di credito e ci riempie la casa di una moltitudine di cose inutili, a volte occorre l’aiuto dello psicologo, ma nella maggior parte dei casi bastano alcuni accorgimenti e un po’ di auto disciplina.
I LOVE SHOPPING: COME E PERCHÉ – Il fenomeno dello shopping compulsivo è stato descritto con arguzia e precisione da Madeleine Wickham, ovvero Sophie Kinsella, nella fortunata serie di bestseller I love shopping, nei quali si raccontano le peripezie di Rebecca Bloomwood, detta Becky, giovane giornalista inglese di economia del tutto incapace di tenere sotto controllo le proprie finanze quando si trova davanti a una vetrina accattivante. In psicologia, questa smania irrefrenabile agli acquisti è chiamata oniomania, che in greco antica significa “mania di comprare ciò che è in vendita”, da onios = "in vendita," e mania = follia. Il disturbo, che non è comunque incluso nella lista delle malattie mentali dalla American Psychiatric Association, colpisce soprattutto le donne giovani, in particolare tra i 25 e i 40 anni, appartenenti alla classe sociale media. In loro, i nuovi acquisti avvengono sotto la spinta di un impulso irrefrenabile e generano intenso piacere e gratificazione. Si tratta però di un piacere di breve durata: gli oggetti acquistati perdono rapidamente le loro attrattiva, vengono quasi subito messi da parte, regalati o addirittura buttati via, mentre resta un cocente senso di colpa e vergogna per non aver saputo resistere all'impulso e per aver dilapidato somme anche ingenti di denaro. In questi ultimi anni il problema si è acuito con la crescente consuetudine di effettuare acquisto online. A volte i primi segnali di compulsione allo shopping si manifestano già nell’adolescenza e, una volta instaurato, il fenomeno non conosce remissione: per questo occorre combatterlo fin dal suo insorgere. Il fatto che gli acquisti richiedano spesso una spesa al di sopra delle proprie disponibilità economiche e che assorbano una quota significativa di tempo non sono ragioni capaci di far desistere da sessioni di shopping che possono protrarsi anche per sei o sette ore consecutive.
LE CAUSE DELL’ONIOMANIA - Lo shopping compulsivo ha cause molteplici e difficili da individuare ma, secondo alcuni psichiatri, potrebbe avere alla sua base una disfunzione nella produzione di serotonina e dopamina. La prima è un ormone legato alla soddisfazione e alla serenità: un'alterazione nella sua produzione potrebbe determinare l'incapacità di dominare l’impulsività, portando il soggetto a dover soddisfare immediatamente il bisogno di acquisto. La dopamina è invece un neurotrasmettitore rilasciato dal cervello ogni volta che si prova gratificazione e soddisfazione: sarebbe responsabile dell'impulso a ripetere i comportamenti che generano piacere, innescando il meccanismo della dipendenza, così come accade con il fumo, l’alcol o le droghe. La compulsione all'acquisto può avere anche cause psicologiche ed essere conseguenza di un disagio precedente, come ansia, bassa autostima, depressione, dipendenza affettiva ed essere associato a disturbi del comportamento alimentare.
UN ILLUSTRE PRECEDENTE STORICO: LA VESTAGLIA DI DIDEROT – La storia racconta un curioso caso che, a tutti gli effetti, può essere considerato un esempio illustre di shopping compulsivo. Protagonista della vicenda è il filosofo francese settecentesco Denis Diderot, il quale descrive l'episodio nel suo saggio "Rimpianti per il mio vecchio vestito del 1769". Tutto nacque da una sontuosa vestaglia che l'enciclopedista ricevette in dono: questo splendido e affascinante indumento fece apparire triste e povera non solo la vecchia vestaglia, della quale Diderot era stato pienamente soddisfatto fino a quel momento, ma l'intero guardaroba e, nel giro del breve, persino il mobilio della stanza: tutti questi vecchi oggetti sembravano sminuire la ricchezza della vestaglia nuova, per cui non restava che eliminarli e sostituirli con altri più eleganti e in grado di reggere il confronto. In questa folle operazione il filosofo spese tutti i suoi risparmi, tanto da arrivare alla conclusione: "Ero il padrone assoluto del mio vecchio cappotto, e sono diventato lo schiavo di questo nuovo". Da questo evento prende nome il cosiddetto “Effetto Diderot” secondo il quale tendiamo ad acquistare cose nuove perché quelle vecchie ci sembrano "stonate" rispetto ai nuovi acquisti.
COME LIBERARSI DALLA SCHIAVITÙ DELLO SHOPPING COMPULSIVO - Per evitare di prosciugare il conto in banca e, non ultimo, per ragioni di consumo sostenibile e di ottica green, imparare a gestire la mania di fare acquisti è di importanza fondamentale. Nei casi più gravi, in cui la compulsione è davvero irrefrenabile, può essere necessario rivolgersi a uno psicologo o a un terapeuta per individuare le cause profonde della compulsione e per essere guidati nell’approccio più appropriato al problema. Nei casi più comuni, in cui dobbiamo solo tenere a freno la tendenza a essere troppo spendaccioni, possiamo mettere in atto alcune buone pratiche, tra cui pagare ogni acquisto in contanti per avere la percezione fisica della quantità dei vari esborsi; tenere un diario dei diversi acquisti, sempre per avere una migliore consapevolezza dei propri comportamenti; entrare in un negozio con una lista di quello che si deve comprare e attenersi rigorosamente a essa; stabilire un budget massimo (settimanale o mensile) sia di tempo che di denaro da destinare allo shopping e rispettarlo. E quando ci sentiamo assaliti dal desiderio irrefrenabile di comprare qualcosa, proviamo a dedicarci a un'attività diversa e interessante per distrarre la mente, come fare sport, incontrare gli amici o uscire di casa per una passeggiata, naturalmente alla larga da negozi e centri commerciali.